Calma, mai esagerare con gli allarmismi quando si tratta di un uso “normale” dei prodotti vegetali. Leggiamo quanto scrive la dottoressa Daniela Sanicandro sul blog Noi Mamme:
“L’estragolo, la sostanza contenuta essenzialmente e in quantità più rilevanti nei semi del finocchio utilizzati sia per la preparazione di tisane e infusi che per la realizzazione di aromatizzanti piuttosto che nell’ortaggio nella sua interezza, ha effettivamente effetti potenzialmente cancerogeni in quanto si è visto che è in grado di modificare la struttura genetica delle cellule, cioè è in grado di essere cancerogeno, ma questa pericolosa proprietà caratterizza anche altre sostanze conservanti, coloranti e aromatizzanti ormai molto diffuse, ahimé, negli alimenti.
Sapere che l’estragolo contenuto nei semi di finocchio si aggiunge all’ormai lungo elenco di altre sostanze nocive non rassicura ma fissarsi su questa sostanza sarebbe come evitare di respirare in città, evitare di comprare alimenti di cui non si può controllare in modo assoluto la filiera produttiva e così via…
Il rischio del consumo di queste sostanze non può essere quantificato con precisione in quanto la tossicità di una sostanza si può valutare studiandone gli effetti sugli animali di laboratorio ai quali si somministrano via via dosi crescenti fino a farli morire intossicati per poter stabilire una scala di tossicità in base alle quantità somministrate giornalmente a queste povere bestiole. L’uomo, per fortuna, non è una cavia e può stabilire in relativa libertà e consapevolezza cosa introdurre nel suo organismo. Quando viene edotto dei rischi potenziali di un determinato alimento, deve mettere sul piatto della bilancia rischi e benefici e trarre le sue conclusioni.
In linea di massima possiamo dire che dall’età scolare in poi, si riduce di molto il rischio di eventuali effetti dannosi di alcune sostanze contenute in determinati alimenti in quanto i meccanismi di difesa, soprattutto a livello immunitario, sono ormai maturati e più efficaci rispetto alle età precedenti e contemporaneamente la dieta dei bambini più grandicelli può essere più variata e più ricca di alimenti protettivi come gli antiossidanti. Poi si può consigliare di associare sempre un alimento potenzialmente dannoso, diciamo dal punto di vista della sua cancerogenicità, con altri alimenti così detti protettivi. Prendiamo per esempio la carne rossa: cancerogena per certi versi se consumata per abitudine in quantità eccessiva, almeno dal punto di vista degli studi statistici, ma comunque molto importante per l’apporto di ferro, di proteine nobili indispensabili nella fase di accrescimento e così via… Come regolarsi? Farne un consumo moderato, saltuario e non eccessivo o peggio ancora quotidiano e associare questo alimento a molta frutta e verdura dalle proprietà antiossidanti protettive nei confronti dei processi degenerativi ed infiammatori delle cellule, ma non abolirla del tutto e stare attenti a cucinarla in modo corretto evitando di arrostirla troppo.
Idem per il finocchio: mangiare il frutto piuttosto che i semi o gli infusi di semi e non tutti i giorni ma saltuariamente, magari associandolo ad alimenti antiossidanti: insalata di finocchi e arance condita con olio evo e limone, per esempio: le arance contengono molta vitamina C ad effetto antiossidante, il frutto intero nel suo complesso contiene una percentuale di elemento dannoso decisamente inferiore rispetto ai semi e se questa insalata viene consumata saltuariamente di certo non potrà essere demonizzata. E questo comportamento si deve avere per tutti gli alimenti: variare sempre, variare molto e mangiare poco ma di tutto.
Cio non di meno, è opportuno che le future mamme in gestazione e i bambini da zero a 4 o 5 anni non si abituino a fare un uso smodato e quotidiano di tisane a base di semi di finocchio in quanto ormai da una diecina di anni si sa che l’estragolo in essi contenuto, se assunto in eccesso, non è privo di potenziale dannosità.”
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