Il fiore è “petaloso”, la lingua italiana in mano ai bambini

Creato il 24 febbraio 2016 da Salvatore Rocca @Saelvig

Un fiore può essere definito " petaloso"? Matteo, un bambino che frequenta la terza elementare alla scuola Marchesi di Copparo, in provincia di Ferrara, pensa di sì. E la pensa come lui anche l' Accademia della Crusca, l'istituzione dedicata allo studio e alla conservazione della lingua nazionale italiana.

Per un compito, il giovane scolaro ha deciso di utilizzare questo termine totalmente nuovo per descrivere un fiore ed ha suscitato l'interesse della sua insegnante, Margherita Aurora, che ha deciso di proporre il quesito nientemeno che all' Accademia:

" Qualche settimana fa - racconta la maestra in un post su Facebook -, durante un lavoro sugli aggettivi, un mio alunno ha scritto di un fiore che era "petaloso". La parola, benché inesistente, mi é piaciuta, così ho suggerito di inviarla all'Accademia della Crusca per una valutazione. Oggi abbiamo ricevuto la risposta, precisa ed esauriente. Per me vale come mille lezioni di italiano. Grazie al mio piccolo inventore Matteo ".

Il responso dell'Accademia è stato positivo. " Caro Matteo, la parola che hai inventato è una parola ben formata e potrebbe essere usata in italiano come sono usate parole nello stesso modo. La tua parola è bella e chiara, ma come fa una nuova parola a entrare nel vocabolario? Una parola entra nel vocabolario se tante persone la usano e la capiscono e tante persone cominceranno a dire e scrivere "Com'è petaloso questo fiore!" o come suggerisci tu "Le margherite sono fiori petalosi, mentre i papaveri non sono molto petalosi ".

" Non sono gli studiosi a decidere quali parole nuove sono belle o brutte, utili o inutili. Quando una parola nuova è sulla bocca di tutti (o di tanti) allora lo studioso capisce che quella parola è diventata una parola come le altre e la mette nel vocabolario".

La parola è piaciuta anche al popolo dei social network al tal punto che l' hashtag #petaloso ha raggiunto in pochissimi minuti primo posto nei Trend Topic di Twitter. E chissà cosa ne avrebbe pensato l'eminente studioso e semiologo Umberto Eco, scomparso soltanto pochi giorni fa.

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