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Il fattore energetico nella partnership strategica tra India e Russia

Creato il 10 febbraio 2016 da Bloglobal @bloglobal_opi

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di Fabio Indeo

La visita ufficiale del Premier indiano Narendra Modi nella Federazione Russa – il 23 e 24 dicembre 2015, in occasione dell’annuale summit bilaterale russo-indiano – ha ulteriormente rinsaldato le relazioni tra i due Paesi, basate su una cooperazione estesa in diversi settori strategici come la sfera militare e la difesa, la cooperazione economico-commerciale e nel settore degli investimenti, la sfera energetica e scientifico-tecnologica.

La partnership privilegiata tra Russia ed India si esplica, infatti, nella loro comune appartenenza ai BRICS (acronimo di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), gruppo informale all’interno del quale i due Paesi hanno l’opportunità di coordinare le loro decisioni in politica estera e di rafforzare il rispettivo ruolo in ambito globale: in prospettiva, inoltre, la futura inclusione dell’India all’interno dell’Organizzazione della Cooperazione di Shanghai – organizzazione regionale a guida sino-russa che include anche le Repubbliche post-sovietiche dell’Asia Centrale (eccetto il Turkmenistan) – permetterà un ulteriore rafforzamento della cooperazione russo-indiana finalizzata a garantire la sicurezza regionale, minacciata prevalentemente (ma non esclusivamente) dalla condizione di instabilità e dalla mancata pacificazione dell’Afghanistan.

Per l’India le relazioni bilaterali con Mosca rappresentano un tassello imprescindibile della politica estera nazionale, mentre per la Russia la partnership con l’India ha assunto una nuova e strategica rilevanza a seguito delle sanzioni occidentali legate al conflitto in Ucraina, che hanno spinto Mosca a riorientare la propria politica estera ed energetica verso l’Asia.

Le relazioni tra Russia ed India affondano le proprie origini nella Dichiarazione di Partnership Strategica siglata nel 2000, ulteriormente perfezionata e rafforzata nel 2010 quando questa cooperazione venne elevata di rango assumendo la connotazione di Partnership Strategica Speciale e Privilegiata: a seguito dell’istituzionalizzazione dei rapporti, annualmente si svolge un vertice bilaterale tra il Primo Ministro indiano e il Presidente della Federazione Russa. Nel 2014, Putin e Modi fecero un’importante dichiarazione congiunta per una visione strategica condivisa inerente il rafforzamento della partnership russo-indiana nel prossimo decennio. Proprio in quell’occasione, il Dipartimento Indiano per l’Energia Atomica e l’agenzia russa Rosatom siglarono un accordo per rafforzare la cooperazione finalizzata allo sviluppo dell’energia atomica per fini civili e pacifici. Nel corso dell’ultimo summit del dicembre 2015, l’accordo è stato ulteriormente perfezionato con un Programma di Azione per la localizzazione di un’area in territorio indiano dove iniziare la fabbricazione di componenti e pezzi di ricambio da utilizzare per la realizzazione di centrali nucleari – in India o in un Paese terzo – attraverso il potenziamento di joint ventures indo-russe.

Lo sviluppo del  nucleare civile e in generale la cooperazione in ambito energetico assumono una rilevanza strategica per entrambe le nazioni: infatti, l’India è il quarto consumatore di energia al mondo, fortemente dipendente dalle importazioni di idrocarburi ed uranio, mentre la Russia è uno dei principali esportatori mondiali di petrolio e detiene inoltre le maggiori riserve di gas naturale al mondo.

La cooperazione tra India e Russia sul nucleare civile ha permesso la realizzazione della centrale nucleare di Kudankulam, nella regione del Tamil Nadu (India Meridionale): grazie all’apporto della tecnologia russa, la centrale di Kudankulam costituisce un’opera di nuova generazione, che rispetta pienamente gli stringenti requisiti di sicurezza richiesti a seguito del disastro di Fukushima del 2011. Dei quattro reattori progettati – ciascuno con una capacità di 1 Giga Watt – solo il primo risulta attualmente in piena attività. Considerata la partnership privilegiata, le parti hanno iniziato a discutere sulla realizzazione di 2 reattori aggiuntivi (con capacità analoghe ai precedenti) che si aggiungeranno ai 6 reattori (capacità 1,2 GW) la cui realizzazione è prevista in una località ancora non definita.

