Il Forte di Exilles: il nuovo fronte caldo della Val di Susa

Creato il 05 giugno 2013 da Sulromanzo
Autore: Valentina MalcottiMer, 05/06/2013 - 14:30

La Val di Susa non dorme mai. Alla Tav si aggiunge un altro fronte caldo: il Forte di Exilles, una delle massime roccaforti del Piemonte. Riaperto al pubblico nell'estate del 2000, dopo anni di dispendiosi restauri, il Forte è a rischio chiusura per mancanza di fondi. Continua il destino inquieto di questo gioiello difensivo. Fu costruito una prima volta intorno al 1339. Fino al ‘700 passò di mano diverse volte, subendo varie modifiche strutturali, per poi venir raso al suolo dai francesi nel periodo napoleonico.

Tornati definitivamente in possesso della fortezza nel 1814, i Savoia la ricostruirono, ma dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 fu saccheggiata e abbandonata alla sua sorte finché, nel 1978, la Regione Piemonte non l’acquisì dal demanio militare. In tempo di guerra ospitò battaglioni di alpini ma, non me ne vogliano le penne nere, non furono i suoi inquilini più illustri. La leggenda narra che nel periodo tra il 1681 e il 1687, quando il Forte di Exilles era anche un carcere francese, abbia costudito un prigioniero "speciale", noto come la Maschera di ferro. Voltaire fu tra quelli che si appassionò alla misteriosa identità di questo detenuto trattato con i guanti. Ipotizzò che il volto celato da quella maschera fosse quello del fratello gemello di Luigi XIV. Alexander Dumas padre ne romanzò poi la vicenda ne Il visconte di Bragelonne. Recentemente il Forte di Exilles è stato la location evocativa di numerosi concerti. Nel 1984, fu anche scelto da Monicelli come set per Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno.

Ora mancano i soldi per tenere il Forte aperto, dato che la Regione non ha versato al Museo della Montagna, gestore della struttura, il contributo per la gerenza. Dalla penultima domenica di maggio i battenti del Forte, in cima alla caratteristica "rampa reale" lunga un chilometro, sono chiusi al pubblico. Ma i valsusini non hanno smesso di difendere questo pezzo di storia della loro valle, e non solo. La loro arma? Questa petizione!

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