Il fitness secondo Romina – Il Tone Up

Da Romina @CodicediHodgkin

Vi accennavo, giorni fa, che ho rotto gli indugi (e non solo quelli, suggerirebbe il buon Maschio Alfa) e mi sono iscritta in palestra.

Orbene, non solo mi sono iscritta, ma ci sono persino andata. Il programma è tosto ma la situazione richiede una terapia d’urto: lunedì e venerdì lezione di tone up, martedì e giovedì pilates. Mercoledì bucatini all’amatriciana spinning (ma solo se le gambe non si rifiutano di muoversi).

Carica di buoni propositi, questa mattina alle 7:00 mi avvio verso la palestra. Premessa: quel male necessario che è stata la bleomicina mi ha lasciata, com’era prevedibile, totalmente spolmonata. Sotto sforzo i bronchi si chiudono e amen. Inoltre, avendo i turbinati ipertrofici, non respiro bene (meno male, direbbero i maligni, dato che, col naso che mi ritrovo, se avessi le narici libere l’aria la respirerei tutta io!). Se vogliamo completare il quadro, aggiungete che ho il sedere di piombo e che da anni la mia attività fisica si riduce a qualche camminata veloce per prendere il treno.  Il mio scopo era alternare il pilates alla piscina, nella speranza di “fare fiato”, cosa che mi manca completamente. Purtroppo, la palestra che ho scelto non ha la piscina e mi sono ritrovata a ripiegare su un’attività che mi aiutasse per questo scopo. Il tone up.

Ora, io mai nella vita avrei scelto il tone up se non fossi stata costretta.  Il poco di esperienza che ho in materia mi ha portata a non amare molto le lezioni di aerobica e simili. Musica orrenda, strafighe fomentate che si fissano negli specchi facendo smorfie da dura e, immancabilmente, un maestro isterico che non fa che urlare. Il problema serio, poi, è che queste attività mi fanno sentire deficiente. Io sono di uno scoordinato imbarazzante. Per me, quelle coreografie che ai più sembrano mossette da bambino dell’asilo, sono impossibili. Finisce invariabilmente che, una volta imparata la sequenza, il maestro cambia e fa fare la stessa cosa dall’altro lato. A quel punto mi impappino, incespico nei miei stessi piedi e mi avvilisco. Non potete chiedere ad una sequoia di muoversi.  Avete presente quando parte una musica accattivante e si cominciano a dimenare i fianchi? Io no. Se la musica accattivante parte, sono affari suoi, io sto ferma. Non ho l’istinto di muovermi. Al momento dell’iscrizione feci presente (con toni più morbidi, ovviamente) queste mie perplessità alla segretaria, la quale rispose con uno squillante “Ma scherzi? Ti pare che alla lezione delle 8:00 del mattino vi massacriamo? Prova!”.

Ho provato. Fortunatamente, le strafighe che si fanno le smorfiette allo specchio devono avere orari diversi dai miei. Il maestro iper-fomentato però c’è. Durante gli esercizi fa partire delle grida stridule che pare gli stiano strappando i testicoli con un ferro da camino rovente. A parte questo, è simpatico, devo ammettere. E non è stato nemmeno troppo “coreografico”. Abbiamo fatto ripetuto la medesima sequenza praticamente per tutta l’ora. Peccato che io l’abbia sistematicamente sbagliata tutto il tempo. Niente di grave, semplicemente andavo giù mentre gli altri eran su e giravo a sinistra mentre gli altri andavano a destra. Per me è già un’ottima prestazione.

Comunque, son fiera di me. Pensate che prima di ritrovarmi semisvenuta, fradicia di sudore, sdraiata per terra con i piedi tenuti alti su due step e il maestro che mi buttava l’acqua in faccia ho resistito ben 45 minuti…e chi avrebbe mai scommesso che avrei resistito quasi tutta l’ora!

Al momento, mi fanno male dunque, fatemi fare l’elenco…anzi, no, faccio prima a dirvi cosa non mi fa male: niente.

Però, vi dirò, son soddisfatta.

Domani inizio pilates, vediamo come va!


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :