Altan
Oggi l’ennesimo FEMMINICIDIO. A Lecce. Rita Paola Marzo, 41 anni.
Si stava separando dal compagno. Che ha deciso di ammazzarla con la sua pistola. Poi “ha rivolto l’arma contro se stesso”.
E ora dovrebbe scattare tutta la litanìa dei “perché, percome, perquando”. Tutte le teorie del mondo su questa violenza maschile così diffusa e incontenibile.
Fa parte del Dna? E’ quindi innata?
E’ invece determinata da input ambientali-educativi?
E’ dovuta a carenze affettive durante l’età dello sviluppo? La riconduciamo a possibili traumi infantili?
La colpa è degli stereotipi e della società maschilista?
L’evento violento è individuabile a priori tramite segnali comportamentali-emotivi? E’ prevedibile o imprevedibile?
E altre mille domande. E mille teorie. E mille ipotesi. E ciascun* di noi viaggia ovviamente con la Verità in tasca, pront* a sfornare le sue perle di saggezza.
Intanto, le donne continuano a morire. Sì, mentre noi interrompiamo i nostri cazzeggi sulla spiaggia e alziamo disgustat* le sopracciglia ascoltando dell’ennesimo femminicidio alla radio o leggendo la notizia nel web, le donne muoiono ammazzate. Come Rita Paola. Magari oggi lei voleva andare al mare e stava organizzando le sue vacanze come tutt*. Chissà che progetti aveva Rita Paola. E mentre noi pensiamo ai perché della violenza, lei non c’è più.
Noi pensiamo tanto.
E mettiamo targhe nelle strade contro il femminicidio. Tutto molto bello.
E facciamo eventi contro il femminicidio (io pure). Tutto molto bello.
E scriviamo contro il femminicidio (io pure). Tutto molto bello.
A cosa serve tutto questo agire molto bello? No, perché arriva il momento in cui una si chiede a cosa serve, visto che le donne continuano a morire.
Siamo tutt* in vacanza, è vero, sarebbe giusto rilassarci. E’ agosto, è vero, sarebbe giusto pensare a cose allegre.
Ma io non sono normale e penso a Rita Paola che in vacanza non ci va. E che lascia due bambini. E che aveva diritto a vivere. Ma un uomo e una pistola detenuta con “regolare porto d’armi” hanno eliminato tutta la sua realtà.
Ora, rimettiamoci tranquillamente a prendere la tintarella, mentre pensiamo che tutta la colpa è di qualche trauma infantile.
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