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Il fascino discreto dell’oggetto, Sean Scully – Roma 13-04-2013

Creato il 17 aprile 2013 da Maxscorda @MaxScorda

17 aprile 2013 Lascia un commento

All’interno della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, assieme alla mostra sul Giappone, era presente quest’altra intitolata "Il fascino discreto dell’oggetto".
Nature morte quindi, in ogni possibile declinazione unite dall’asse temporale che va dal 1910 al 1950, 150 opere che spaziano dalla ritrattistica piu’ comune alle avanguardie piu’ estreme.

Morandi 1
Tutte le opere appartenenti alla collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, sono scelte dai curatori come piu’ importanti e significative tra le trecento disponibili ed evitando quadri gia’ esposti in altre occasioni, quindi offrendo qualcosa di nuovo anche agli habitué del museo.
Considerato un genere minore, la natura morta esiste e resiste nel tempo grazie all’essere privo di messaggio, di racconto, di omaggio, di devozione ed espressione che non sia la rappresentazione di un segno.
Pura grafica ma solo in apparenza, percorso a tema per gli artisti in vena di sperimentazioni che non desiderano mostrare il fianco ad alcun tipo di speculazione. La natura morta in realta’ puo’ essere molto altro come ha insegnato Morandi ma nello spirito dell’esposizione, limitiamoci al disegno. Ho citato Morandi che ovviamente la fa da padrone e aggiungo con ampio merito ma il suo nome si mescola ad altri noti come De Chirico, Pirandello e de Pisis e ad altri meno celebri se non del tutto ignoti, almeno per me che non opero nel settore. 
Interessante anche se devo dire che il meglio viene indubbiamente dai "soliti noti" che non a caso hanno un loro perche’ e basta uno sguardo per comprendere quale sia.
Sean Scully 1
Confesso invece che sino a questa esposizione, il nome di Sean Scully mi fosse completamente sconosciuto.
Nato a Dublino nel 1945, cosmopolita per vocazione, con la sua arte astratta ha esposto opere nelle gallerie in tutto il mondo.
Qui troviamo rappresentate le due serie Change e Horizontals, oltre a una serie di bozzetti preparatori e qualche acquarello.
E’ attraverso il colore sovrapposto a strati graduali e graduati che le opere di Scully acquistano un’impressionate spessore sensoriale, quasi tattile nello stagliarsi energico del nastro adesivo che spezza nel cambiamento (change), l’orizzontalita’ (horizontal) un volontario effetto rappresentativo di skyline metropolitane sulla quale la luce si rifrange sistematicamente ed ordinatamente.
Qualcosa di molto simile ai quadrati di Josef Albers, giocando pero’ non sul contrasto cromatico quanto sulle variazioni luminose delle diverse sovrapposizioni di colore e differente consistenza dei materiali.
Scully non e’ un innovatore ma le sue variazioni sul tema, offrono all’astrattismo qualche nuovo vocabolo.

Galleria Nazionale d’Arte Moderna: Il fascino discreto dell’oggetto
Galleria Nazionale d’Arte Moderna: Sean Scully: Chnage and Horizontals


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