Di Andrea Papi
Il fatto è che non abbiamo più a che fare con un sistema di potere unico, ben strutturato e impostato. C’è un insieme di sistemi in sinergia che tendono a conservarsi l’un l’altro, ma che sono anche in competizione fra loro. Mirano a conquistare egemonie, in tendenza permanenti e legate a situazioni specifiche. Ciò che oggi è sovrastante, in grado di esercitare il dominio su tutto, non è una classe che decide la politica economica e impone le sue scelte. È egemone invece una specie di oligarchia finanziaria, non assimilabile a nessuna struttura di classe come si supponeva per la borghesia, ma a un magma fluido, anonimo e non strutturato, che si muove in continuazione tra le fluttuazioni finanziarie al di là della concretezza cartacea del denaro. Senza comandare direttamente s’impone influenzando, ricattando, costringendo.
Come si può uscire da tutto ciò? (...uscire dall’insieme dominante dei sistemi...) Si dovrebbe creare a poco a poco un modo alternativo e rivoluzionario di essere società, con l’intento in tendenza di sostituirlo al presente. Tendere a creare "una società nella società". Un cuneo sovversivo, non autarchico né autocratico, che in seno alla vigente società fondi un altro modo di essere, di vivere e di relazionarsi, mutualisticamente e cooperativamente, con lo scopo e la prospettiva politica di espandersi fino a sommergere e sostituire l’esistente.
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