Alessandro Amato, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha ricordato, appunto, il forte terremoto del 1908 tra Messina e Reggio Calabria, che generò un potente tsunami e i grandi maremoti del passato nelle isole greche, soprattutto a Creta, che hanno provocato danni e numerose vittime.
Infine, Amato afferma che oggi, però, grazie a una rete sismica mediterranea, in pochissimi minuti si può sapere dove è avvenuto il terremoto e se questo potrebbe provocare lo sviluppo di uno tsunami; tuttavia, questo allarme non è ancora collegato a un immediato piano di difesa per la popolazione sulle coste, ma si sta provvedendo a ciò insieme alla Protezione Civile, all’Ispra e all’Aereonautica Militare.
Clelia Impicciatore