Fresco o secco, questo frutto tipicamente mediterraneo è uno scrigno di sostanze benefiche che rinforzano soprattutto la pelle e l’intestino…
Il fico che matura a settembre è un frutto antico, originario del Medio Oriente. Il suo nome latino ( Ficus carica), infatti, deriva dalla località di Caria, un tempo provincia dell’Impero romano, in Asia minore.
Un dolce alleato tonificante
Il fico contiene sali minerali dalle virtù ricostituenti e rivitalizzanti (potassio, calcio, ferro), vitamine e zuccheri. Possiede inoltre una buona dotazione di enzimi e mucillagini che migliorano l’assorbimento dei suoi nutrienti e ne aumentano la digeribilità. Grazie alla sua sinergia di antiossidanti è un alleato nelle fasi di convalescenza e ai cambi di stagione, quando l’organismo richiede un surplus di energia; sotto forma di frutto fresco è anche un efficace lassativo naturale: grazie alla presenza di siconina, drena la mucosa digestiva e ne ripristina le normali funzioni.
A tavola idrata, nutre e disseta
Più volte la settimana, per tutto settembre, gusta a metà mattina (o a metà pomeriggio) una macedonia composta con una fetta di melone, 2 kiwi e 2 fichi freschi a tocchetti, conditi con succo di limone: migliori l’idratazione e fai scorta di zuccheri subito assimilabili, che prevengono la debolezza tipica del periodo.
Se lo mangi fresco è molto meno calorico
Pur essendo un frutto dolce, il fico fresco ha un contenuto calorico medio-basso (50 calorie per 100 g). Quello secco, invece, è più ricco di zuccheri e il suo apporto calorico è di 250 calorie per 100 grammi. Quindi, soprattutto a fine estate e in autunno, il fico fresco è da preferire rispetto a quello esco specialmente quando si segue una dieta a basso tenore calorico. I fichi secchi vanno bene d’inverno: ne bastano un paio, abbinati a mele, pere e un pizzico di cannella, per addolcire la frutta cotta.
Secco è energetico: combatte l’anemia e rimineralizza le articolazioni
Data la facile deperibilità del frutto fresco, si è provveduto già dall’antichità, a essiccarlo. Esposto al sole il fico perde i 3 quarti dell’acqua e acquista un contenuto zuccherino di 5 volte superiore al frutto fresco. Con l’essicazione aumento anche il contenuto di fibra, che ne potenzia le virtù lassative. Grazie al considerevole contenuto in calcio e ferro l’integrazione nella dieta di fichi secchi è consigliabile nei casi di anemia, stanchezza, debolezza articolare e osteoporosi: gusta i fichi secchi come spezzafame, non più di tre al giorno.
In decotto e in gocce: cura gastrite, colite, acne e raffreddore
Come bevanda calda: il fico è utilizzato in tutti i casi di infiammazioni digestive, respiratorie e cutanee. Fai sobbollire in mezzo litro d’acqua 3 fichi freschi (o secchi), una foglia di alloro, 3 chiodi di garofano e la scorza di un limone. Filtra e bevi tiepido, addolcito con miele, preferibilmente la sera.
Come gemmoderivato: in gocce di macerato glicerico l’estratto di fico è un toccasana contro i tipici mal di pancia da assestamento stagionale, comprese le coliti che affliggono i bambini alla ripresa della scuola. Per tutto settembre, beci 30 gocce di gemmoderivato diFicus carica la mattina a digiuno con mezzo bicchiere d’acqua (10 gocce per i bambini).