Si avvicina al centro sociale di Latina grazie alla sorella Violetta e alla frequentazione di una ragazza di Milano, Francesca che ha idee comuniste e di cui si innamora. Inizia a frequentare la ragazza e a fare l’autostop tra Latina e Milano e racconta delle autostrade ancora poco frequentate e la gentilezza dei vari automobilisti che gli danno un passaggio. Ad un certo punto entra il ’68 e la rivoluzione giovanile, ma per Accio è il 69 l’anno decisivo e decide di entrare nel gruppo dei Maoisti, impegnandosi per la rivoluzione.
Scritto in prima persona, il protagonista racconta un importante pezzo della storia italiana e ne svela le ipocrisie e gli inganni. Per esempio ad un certo punto riferisce cosa pensa Nastri di alcuni antifascisti: “Passavano i gerarchi di allora che adesso erano tutti antifascisti.(…) Me l’hanno insegnato loro-diceva-a essere fascista e poi quando si sono viste le brutte hanno cambiato bandiera.”
Non riserva sconti neanche al Pci quando afferma “Il Pci, che diceva di stare dalla parte dei lavoratori, era però revisionista, non più comunista e rivoluzionario, stava pure lui- oggettivamente, come si diceva allora- dalla parte dello statu quo, inutile farci affidamento: controrivoluzionario, uno strumento pure lui al servizio dei padroni, da abbattere insieme a tutto il sistema”.
Un libro interessante, divertente, scritto con linguaggio colloquiale e simpatico, una lettura per chi vuole conoscere, al di là della solita retorica, un pezzo della nostra storia recente.
Il Fasciocomunista: al di là della solita retorica by Beatrice Gricinella is licensed under a Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported License.