Il fascino discreto della zombie apocalypse

Creato il 25 luglio 2013 da Mcnab75

La terza chiave di ricerca più digitata su Google USA è zombie apocalypse.
Serial televisivi, romanzi, film e fumetti hanno riportato in auge la fine del mondo per mano (e fauci) dei morti viventi, che siano essi i classici ritornanti romeriani, oppure gli zombie in stile sciame del film World War Z.
Non troppo tempo fa il direttore del CDC (Centers for Disease Control) ha rilasciato una strana dichiarazione:

Se siete equipaggiati per far fronte a un attacco in massa di zombie, dovete essere pronti per affrontare un uragano, un’epidemia, un terremoto o un attacco terrorista.

Ma era poi un comunicato davvero così scherzoso? Non lo so. Io ho provato a cercare la parola “zombie” sul sito del CDC, ottenendo ben 1940 risultati. Tra le cose più interessanti che si trovano (ricordo a tutti che si tratta di un sito governativo!) c’è per esempio il documento Preparazione alla Pandemia Zombie, scaricabile gratuitamente in formato PDF (in inglese, ovviamente). Si tratta di un fumetto a scopo didattico, che istruisce i lettori sul da farsi in caso di apocalisse zombesca.
L’iniziativa ha avuto così successo che il motto riportato qui sopra ha fatto il giro del mondo, sui siti degli appassionati, diventando, per alcuni, la prova provata del fatto che il governo USA non scarta a priori uno scenario del genere.

Ricorderete che nell’estate del 2012, sui territori di USA e Messico, sono stati registrati degli episodi che raccontavano di persone “sotto gli effetti di stupefacenti” impegnate ad assalire i passanti a morsi. Si tratta di casi che causarono anche alcuni decessi, e che i mass media indicarono clamorosamente come “attacchi di zombie”.
Nulla di vero, ovviamente, ma il Governo dovette prendersi la briga di assicurare che, al momento, non si conoscono droghe o altre sostanze chimiche in grado di riportare in vita i morti.
Bizzarro? Eppure è tutto vero.

Non vi stupirà quindi scoprire che nei gruppi di survivalisti di mezzo mondo la preparazione alla sopravvivenza in caso di pandemia zombie ha superato, per fascino e materiale prodotto, quella dedicata alle invasioni aliene e ai megadisastri naturali (che fino a pochi anni fa dominavano il settore).
Superato il dicembre 2012 sono svaniti i timori, o le aspettative, per l’Apocalisse Maya, quindi i nostri amici morti viventi si sono trovati all’improvviso senza uno dei loro più agguerriti contendenti. Sicché oggi è possibile trovare una marea di materiale serio e senza alcun retrogusto ironico sul come affrontare la fine del mondo di tipo romeriano. Tutta roba pensata per istruire i survivalisti a sopravvivere al giorno in cui i defunti usciranno dalle bare per divorare i vivi.

Detta così la cosa non può che far ridere, tuttavia ci sono anche serie istituzioni che prendono questa faccenda dannatamente sul serio.
Non parlo solo del già citato CDC, bensì anche di governi e università.
Nel 2009, per esempio, la University of Ottawa, unendo gli sforzi del dipartimento di epidemiologia e di quello di sociologia, condusse una lunga e dettaglia ricerca, immaginando un verio scenario di pandemia zombie. Basandosi su precisi modelli matematici, gli studiosi arrivarono alla conclusione che una minaccia del genere risulterebbe decisamente fatale per il genere umano, fosse anche solo perché ciascuno “di noi” che cade andrebbe a ingrossare le fila del nemico.

All’Arizone State University si sono invece occupati di un aspetto ben più bizzarro e bizantino della zombie apocalypse: quello delle tasse.
Quanto costerebbe al Governo gestire un’emergenza del genere? E, ancora, quale identità legale/fiscale assumerebbero gli zombie? Essi non possono più essere equiparati a dei morti, è evidente, eppure tecnicamente non sono nemmeno vivi. Come trattarli? Come considerare gli atti di autodifesa contro gli attacchi dei medesimi?

The Zombie Institute for Theoretical Studies è un progetto finanziato dall’Università di Glasgow. Il suo gestore, il dottor Austin, si premura di studiare tutti gli aspetti – medici, sociali, mediatici – di una potenziale zombie apocalypse. Austin ha anche il cruccio personale di cercare di smentire tutti gli aspetti più irrealistici delle invasioni di morti viventi, così come ce le presentano i film. Se vi interessa dai suoi studi ha anche ricavato il libro Zombie Science 1Z.

I neurologi Bradley Voytek e Timothy Verstynen si sono invece preoccupati di studiare, tramite ipotesi, esperimenti di laboratorio e modelli matematici, il possibile/reale funzionamento del cervello di un classico zombie. Tutto nel più rigoroso rispetto delle nozioni scientifiche in loro possesso. Il risultato della loro ricerca è talmente interessante che è stato pubblicato su molti giornali, tra cui il New York Magazine.

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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