Siete diabetici o volete semplicemente provare un’esperienza nuova? Il frutto miracoloso è la soluzione per i vostri problemi
Avete mai sentito qualcuno dire “Mamma quant’è dolce questo limone!” oppure “Uuuh, adoro bere l’aceto, è dolcissimo!”? No? Beh, è comprensibile, ma vi sorprenderà sapere che è accaduto a molte persone nel mondo. La causa di questo comportamento apparentemente folle è una piccola bacca chiamata comunemente “frutto miracoloso” e, sebbene miracoli effettivi non ne faccia, i suoi principi attivi sono alquanto interessanti.
Miracoli esotici
La Synsepalum dulcificum è una pianta originaria dell’Africa Occidentale il cui frutto, conosciuto ai più con il nome di “bacca miracolosa” o “frutto miracoloso“, è capace di alterare fortemente la percezione dei sapori all’interno della nostra bocca. È stata documentata per la prima volta nel 1725 dal cartografo e navigatore francese Étiénne Renaud des Marchais che proprio in quel periodo stava attraversando l’Africa tropicale per un viaggio di esplorazione. Egli notò che alcune tribù indigene avevano l’usanza di mangiare delle bizzarre bacche rosse simili ad acini d’uva prima dei pasti, così decise di studiare meglio questo frutto. Scoprì, con sua grande sorpresa, che dopo aver mangiato una di queste bacche qualsiasi cibo normalmente aspro o amaro appariva dolcissimo per qualche ora e da questo fatto ha avuto origine il titolo di “frutto miracoloso”. Col tempo si è venuti a conoscenza dell’ampio uso dei frutti della Synsepalum dulcificum anche nella produzione di vino di palma, dove la sua polpa viene utilizzata come dolcificante naturale, e la questione ha attirato l’attenzione di alcuni ricercatori.
Nel 1968, il Prof. Kenzo Kurihara, biologo presso il Tokyo Institute of Technology, è riuscito a isolare la sostanza attiva presente all’interno delle bacche e l’ha chiamata miracolina. Si tratta di una glicoproteina, ovvero una proteina legata a zuccheri, che nel momento dell’assunzione si lega ai recettori responsabili di captare il dolce presenti sulle papille gustative della nostra lingua. La miracolina ricopre completamente questi recettori rendendoli meno sensibili, motivo per il quale il frutto miracoloso non risulta così dolce di per sé, ma nel momento in cui si assume un alimento o una sostanza acida due degli amminoacidi (His29 e His59) che compongono questa glicoproteina cambiano forma sovraeccitando i recettori e mandando segnali molto forti al cervello, come se si stesse mangiando qualcosa di estremamente dolce. Più è elevato il pH di ciò che viene assunto più dolce questo risulta al gusto, per questo motivo addentare un limone dopo aver mangiato un frutto miracoloso risulta un’esperienza alquanto piacevole, ma l’effetto dura solo un paio d’ore. Un legame con i recettori del gusto più forte provoca un sapore dolce più intenso e recenti studi hanno dimostrato che la mircolina attivata ha un legame circa cento milioni di volte più forte di quello dello zucchero.
Dolce ma… proibito!
Nonostante queste incredibili proprietà, oltre al fatto che potrebbe diventare un eccellente dolcificante per le persone affette da diabete, il commercio del frutto miracoloso è attualmente proibito tanto in Europa quanto negli Stati Uniti. La giustificazione è che non ci sono ancora stati sufficienti studi sui possibili effetti collaterali della miracolina e che, trattandosi di un frutto esotico, bisogna andarci cauti. Negli Stati Uniti, in particolare, negli anni ’70 la Miralin Company aveva tentato di metterla in commercio, ma era stata subito bloccata dalla FDA (Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali) per la necessità di ulteriori accertamenti e da quel momento l’intera storia è stata insabbiata, probabilmente sotto la spinta di compagnie che producevano zucchero e dolcificanti artificiali che temevano un crollo delle vendite. Altri paesi, come il Giappone, hanno invece accettato di buon grado l’introduzione del frutto miracoloso nel mercato e oggi vedono un fiorente mercato di pastiglie a base di miracolina.