Il fuoco del camino fa male?

Creato il 25 novembre 2015 da Abcsalute @ABCsalute

Camino a legna e salute - iStockphoto.com
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Con l’arrivo del freddo invernale l’immagine di un tradizionale camino a legna evoca un’immediata sensazione di calore e familiarità: per scaldarsi, niente sembra più sicuro di una scelta naturale come la legna. Eppure è lecito chiedersi se riscaldarsi al fuoco del camino potrebbe essere rischioso per la salute.

Cosa produce la combustione della legna?

Ogni tipo di combustione, inclusi gli eventi naturali come l’eruzione di un vulcano, produce composti potenzialmente tossici, ma l’esposizione ai fumi di una combustione di origine vegetale è più salutare di quella fossile.

Ardere legno o carta comporta la produzione degli stessi composti chimici e inquinanti atmosferici, inclusi quelli tossici, mutageni o cancerogeni come gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) o le diossine. La differenza sostanziale si evince dal punto di vista tossicologico: le sostanze sprigionate dalla combustione di biomasse, per esempio il levoglucosano, possono essere facilmente tracciate e, di fatto, basta un’analisi delle urine per rilevare il levoglucosano nelle persone esposte a lungo al fumo del camino.

Inoltre, i dati emersi da specifici studi dell’aria interna ed esterna in presenza di camini tradizionali accesi, mostrano che la combustione della legna è potenzialmente più pericolosa per l’inquinamento atmosferico che per la salute dell’uomo.

I composti chimici respirati davanti a un camino svolgono sull’uomo un’azione così esigua da essere ritenuta poco rilevante nello sviluppo di una malattia come, per esempio, il tumore ai polmoni; mentre la combustione del legno per stufe e caminetti rappresenta una delle principali fonti di PM10 (polveri sottili) che contribuiscono ad accrescere l’inquinamento ambientale specie in territori particolarmente freddi.

Come si distingue la buona combustione da una cattiva?

La qualità dell’aria riscaldata in casa dal camino dipende dalla qualità della combustione.
Una buona combustione della legna si riconosce da:

- fiamme di colore giallo-rosso o rosso chiaro
– fumo quasi invisibile e inodore
– cenere leggera, bianca o grigio chiaro.

Una cattiva combustione della legna si riconosce da:

- fiamme di colore rosso scuro
– fumo scuro, nero o denso
– cenere pesante e scura.

Qual è la legna migliore per il camino?

Non tutta la legna è adatta per accendere un fuoco nel camino o alimentare una stufa. Per scaldare l’aria in modo naturale e sano è necessario scegliere legna non trattata con vernici o prodotti chimici, e il più possibile secca e stagionata, perché il legno umido e verde produce una maggiore quantità di fumo di cattiva qualità. L’umidità ottimale del legno non deve superare il 20%, valore misurabile con appositi strumenti di rilevazione.

È importante tagliare la legna in pezzi medio-piccoli ed evitare di caricare il camino o la stufa: la legna arderà con fatica e in tempi più lunghi.

Manutenzione del camino a legna

Fare una buona manutenzione del camino a legna è la prima e più importante attenzione per garantire un riscaldamento domestico naturale e sano.

Se non si è pratici, bisogna affidarsi a un professionista per controllare regolarmente le canne fumarie, specie in vista della prima accensione dopo la pausa delle stagioni calde, e assicurarsi che ci sia un buon tiraggio e un buon riciclo di aria, condizioni basilari per una combustione salutare e la poca dispersione di polveri inquinanti.

Infine, per assicurare il corretto apporto di aria, occorre mettere la cenere del camino in un contenitore metallico con coperchio, e va lasciarlo lontano dalla legna e fuori dall’abitazione, possibilmente su una lastra di mattoni o cemento.

Per maggiori approfondimenti, consulta un documento dell’Arpa, come scegliere la legna e fare manutenzione del camino.


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