Il mio personale punto di vista sul film tratto dal libro Educazione Siberiana.
[ ATTENZIONE: SPOILER SUL FILM ]
Questa è la storia raccontata da Salvatores. Ora io credo che un regista abbia il diritto di smarcarsi dal libro quando lo trasforma in film, non è per questo motivo che sono delusa. Sono delusa perché la storia non racconta nulla di nuovo, ha il gusto del visto e stra-visto: due ragazzi amici-nemici, una ragazza, l’inevitabile vendetta. Sono delusa perché nel finale sembra che si voglia fare una sorta di morale, un banalissimo “se hai sbagliato devi pagare”, il bene vince sempre.Sono delusa per come è stato dipinto Kolyma: criminale di nome, ma bravo ragazzo nel cuore, mentre Gagarin è proprio un criminale cattivo, per davvero!.
Sono delusa perché col materiale a disposizione si poteva fare un bel film, nonostante la storia così diversa. Invece è un film mediocre, che non invita per niente alla lettura del libro, è una storia chiusa.
Gagarin e Kolyma
Nel film non c’è niente dell’atmosfera del libro, solo i paesaggi freddi e qualche massima di nonno Kuzja. Non volevo un film con morti e cadaveri a ogni scena, ma che passasse l’idea dell’ambiente crudo, violento narrato nel libro. I siberiani sono invece tratteggiati come criminali soft: loro sono i buoni anche se rubacchiano, sempre vestiti bene tra l’altro. Uno degli episodi più crudi che ricordi, quello sul carcere, è stato talmente rivisitato da non essere credibile. Quando Kolyma vi entra trova tanti bambini, ragazzi e ragazzini che lo accolgono direi quasi “con gioia”. All’interno della cella c’è una sorta di microsocietà, dove ognuno ha un ruolo, così ognuno può aiutare l'altro. Nella cella poi c’è tutto: fornelli e padelle, letti, chitarre...quasi un campeggio. Se il carcere lo si dipinge così allora perché Gagarin è diventato un delinquente della peggior specie ? Questo è l’episodio che più mi ha lasciata perplessa.Il film in generale richiama molto alla lontana il libro. Secondo me poteva essere un'ottima occasione per colmare i difetti del libro, troppo episodico in certe parti, raccontando una storia lineare, magari approfondendo uno dei molti episodi narrati. Invece Salvatores ha tolto quello che era il succo del libro, [la forte identità della comunità siberiana che fa si che gli appartenenti sappiano sempre chi sono, da qui la loro forza fisica e psicologica], ha estrapolato alcuni dogmi dell’educazione siberiana e ne ha fatto un film tiepido, che non ti prende, a tratti annoia, che fa dire “ma quando succede qualcosa?”.
I personaggi non convincono, sia rispetto al libro, sia nel film stesso: aspiranti criminali e così deboli, ingenui e impreparati alla vita, sopratutto Kolyma. Senza parlare del finale, che ricalca il cliché della "giusta" giustizia personale.
Di questo film ho comunque apprezzato la fotografia, le scenografie, l'interpretazione di John Malkovich (nonno Kuzja) e Eleanor Tomlinson (Xenja).
Non mi sento di consigliarlo a chi ha letto e apprezzato il libro.Agli altri direi NI: non è un brutto film, è godibile per chi non ha conosciuto il mondo di Kolyma, ma sinceramente credo che al cinema ci possa essere di meglio ( Anna Karenina ?).
Per approfondire rimando a un'intervista a Nicola Lilin, soddisfatto del film: qui. Il trailer: