Il Festival Internazionale del Film di Roma celebra Aleksej Jurevič German

Creato il 13 novembre 2013 da Af68 @AntonioFalcone1

L’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma si appresta a celebrare oggi, mercoledì 13 novembre, Aleksej Jurevič German: alle ore 19, presso la Sala Sinopoli dell’ Auditorium della Musica, Marco Müller consegnerà il Premio alla carriera 2013 ai familiari del cineasta russo, scomparso il 21 febbraio di quest’anno, mentre era impegnato nella fase di post produzione del suo ultimo lavoro, avviata nel 2006, alla conclusione delle riprese (iniziate nell’ autunno del 2000), É difficile essere un dio, epica opera di fantascienza filosofica tratta dal romanzo di culto dei fratelli Boris e Arkadi Strugatski (1964, pubblicato in Italia nel 1989 da Marcos y Marcos), che verrà proiettata dopo la cerimonia di premiazione.

A ritirare il riconoscimento saranno quindi Svetlana Karmalita, vedova del regista, complice di tutti i suoi progetti più personali, sceneggiatrice dei suoi due ultimi film, e il figlio Aleksej A. German, capofila di un rinnovamento del cinema russo contemporaneo (Leone d’argento alla 65ma Mostra Internazionale d’ Arte Cinematografica di Venezia, nel 2008, per Soldati di carta): a loro si deve il completamento della pellicola, portando così a conclusione la ricerca avviata da German sul tempo e la memoria, volta a collegare l’assurdità del passato e del presente con quella del medioevo prossimo venturo, segnato da tragici eventi quali la distruzione della cultura, la legalizzazione della xenofobia, la guerra civile permanente.

Questa la sinossi del film: alcuni scienziati sono inviati sul pianeta Arkanar per aiutare la civiltà locale, che si trova nella fase medievale della propria storia, a trovare il modo giusto per progredire. Il compito è difficile: non possono intromettersi con la violenza e in nessun caso possono uccidere. Lo scienziato Rumata cerca di salvare dalla gogna gli intellettuali locali e non può evitare di scendere in campo, ponendosi l’inquietante domanda: cosa faresti al posto di Dio?

Dopo aver visto È difficile essere un dio, proiettato stamane per la stampa, Umberto Eco ha scritto per il Festival un testo sul film, di cui pubblico un estratto: “È probabilmente difficile essere un dio ma è altrettanto difficile essere uno spettatore, di fronte a questo terrorizzante film di German (…) In questo inferno, fatto di intolleranza e persecuzione, e di disgustanti crudeltà, si ha la sensazione inquietante che ‘de te fabula narratur’. Forse questo film parla di noi, di quello che potrebbe accaderci, o di quello che sovente ci accade, sia pure sotto forme più blande e meno fisicamente orripilanti. (…) Certamente a petto delle ossessioni di German i film di Quentin Tarantino sono fiabe di Walt Disney”.
Per approfondire la vicenda artistica del cineasta russo, domani, giovedì 14 novembre alle ore 10 presso il Museo MAXXI si svolgerà la tavola rotonda dal titolo Il coraggio della forma e la forma del coraggio: il cinema di Aleksej Jurevič German.


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