Versione filmata dell’omonimo romanzo di Mohsin Hamid, “Il fondamentalista riluttante” ha il merito di analizzare la tragedia del nostro tempo con una prospettiva e da un punto di vista bipartisan, almeno per quello che è possibile ad una regista indiana ma cosmopolita come Mira Nair, abituata da sempre ad un cinema meticcio che arriva ad esserlo non solo per la prevalenza di personaggi sradicati ed amori melting pot (“Missisipi Masala”, 1991 e “La famiglia Perez”, 1995),ma anche di scelte low and high sia in termini produttivi che contenutistici. Destinato ad un pubblico internazionale il film della Nair è di quelli che fanno proseliti tra chi sullo schermo ama ritrovare più certezze che sorprese. In questo senso “Il fondamentalista riluttante” ne fornisce a piene mani con gli americani cinici e spietati a far la parte dei cattivi – anche la fidanzata del protagonista per quanto differente, non mancherà di deludere le aspettative del protagonista— etuttigli altri destinati al ruolo di buon samaritano. Al contempo però la Nair e la sua storia non dimenticano di rimarcare il fattor comune di una vicenda che nel ristabilire le posizioni di partenza - con Changez tornato all’ovile dopo aver rinnegato lo stile di vita americano in favore di un credo svincolato da qualsiasi ideologismo – sembra pessimista sulle possibilità di dialogo tra le due fazioni, caratterizzate,anche nel migliore dei casi - come avviene per la possibile intesa con Billy (Lied Schrieber) l’agente della Cia che in un drammatico finale chiede a Changez di rivelargli il nascondiglio di un professore americano da poco rapito - da una perenne incomprensione. Elegante fin quasi alla patina, didascalico nella riproduzione del paesaggio, “Il fondamentalista riluttante” appassiona ad intermittenza e soprattutto per merito di Ritz Ahmed nella parte del protagonista, e di Kiefer Sutherland, superlativo in quella di Jim, il boss di Changez,protagonisti all’altezza della parte più interessante del film, quella che ripropone nel rapporto tra discepolo e mentore una dialettica che sembra la versione aggiornatadi quella istauratasi tra Gordon Gekko e Bud Fox nel film di Oliver Stone “Wall Street”(1987); E’ in quella fascinazione reciproca ed improvvisa, così come negli sviluppi egualmente repentini che si racchiude il senso della nostra epoca e dell’intero film. Film d’apertura dello scorso festival veneziano “Il fondamentalista riluttante” da la sensazione di voler piacere a tutti i costi. Ed è forse questo il suo limite più grande.
Versione filmata dell’omonimo romanzo di Mohsin Hamid, “Il fondamentalista riluttante” ha il merito di analizzare la tragedia del nostro tempo con una prospettiva e da un punto di vista bipartisan, almeno per quello che è possibile ad una regista indiana ma cosmopolita come Mira Nair, abituata da sempre ad un cinema meticcio che arriva ad esserlo non solo per la prevalenza di personaggi sradicati ed amori melting pot (“Missisipi Masala”, 1991 e “La famiglia Perez”, 1995),ma anche di scelte low and high sia in termini produttivi che contenutistici. Destinato ad un pubblico internazionale il film della Nair è di quelli che fanno proseliti tra chi sullo schermo ama ritrovare più certezze che sorprese. In questo senso “Il fondamentalista riluttante” ne fornisce a piene mani con gli americani cinici e spietati a far la parte dei cattivi – anche la fidanzata del protagonista per quanto differente, non mancherà di deludere le aspettative del protagonista— etuttigli altri destinati al ruolo di buon samaritano. Al contempo però la Nair e la sua storia non dimenticano di rimarcare il fattor comune di una vicenda che nel ristabilire le posizioni di partenza - con Changez tornato all’ovile dopo aver rinnegato lo stile di vita americano in favore di un credo svincolato da qualsiasi ideologismo – sembra pessimista sulle possibilità di dialogo tra le due fazioni, caratterizzate,anche nel migliore dei casi - come avviene per la possibile intesa con Billy (Lied Schrieber) l’agente della Cia che in un drammatico finale chiede a Changez di rivelargli il nascondiglio di un professore americano da poco rapito - da una perenne incomprensione. Elegante fin quasi alla patina, didascalico nella riproduzione del paesaggio, “Il fondamentalista riluttante” appassiona ad intermittenza e soprattutto per merito di Ritz Ahmed nella parte del protagonista, e di Kiefer Sutherland, superlativo in quella di Jim, il boss di Changez,protagonisti all’altezza della parte più interessante del film, quella che ripropone nel rapporto tra discepolo e mentore una dialettica che sembra la versione aggiornatadi quella istauratasi tra Gordon Gekko e Bud Fox nel film di Oliver Stone “Wall Street”(1987); E’ in quella fascinazione reciproca ed improvvisa, così come negli sviluppi egualmente repentini che si racchiude il senso della nostra epoca e dell’intero film. Film d’apertura dello scorso festival veneziano “Il fondamentalista riluttante” da la sensazione di voler piacere a tutti i costi. Ed è forse questo il suo limite più grande.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Sold out all’Arena di Verona la prima tappa italiana dei londinesi Mumford & Son...
“Love was kind, for a time/ Now just aches and it makes me blind/ This mirrors holds, my eyes too bright/ That I can’t see the others in my life/ We too young,... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Alessiamocci
CULTURA -
Top Ten Tuesday: Top Ten Books I've Read So Far In 2015
Top Ten Tuesday Top Ten Books I've Read So Far In 2015 Dopo una settimana di assenza, colpa connessione assente, ritorna Top Ten Tuesday con una bella... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Susi
CULTURA, LIBRI -
Recensione: Ti prego perdonami di Melissa Hill
"Ho nostalgia del tuo sorriso, della tua risata, del profumo della tua pelle, e mi fa impazzire non poterti stringere e dirti che ti amo. Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Roryone
CULTURA, LIBRI -
“Le avventure di Charlotte Doyle”, di Avi, Il Castoro; “Il piccolo capitano”,...
Pronti a salpare per due avventure che hanno il mare come scenario e la libertà per orizzonte?Anche per voi l’estate porta con sé la voglia di leggere storie... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Ilgiornaledeigiovanilettori
CULTURA, LETTERATURA PER RAGAZZI -
Stasera alle 21,15 su Rai Movie La 25ª ora di Spike Lee
Anno: 2002Durata: 134'Genere: DrammaticoNazionalita: USARegia: Spike LeeLa 25ª ora è un film del 2002, diretto da Spike Lee, tratto dal romanzo omonimo scritto... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Big Game
Anno: 2015Durata: 90'Distribuzione: Eagle PicturesGenere: AzioneNazionalita: USARegia: Jalmari HelanderData di uscita: 25-June-2015Il coraggio, un patto, la... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA