Lo so, avevo promesso che non ne avrei piu' parlato, perche' quando se ne parla, si solleva inevitabilmente un gran polverone.
E chi dice che si puo' fare perche' gli assistenti sociali sono gente che ce la mette tutta, e chi dice che no, la realta' e' ben diversa e, insomma, basta che diate un'occhiata alle discussioni che sono sorte sul forum del Fatto Quotidiano a proposito della recensione del libro di Raffaella per farvene un'idea.
Ma anche no, dai, che vi risparmiate l'embolo.
Vi faccio un riassunto, almeno della parte che piu' mi riguarda: l'eterologa.
C'erano i soliti ignoti (proprio nel senso che non si firmavano neanche) che partivano con la solita tiritera del "Ci sono tanti bimbi, perche' non adottare anziche' accanirsi con la pma" e poi ancora "Cosi rovinate la vita ad un bambino, perche' lo mettete al mondo solo per il vostro egoismo".
E la cosa sconvolgente e' che questo commento e' venuto anche da una donna infertile. Davvero un colpo basso. Lei ha fatto una scelta, e cioe' di non fare l'eterologa, ma perche' imporre questa scelta ad altre donne, a donne che hanno passato quello che ha passato lei?
Comunque.
Vi volevo dire che per ogni politica legislativa miope e insensata, c'e' sempre uno spiraglio di speranza che le cose possano aggiustarsi.
Che per ogni commento di donne contro altre donne, c'e' sempre la certezza che parlare e dibattere sia sempre meglio che affossare le questioni.
Che per ogni Carmen Russo ultracinquantenne che fa apparire la fecondazione eterologa (quando lo si dice, che e' eterologa, cioe' quasi mai) e tutto cio'e che gira intorno alla pma come un grande circo sgangherato e baraccone, c'e' sempre una storia di gente che ad un'eta' 'normale' insegue un desiderio 'normale' di essere mamma, e che racconta di quanto sia difficile e incerto questo percorso (grazie, Volpe, per la segnalazione!). Di come non sia sufficiente a 55 anni (ma anche prima!) farsi una curetta contro l'infertilita' per realizzarlo.
E poi volevo anche dirvi che per ogni assistente sociale frettolosa, brusca e incapace di di empatia, ce ne sono altre che sono disponibili a dedicare del tempo ad una coppia che ha delle perplessita' e dei sogni inconfessabili.
Come e' successo a noi, in questi mesi in cui siamo stati accolti, ascoltati, informati, indirizzati ad enti sul territorio, ad associazioni di volontariato, e allla fine si, siamo stati pure dissuasi dal proseguire nel nostro intento.
Pero' non e' questo il punto.
Il punto e' che abbiamo trovato qualcuno che ci ha aperto la propria porta con un sorriso e dedicandoci tempo, ragionando con noi con apertura e disponibilita'. Alla fine, certo, il risultato non cambia: ora come ora, con una bambina di un anno non avremmo mai l'idoneita' dal giudice. E questo perche' lei deve rimanere la sorella maggiore di un ipotetico bambino adottato, e visto che di bambini adottabili al di sotto dell'anno ce ne sono pochissimi (e le statistiche parlano chiaro, purtroppo), e visto anche che il giudice deve prendere una decisione in base alla nostra situazione familiare attuale, nonostante poi ci vogliano anni affinche' la macchina burocratica faccia il proprio lavoro, ecco, viste tutti questi fattori oggettivi, noi ora come ora non possiamo adottare.
Questa e' la realta', per quanto ingiusta.
Pero' aiuta molto avere qualcuno che ti dice "Si', e' ingiusto, e capisco che crei sofferenza, ma cio' non vuol dire che dobbiate abbandonare l'idea per sempre, oppure perche' no, lasciare che questa idea si evolva, che si trasformi, che vi assomigli sempre piu'".
Aiuta trovare persone lungo il proprio cammino disposte a riflettere con te, ad aiutarti a capire.
[A capire anche che, forse, il nostro desiderio di essere ancora genitori e quello di aiutare un bambino non devono necessariamente coincidere in una scelta forte, forse troppo forte per noi, come quella dell'adozione]
Aiuta trovare persone disposte ad aiutarti a capire senza importi nulla, semplicemente ascoltando, empatizzando, informando e, perche' no, anche sdrammatizzando.
Aiuta il fattore umano, soggettivo. Perche' questo, alla fine, noi siamo. Umani e fallibili.
L'importante e' non smettere mai di ascoltarci l'un l'altro, e di credere che nonostante le imposizioni e le ingiustizie e l'ineluttabilita' di tante situazioni, alla fine un margine di scelta, e quindi di umanita', c'e' sempre. Basta saperlo cogliere e coltivare.
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