Il fiordilatte, in realtà, era limone!

Creato il 16 giugno 2014 da Eva Guidi

Fondamentalmente l’idea sta nel fatto che sia impossibile vivere senza ingannare un po’ se stessi, in poche parole si tratta di suggestione, manipolazione mentale, fede nel profano potenziale della psiche umana. Altrimenti perché si direbbe che la sfiga ce l’attiriamo col nostro pensiero pessimista e bistrattante, che la vita è come uno specchio che ti sorride solo se tu la guardi sorridendo? Non c’è fenomeno più decisivo e persuasivo di un’idea seguitata: la fissazione è realmente in grado di paralizzare un’esistenza così come l’autoconvincimento positivo è capace di inebetire ogni sinapsi. Sono poche le persone in grado di accettare la propria realtà e così ci si ritrova a costruire una finzione così inglobante da rendere impossibile e fuori luogo qualsiasi tipo di diffidenza. La parte più saggia di me mi porta quindi ad affermare che sia necessario accettare la realtà dei fatti, belle parole, altisonanti, ma quanto siano complicati e taglienti i fatti sopracitati ognuno di noi in cuor suo lo sa. In aggiunta, molte volte, ci si mettono di mezzo anche le emozioni e a quel punto la faccenda si complica: compiamo numerosi gesti in nome di un altruismo di base, senza porci il problema della soggettività della nostra visione, senza chiederci quindi se ciò che stiamo facendo, in nome del bene altrui, sia realmente tale o solo una forma velata di nostro riscatto personale.

Patricia, dall’alto della sua inadeguatezza, ha sempre agito per la serenità delle persone amate, cercando di non far mai mancare nulla alla sorella universitaria, il padre pensionato in anticipo, la mamma affetta da una tardiva sindrome dell’abbandono, il marito finto bohemien dei poveri, le colleghe politossicomani e chi più ne ha più ne metta. La sua debolezza aveva tirato su barricate di autopersuasioni, volte a farle credere in un’esistenza al limite della perfezione nauseante. Ma di tutto ciò alla fine rimane ben poco, solo le macerie invisibili di un passato in fin dei conti inesistente, solide fondamenta di un presente più onesto e lungimirante.

Ho così completato, con “Le cose che sai di me”, il mio angolo di libreria dedicato a Clara Sanchez, la quale ,per l’ennesima volta, si appella al suo affezionato tema del sospetto: la  realtà non è quel che sembra per cui, fanciulli miei, mettevi a fare i compiti buoni buonini e trovate l’incognita. Nel frattempo io correggo le vostre composizioni letterarie!



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