Il filosofo Scruton e la sessualità priva di ordine naturale

Creato il 12 dicembre 2012 da Uccronline

Torniamo a parlare del prestigioso filosofo e docente di filosofia alla St. Andrews University Roger Scruton, intervistato anche da Il Foglio in occasione del suo ultimo libro Our Church (Atlantic Books).

Per l’occasione ha presentato un quadro decisamente chiaro della situazione inglese, e anche europea se vogliamo, circa l’ambito della sessualità: «In Inghilterra le strutture morali sono scomparse e il sesso si è disintegrato», ha detto il filosofo. Analizzando le reazioni al cosiddetto “caso Sevile”,  il presentatore della BBC accusato di molestie sessuali e pedofilia, ha parlato di una «ideologia che vuole ricostruire la sessualità senza legami con l’ordine naturale. Che sia marcusiano o un seguace di Fromm, il liberal vede il sesso come una forza da ‘liberare’ e che ci nuoce quando è ‘repressa’. Freud ha introdotto una sorta di pedofilia vicaria che ci impone di vedere i figli come esseri sessuali impegnati nelle strategie della seduzione».

Il polverone alzato sulla pedofilia nel clero cattolico (negli USA lo 0,2% dei sacerdoti in 50 anni, secondo lo studio P. Jenkins, Pedophiles and Priests. Anatomy of a Contemporary Crisis, Oxford University Press, Oxford – New York 1996rientra, secondo Scruton, in questo piano ideologico: «usano la pedofilia perché non sopportano che i preti possano condurre quel tipo di vita», non sopportano e non capiscono la castità e vogliono dimostrare che non è possibile attuarla.

Citando Foucalt, ha continuato, «si è ‘problematicizzato’ il sesso. Il gesto sessuale è ridotto a funzione corporale emancipata dalla moralità. L’educazione sessuale a scuola cerca di cancellare le differenze fra noi e gli animali, rimuovendo concetti come il proibito, il pericoloso o il sacro. L’iniziazione sessuale significa superare queste emozioni ‘negative’ e godere del ‘buon sesso’. Abbiamo incoraggiato i figli a un interesse depersonalizzato alla sessualità. Il corpo è diventato opaco», lo dimostra -ad esempio- il tentativo dell’asilo svedese Egalia, dove sono state abolite le differenze tra maschi e femmine (detto anche “l’asilo dell’orrore sessuale”).

Sappiamo inoltre che negli Usa, ad esempio, esiste un sempre maggiore interesse mediatico per “normalizzare” agli occhi della società anche i cosiddetti “poliamori”. In questa logica, ha proseguito il filosofo inglese, anche la pedofilia sta smettendo di essere un male in sé: «la pedofilia diventa sbagliata semplicemente perché manca il ‘consenso’, mentre tutto ciò che gli adulti condividono in privato diventa moralmente ineccepibile. E’ lo stesso governo britannico che abbassa l’età consensuale per il sesso omosessuale a sedici anni, una età in cui si va ancora a scuola», sottovalutando «il pericolo di questa entropia sociale».

Passando ad osservare i vari tentativi di equiparare il matrimonio naturale/tradizionale ad altri tipi di unioni umane, essi non sono «una questione terminologica, ma una decisione che modifica l’intera sfera sociale. Dobbiamo prepararci a un nuovo ordine sociale in cui ogni tipo di relazione sessuale può essere trasformata in matrimonio firmando alla giusta riga. E sarà annunciato come un grande passo in avanti per la libertà umana».. Nonostante l’esistenza delle ‘partnership civili’, che conferiscono i benefici legali senza implicare un cambiamento radicale di status del matrimonio, «gli attivisti non sono soddisfatti dei compromessi, non perché non garantiscano sicurezza al loro amore, ma perché implicano che c’è ancora una differenza fra relazioni etero e omosessuali».

Così, ha concluso Scruton, «sono pronti a scagliare l’accusa di ‘omofobia’ contro chiunque, giornalisti, politici, uomini di chiesa. E come altri reati intellettuali, l’omofobia fa sì che l’unico modo per restare al sicuro sia quello di chiudere la bocca».


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