Diseguaglianze sociali e salute: Rapporto nazionale
Da questo voluminoso rapporto estraggo il tema del post
Il fumo di tabacco è il principale fattore di rischio per numerose patologie croniche, in particolare malattie cardiovascolari, respiratorie e neoplasie; il fumo è coinvolto nella eziologia di un tumore su
quattro. In Italia si stima che muoiano circa 80mila persone ogni anno a causa del fumo di tabacco, di cui 38mila per tumore, 20mila per malattie del sistema circolatorio e 14 mila per patologie dell’apparato respiratorio.
L’abitudine al fumo rappresenta il maggiore fattore di rischio evitabile di morte precoce: al fumo è attribuito circa il 12% degli anni di vita in buona salute persi a causa di morte precoce o disabilità.
Negli ultimi decenni la percentuale di fumatori tra gli uomini si è progressivamente ridotta, mentre è in aumento nelle donne.
Nel triennio 2007-09 il 28% degli italiani di 18-69 anni ha riferito di fumare sigarette quotidianamente. Fumano di più gli uomini e, in entrambi i generi, le persone di 18-34 anni, quelle con scolarità media inferiore e quelle che riferiscono di avere molte difficoltà economiche.
L’abitudine al fumo è più diffusa nelle regioni centro-meridionali per gli uomini e in quelle centrali
per le donne.
Negli uomini l’abitudine al fumo di sigaretta è condizionata dallo stato socioeconomico in tutte le ripartizioni geografiche; questo fenomeno è più evidente tra 18 e 49 anni, dove la prevalenza quasi raddoppia passando dalla classe più avvantaggiata a quella più svantaggiata; oltre i 50 anni le differenze sono più contenute pur senza annullarsi.
Lo stesso andamento è evidente quando si considerino separatamente il livello di istruzione e le difficoltà economiche percepite (vedi allegato online). Tra i 18-34enni, ad esempio, la prevalenza di fumatori diminuisce linearmente al crescere del titolo di studio: si passa dal 60% fra chi ha una licenza elementare o nessun titolo d’istruzione al 26% di chi ha una laurea. Tra i 50 e i 69 anni, invece, la prevalenza diminuisce in modo significativo soltanto tra i laureati.
La prevalenza di fumatori è strettamente associata anche alle difficoltà economiche soprattutto tra gli uomini con età superiore a 35 anni; tra i 35-49enni fuma il 49% degli uomini con molte difficoltà, il 39% di quelli con qualche difficoltà e il 29% di chi riferisce di non avere difficoltà economiche. Tra i più giovani il gradiente non è lineare: fuma in percentuale quasi simile chi ha riferito molte difficoltà (45%) o alcune (43%), mentre fra chi riferisce di non averne la percentuale è minore (35%) in maniera statisticamente significativa.
Donne
Complessivamente l’abitudine al fumo di sigaretta nelle donne è influenzata dallo stato socioeconomico, ma l’andamento geografico è più complesso rispetto a quello osservato per gli uomini: tra 18 e 49 anni fumano di più le donne con svantaggio socioeconomico in tutte le ripartizioni geografiche; tra le ultra 50enni non emergono differenze al Nord, mentre al Centro-Sud la prevalenza di fumatrici aumenta all’aumentare dello stato socioeconomico.
Il fenomeno è verosimilmente attribuibile alla diversa associazione tra fumo e livello d’istruzione
nelle varie classi d’età (vedi allegato online). Per le donne con età inferiore a 49 anni la bassa istruzione sembra essere un fattore di rischio: tra le donne con scolarità elementare o nulla la percentuale di fumatrici è infatti il doppio di quella tra le laureate. Oltre i 50 anni, invece, l’abitudine al fumo cresce con il livello di istruzione.
In tutte le classi d’età, la prevalenza di fumatrici aumenta tra le donne che riferiscono “molte difficoltà economiche”
Il video è molto forte ma anche la morte è un dolore ..troppo forte!