Il fascino di Marrakech in un fine settimana indimenticabile

Creato il 01 febbraio 2013 da Nonsoloturisti @viaggiatori

E’ possibile visitare Marrakech in un fine settimana? Sì! Ecco come abbiamo fatto.

Partiti all’alba da Malpensa, alle undici di mattina eravamo già pronti ad iniziare il tour della città. Guida alla mano, ci siamo subito buttati nei suq della medina, la parte vecchia – e più interessante – della città.

Abbiamo passato più di un paio d’ore ammirando (e odorando) spezie, oli, stoffe, tappeti e cercando (spesso invano) di depistare i negozianti, pronti ad inseguirti per ore pur di convincerti a comprare qualcosa.

Stremati – ma anche affascinati – dal caos e dagli odori dei suq, ci siamo quindi concessi una pausa culturale al Museo di Marrakech, che conserva numerosi reperti d’archeologia, ceramica, numismatica, abiti tradizionali, documenti storici e calligrafie arabo-islamiche. Una deliziosa cena italo-marocchina nel meraviglioso riad di cui eravamo ospiti e una nottata di sonno profondo ci hanno concesso di iniziare di buon’ora il tour di domenica .

Per prima cosa, vista la vicinanza al riad, abbiamo visitato i giardini dell’artista francese Jacques Majorelle, grande collezionista di piante provenienti da tutto il mondo. Tra le piante che ancora oggi si possono ammirare si trovano cactus, noci di cocco, banani, bambù, gelsomini, palme e distese di bougainville rosse e viola. All’interno dei giardini è possibile visitare anche il Museo di Arte Islamica, dove sono esposti vestiti, oggetti di uso quotidiano, oggetti religiosi e numerosi bellissimi gioielli, soprattutto di arte berbera.

Ci siamo quindi inoltrati nella kasbah, l’antica cittadella reale, costituita da un caratteristico intrico di stradine e di abitazioni private. Qui abbiamo visitato le tombe Sa’didi, un complesso riscoperto solo nel 1917 in condizioni di totale abbandono, il cui restauro ha riportato agli antichi splendori magnifiche decorazioni in stucco e piastrelle zellij.

Poco distante dalle tombe saadite si trova il complesso del palazzo reale, che termina a nord con i resti del grandioso Palazzo El Badi, con cortili lunghi 130 metri (e larghi quasi altrettanto) e una piscina di circa 90 metri, un tempo ricco di decorazioni zellij delle quali rimangono solo poche tracce.

Costruito in 25 anni, durò solo un secolo prima di essere completamente spogliato delle sue ricchezze dal Sultano Alawita Moulay Ismail ibn Sharif. Oggi è anche uno dei luoghi preferiti dalle cicogne che nidificano a Marrakech. Quasi stremati ci siamo infine diretti alla Medersa di Ben Youssef, magnifica ex scuola coranica risalente al XIV secolo, di cui sono visitabili le oltre 40 stanzette in cui gli studenti alloggiavano e studiavano il Corano.

Prima di regalarci una deliziosa cena nel coreografico ristorante Dar Zellij, ubicato all’interno di uno dei riad più antichi di Marrakech, al calar del sole abbiamo fatto un salto in piazza Jāmi el-Fnā, centro vitale della città. L’aspetto della piazza cambia radicalmente durante la giornata: di mattina e pomeriggio è sede di un vasto mercato all’aperto, mentre all’imbrunire le bancarelle lasciano posto a banchetti con tavole e panche per mangiare cibi preparati al momento allietati da musicanti, danzatrici del ventre e cantastorie. Abbiamo lasciato Marrakech davvero a malincuore ma sono certa che un giorno vi faremo ritorno… Inshallah!

Aritravelplan

Travel Planner per passione. Moglie e mamma adottiva di Calimero e Silente, viaggia da quando ha 12 anni e vuole vedere tutto il mondo!

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