IL FONDAMENTALISTA RILUTTANTE - di Mohsin Hamid

Creato il 22 aprile 2013 da Ilibri

Autore: Il fondamentalista riluttante
Autore: Mohsin Hamid
Editore: Einaudi
Anno: 2007
Traduzione: Norman Gobetti

Prima dell'11 settembre 2001, il mondo è un contenitore di opportunità, e per chi è in grado di coglierle si aprono magnifiche sorti e progressive. Certo, la competitività è essenziale, ma Changez è bravo e non ha paura di lavorare duro: dopo studi impeccabili a Princeton (dove vive con sacrifici, a differenza degli altri ricchi studenti, di cui il libro fa un ritratto pure abbastanza benevolo), il giovane pakistano viene assunto come analista in una prestigiosa società di consulenza di New York. La vista dagli uffici dà alla testa: la vita è talmente lussuosa che l'inebriante sensazione di essere un privilegiato non lo abbandona.

Ma la realtà cambia rapidamente, le Torri Gemelle crollano e l'America diventa improvvisamente buona e pura o sporca musulmana.
Quello che colpisce è proprio il percorso psicologico vissuto da Changez, così efficacemente naturale poiché in un certo senso innocente e non intenzionale.
L'America gli ha dato un lavoro di successo, e con esso (l'illusione di) un ruolo nel capitalismo globale, ma adesso gli è ostile. La sua casa è lontana e la sua famiglia ha bisogno di lui e Changez sente davvero che ciò che lo circonda non gli appartiene. Più questa sensazione aumenta, più il giovane si isola, e più si isola, più viene isolato, in un circolo vizioso tanto banale quanto umano. Changez percepisce la violenza dell'atteggiamento americano che nasce in quegli anni e comincia a lavorare di meno. Un risentimento sempre più forte si fa strada in questo ragazzo mite, e straordinariamente saggio, che lo spinge a desiderare di tornare dalla sua famiglia, mentre l'India e il Pakistan stanno facendosi già la guerra  (avvenimento non sempre ricordato a Occidente).
Il giovane e promettente analista intraprende quindi una strada diversa, forse nemmeno così inaspettata...

"Il fondamentalista riluttante" è scritto con grande sensibilità e avvicina il lettore al tormento che probabilmente vivono molti esiliati. Con lo sfondo dell'11 settembre che rende tutto più concreto e drammatico, il cammino interiore di Changez potrebbe essere quello di tanti giovani musulmani negli anni Dieci di New York.

Non lascia il segno il personaggio, un po' pedante, della ricca e fragile Erica. Curioso invece il ruolo di Jim, capo di Changez, che non smette di credere in lui con convinzione, essendo anch'egli vissuto per qualche motivo da outsider.

Nel complesso, un libro "genuinamente" antiamericano e molto interessante per capire meglio l'inganno tirannico della società in cui l'America vive, ma in cui viviamo anche noi...