Il film da non perdere stasera in tv: IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI (mart. 17 giu. 2014)

Creato il 17 giugno 2014 da Luigilocatelli

Il segreto dei suoi occhi, Rai 5, ore 21,15.
Il segreto dei suoi occhi
di Juan José Campanella. Con Ricardo Darín, Soledad Villamil, Guillermo Francella. Argentina, Spagna 2009.
Un thriller di sangue e sentimenti. Oscar 2010 come migliore film straniero. Coinvolgente come un Simenon d’annata, con il merito di farci conoscere un’attrice meravigliosa che si chiama Soledad Villamil.
Astenersi fashionisti e fashioniste (si dovrebbe dire fashionistas, ma insomma). Questo è il film con il peggior trucco e parrucco dell’ultima decade. Visto che i due protagonisti, Ricardo Darin e Soledad Villamil, fanno avanti e indietro tra l’oggi e i flashback a 25 anni prima, si presentano in double version, look odierno e look anni Settanta: dove Il segreto dei suoi occhi dà il peggio. Stabilito che il colorist è da plotone d’esecuzione, elogi invece agli altri. Il regista Juan José Campanella ha mano sicura, si vede che ha lavorato per quella gran scuola che sono i serial americani (ha girato episodi di House e Law&Order, perché agli italiani non capita mai?) e riesce a tenere in pugno saldamente una storia che di suo è parecchio complicata. Così complicata che viene male a raccontarla. Proviamoci. Argentina anni Settanta. Chi ha violentato e ucciso la giovane signora Morales? Scansando tentativi di despistaggio in alto loco e inerzie burocratiche Esposito, che ha giurato a se stesso di risolvere il caso, riesce a mettere le mani sull’assassino, sostenuto nella sua indagine dal capo, la bella, volitiva, coraggiosa e pure di famiglia di ricchissimi latifondisti (di quelli delle Pampas argentine) Irene. Tra i due si stabilisce subito una grande intesa, non solo professionale, specie da parte di lui. Ma il colpevole viene misteriosamente liberato e si eclissa. La minaccia si rimaterializza (si vendicherà di chi l’ha messo in galera? ucciderà altre donne? perché l’hanno lasciato andare?), occorre riprendere in mano il caso, riacciuffare il killer.
Così, ormai in pensione, Esposito torna a Buenos Aires. È passato un quarto di secolo. Col pretesto di scrivere un romanzo sull’assassinio Morales incontra di nuovo Irene, che nel frattempo ha messo su famiglia e fatto carriera, chiedendole di riaprire il caso e di collaborare con lui alla soluzione. Quello che succederà è meglio non svelarlo, trattandosi di una crime-story che è anche thriller dei sentimenti. Campanella riesce a tenere alta la tensione non solo sul lato sanguinoso della storia ma anche sul rapporto Esposito-Irene.
Detto così, Il segreto dei suoi occhi sembra parecchio old-fashioned, un vetusto giallone di atmosfere e psicologie alla Maigret. Invece, per merito di sceneggiatori che non sbagliano mosse e dialoghi e del regista che azzecca tempi perfetti, la trama si dipana davanti ai nostri occhi perfettamente comprensibile e senza un attimo di noia. E perfettamente contemporanea. Campanella poi, per farci intendere che non è solo un bravo e tradizionale professionista, ogni tanto osa funambolismi registici alla Nolan o alla John Woo, come la interminabile zoomata che parte dal cielo sopra lo stadio in cui è in corso una partita e arriva fino al primo piano di un tifoso sugli spalti, il tutto senza stacchi. Sequenza di alto virtuosismo che cita esplicitamente quella famosa della chiave nell’hitchcockiano Notorious. Ma il punto di forza di Il segreto dei suoi occhi sono gli attori. Questo film semplicemente non esisterebbe se non ci fossero il divo nazionale Ricardo Darín e, soprattutto, la meravigliosa Soledad Villamin, che comunica verità a ogni sguardo e parola. Tra i due scatta quella chemistry che riesce a far lievitare il film oltre il suo intreccio. La performance migliore è però quella di Guillermo Francella che fa di Sandoval, il collega marxista-leninista-alcolista dalla vita devastata e dal cervello finissimo, un personaggi che ami e non dimentichi.
Che altro? La Buenos Aires di Campanella è stupenda, caffè con boiserie e vetri déco, bettole con caraffe e bicchieri che qui dove li trovi più, palazzi del potere di magniloquenza e monumentalità da vecchia Europa. Viene voglia di andarci subito. Resta la polemica sull’Oscar assegnato nel 2010 a Il segreto dei suoi occhi come migliore film straniero al posto di altri concorrenti più accreditati come Un prophète e Il nastro bianco. Sembrò allora il solito abbaglio di quegli zoticoni dei giurati dell’Academy, troppo americani per apprezzare i sofisticati capolavori europei. Invece, dopo aver visto il film di Campanella, la scelta non sembra più così scandalosa. Anche se la soluzione migliore sarebbe stata: Oscar come miglior attrice a Soledad Villamin e quello come migliore film straniero a Un prophète di Jacques Audiard, grandissimo.
P.S. Buona la performance di Il segreto dei tuoi occhi al box office italiano. Un incasso di quasi un milione di euro. E chi se lo aspettava?


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