Il fatiscente sistema sanitario della Corea del Nord e le “bugie” di Kim Jong-un

Creato il 23 aprile 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

In una visita recente ad un nuovo ospedale di Pyongyang, il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, si vantava che “i pazienti vivono nel lusso e nei confort, grazie al socialismo che gode di buona salute.” Ma i nordcoreani intervistati in Cina, invece, e degli studi più approfonditi dipingono un quadro più preoccupante per le condizioni mediche di tutto il paese: attrezzature rotte, calo negli standard di trattamento ed un aumento diffuso dell’automedicazione.

(kltm.org)

“Ad un sacco di persone malate viene somministrata della metanfetamina come fosse una medicina, perché i farmaci sono troppo costosi nonostante la promessa di assistenza sanitaria universale. Ci sarebbero tanti altri farmaci, ma provengono tutti dalla Cina e sono più costosi”, ha detto una paziente. L’assistenza sanitaria universale è stato uno degli impegni fondanti del paese: i cittadini nordcoreani, infatti, vedono gli ospedali e le scuole come gli ultimi benefici rimasti della vecchia economia di comando.

Il problema, però, è il deterioramento di queste strutture ed alcuni cittadini credono che le sanzioni stiano contribuendo ad aggravare il problema.  ”La tempesta perfetta del collasso finanziario, la perdita dei Soviet come partner commerciali, una sequenza di catastrofi meteorologiche, e le sanzioni hanno portato il sistema sanitario al caos”, ha detto Ryan Choi, un medico statunitense che è co-autore di un recente documento sull’assistenza sanitaria in Corea del Nord. ”Gli effetti che comportano queste mancanze sono le carenze alimentari, quelle di farmaci di produzione nazionale, il crollo del sistema di servizi igienico-sanitari, la diminuzione di forniture mediche, l’aumento di malattie infettive e, infine, anche la crescita della mortalità e della morbilità.”

Il confronto del sistema nordcoreano con quei paesi con economie di dimensioni simili, però, potrebbe non sembrare così male: a partire dal 2009, infatti, l’Etiopia, che ha avuto un analogo livello di PIL, aveva appena 0,2 medici e 2,4 infermieri ogni 10.000 cittadini contro i 33 e 41 della Corea del Nord. Secondo i dati dell’OMS, però, solo il 6% della spesa pubblica del Nord è stata indirizzata alla sanità nel 2008, mentre la percentuale registrata in Etiopia era quasi del doppio.

Le condizioni variano ampiamente, secondo gli esperti, con un servizio migliore nei centri provinciali e soprattutto nella capitale. In un rapporto del 2010 di Amnesty International, però per esempio, viene descritto come alcune siringhe vengano riutilizzate senza essere sterilizzate e come principali ma importanti operazioni vengano effettuate senza anestesia. Particolare atroce è la descrizione dell’operazione ad un uomo, al quale viene amputata una gamba senza nessun tipo di farmaco che potesse intorpidire il dolore.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha criticato spesso queste modalità sanitarie nordcoreane, parlando di una formazione obsoleta che in nessun modo va a riflettere gli sviluppi e i progressi della medicina presenti nelle strutture straniere, come in Occidente. Inoltre, alcune interviste a nordcoreani, rilasciate nel corso dell’ultimo anno nella città settentrionale cinese di Yanji, hanno parlato di molteplici problemi, tra cui una competenza medica più scarsa tra i dottori più giovani.

Mentre il trattamento medico è gratuito, il resto dei servizi migliora solo attraverso il pagamento: ci si riferisce ai pranzi ed alle cene servite ai pazienti per esempio. Il personale medico si basa sulle donazioni degli utenti per pagare, così, gli stipendi ai dipendenti e per riuscire a garantire i pasti ai degenti. A lungo questa situazione è sembrata particolarmente inadeguata. Per quanto riguarda l’energia elettrica alcuni ospedali godono di una regolare fornitura elettrica, a differenza della gran parte di strutture presenti in diverse regioni. In parecchi ospedali, infatti, il personale ha smesso di usare le macchine x-ray ed i cardiografi dal momento in cui si sono rotti: nessuno era in grado di ripararli, sia a causa della mancanza di competenze, sia per la reperibilità dei pezzi da sostituire.

Ryan Choi, il medico statunitense, ha detto che l’apparecchiatura neonatale di un reparto maternità a Pyongyang, che ha visitato alcuni anni fa, sembrava essere dalla metà degli anni ’70“Ho il sospetto che le sanzioni e la crisi economica abbiano davvero limitato la loro capacità di manutenzione e di ammodernamento delle tecnologie”.

Un altro aspetto di particolare importanza è il mercato delle medicine di contrabbando, provenienti dalla vicina Cina. Proprio per il fatto che i malati devono comprarsi da sé i medicinali, e che spesso la fornitura ufficiale di questi agli ospedali è limitata, la maggior parte dei pazienti si affida ai prodotti cinesi di contrabbando. Se si contrae una malattia “leggera” forse i nordcoreani riescono a trovare una medicina buon mercato, ma la maggioranza delle persone con una grave malattia, non sono in grado di adempiere all’elevato costo dei farmaci.

Hazel Smith, un esperto che lavora presso l’Università di East Lancashire, ha detto che “almeno ora è possibile acquistare i medicinali privatamenteNegli anni ’90, infatti la gente non aveva questa piena libertà”. Smith ha anche osservato, però, come “almeno l’assistenza sanitaria di prevenzione del paese è notevolmente efficace, con i programmi di vaccinazione di massa eseguite grazie all’aiuto della Fondazione Gates e altri. Le malattie della povertà, che imperversavano nel paese negli anni ’90 quando la carestia era al suo apice, sono scese drasticamente e l’incidenza di malattie come il morbillo è ora ormai simile a quella dei paesi sviluppati.”

Il co-autore dello studio di Choi, Sanghyuk Shin, invece, ha denunciato una situazione al limite della realtà. “Le diffuse carenze alimentari, la mancanza di accesso all’acqua potabile, e le precarie condizioni di vita hanno messo a dura prova il sistema sanitario per la fornitura dei servizi preventivi e curativi di qualità”. Shin, uno studioso post-dottorato presso l’Università della California di Los Angeles, ha aggiunto che “ci sono chiari segnali sull’imparziale servizio sanitario garantito ai cittadini e ai militari nordcoreani: le sanzioni e la crisi economica, nella sanità, sembrano non aver toccato minimamente l’esercito e l’apparato elitario del paese.”

Infatti, un recente articolo del Lancet sulla sanità pubblica nordcoreana, ha denunciato il caso imputando al dittatore nordcoreano “gravi e moralmente inaccettabili disuguaglianze di assistenza sanitaria”, facendo leva verso il governo per un maggiore impegno nel contribuire a ridurre questo divario.


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