Occorre tuttavia sottolineare che la possibilità di utilizzare l’energia nucleare all’interno del mix energetico necessario per la produzione di energia elettrica rappresenta un’opzione relativamente recente, in quanto l’India sino al 2009 – non avendo firmato il Trattato di non-Proliferazione Nucleare – è rimasta esclusa dal mercato internazionale, e quindi impossibilitata a sviluppare il proprio programma di nucleare civile: per sopperire alle ridotte riserve endogene di uranio e al bando internazionale l’India ha utilizzato le proprie riserve di torio.

Secondo le autorità indiane la capacità di produzione di energia nucleare dovrebbe raggiungere i 14,6 GW nel 2014 e 63 GW nel 2013, mentre nel 2050 il 25% dell’energia elettrica verrà prodotta utilizzando l’opzione nucleare. Considerato che l’India importa il 40% del suo fabbisogno di uranio, la Russia rappresenta un partner affidabile per gli approvvigionamenti necessari allo sviluppo del nucleare civile: nel febbraio 2009 l’azienda russa TVEL siglò un accordo decennale per rifornire Nuova Delhi con 2000 tonnellate di uranio.

Per quanto concerne gli approvvigionamenti di petrolio e gas naturale, l’India è la quarta consumatrice al mondo di petrolio e il fabbisogno energetico nazionale dipende al 75% dalle importazioni: secondo le previsioni dell’Energy Information Administration la domanda indiana di petrolio è destinata a raddoppiare entro il 2040, superando gli 8 milioni di barili al giorno, rendendo necessario un considerevole incremento delle importazioni. Anche se attualmente il gas naturale copre appena il 7% del fabbisogno energetico nazionale, l’adesione al necessario processo di de-carbonizzazione imporrà un crescente utilizzo di questa fonte energetica “pulita” nella fase di transizione ed un parallelo incremento delle importazioni. In quest’ottica la Russia rappresenta un partner affidabile capace di garantire gli approvvigionamenti di idrocarburi necessari, grazie ai quali l’India rafforzerebbe la propria condizione di sicurezza energetica riducendo la dipendenza dalle importazioni di petrolio provenienti dal Medio Oriente – 62% del totale delle importazioni – sulle quali grava la minaccia geopolitica legata al transito attraverso il chokepoint marittimo dello Stretto di Hormuz. Attualmente l’India importa 1 milione di tonnellate di petrolio all’anno, mentre dal 2017 dovrebbero cominciare le importazioni di gas naturale liquido russo (2,5 milioni di tonnellate), anche queste strategiche in un’ottica di diversificazione e di rafforzamento della sicurezza energetica in quanto intaccherebbero il predominio del Qatar (84% delle importazioni indiane di GNL, che oltretutto attraversano lo stesso Stretto di Hormuz).

Anche per Mosca il mercato indiano costituisce una valida alternativa da perseguire: secondo la Strategia Energetica russa entro il 2035 il 23% delle esportazioni energetiche russe sarà destinato a rifornire i mercati della regione Asia-Pacifico, privilegiando il potenziamento del vettore orientale d’esportazione nel tentativo di bilanciare il peso delle esportazioni verso i mercati europei.

L’importanza della cooperazione energetica russo-indiana si esplica anche nelle numerose partnership tra compagnie energetiche: negli anni 2000 la compagnia indiana OVL ha investito quasi 3 miliardi di dollari per ottenere una quota del 20% nel consorzio dedito allo sfruttamento del giacimento di Sakhalin 1, mentre circa sei mesi fa ha acquisito dalla russa Rosneft il 15% del promettente giacimento di Vankor nella Siberia orientale. Allo stesso tempo, è stata siglata anche una significativa joint ventures tra Gazprom e la Oil and Natural gas Corporation (ONGC) per lo sfruttamento congiunto di giacimenti nella baia del Bengala.

La strategica convergenza di interessi in ambito energetico rappresenterà dunque la piattaforma condivisa sulla quale Russia ed India consolideranno la cooperazione nei prossimi anni, che si preannuncia proficua per entrambe sia per la dimensione di complementarità e sia per la potenziale influenza da esercitare sullo scacchiere regionale asiatico.

* Fabio Indeo, dottore di ricerca in Geopolitica, ricercatore presso il Center for Energy Governance and Security, South Korea

Photo credits: ANI

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