Il fiuto dei Rockefeller

Creato il 25 settembre 2014 da Zamax

La Fondazione Rockefeller non investirà più nel settore dei combustibili fossili e quindi neanche nelle compagnie petrolifere. La signora Valerie Rockefeller Wayne, discendente di John D. Rockefeller Sr, fondatore nel lontano 1870 della Standard Oil, dopo aver partecipato alla People’s Climate March in quel di New York, ha spiegato la decisione con «l’imperativo morale di preservare un pianeta in buona salute». Più pragmatico, Stephen Heintz, presidente del Rockefeller Brothers Fund, ha detto: «Siamo convinti che se Rockefeller Sr fosse qui oggi, da astuto uomo d’affari orientato al futuro, si starebbe muovendo fuori dal business petrolifero per investire nell’energia rinnovabile e pulita». Benché non lo creda quasi nessuno, Heintz per primo, io sono invece convinto che un redivivo Rockefeller Sr potrebbe davvero fare quanto Heintz ha dichiarato, ma non per motivi puramente imprenditoriali, come si vorrebbe lasciare intendere. Quando un imprenditore diventa un grosso imprenditore, diventa anche un personaggio pubblico. Correre dietro solamente al consumatore non gli basta più. Si rende conto che il politico o il leader dell’opinione pubblica possono fargli del male, o che possono essere suoi preziosi alleati. Ecco allora che corre dietro anche a loro. Ed ecco allora spiegate le fisime ostentatamente filantropiche (anche Rockefeller Sr morì filantropo), salutiste e ambientaliste di certi miliardari alla moda. Anche questo, naturalmente, è fiuto. Ma è molto meno nobile o molto più gretto del fiuto che l’astuto uomo d’affari usa nei confronti del consumatore. Quest’ultimo odora di sollecitudine, l’altro puzza di cortigianeria.

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