il filmato mostrato da la7 del fuori onda di Favia il consigliere regionale dissidente del M a 5 Stelle eletto in Emilia-Romagna che sparava a zero contro Casaleggio e Grillo accusandoli di “tutto e di più ” forse non ha avuto l’effetto desiderato dai partiti del regime Monti, infatti nei sondaggi di Pagnoncelli il Movimento a 5 stelle è ancora a circa il 18%. Dunque è valsa a ben poco anche l’intervista sempre su La7 ad Otto e mezzo condotta da Lilli Gruber ( giornalista di manifesta fede PD ) a Favia, che si prefiggeva il medesimo scopo, cioè quello di provocare un forte calo di consensi al movimento di Beppe Grillo. Favia si è presentato come un martire, una vittima del despotismo interno al M. a 5 stelle praticato in primo luogo da Casaleggio ma anche dallo stesso Grillo. Si è detto comunque dispiaciuto e pentito del suo sfogo avuto col giornalista di Piazza Pulita, in particolare contro Gianroberto Casaleggio che ha accusato di essere un tiranno estremamente vendicativo, avvenuto fuori onda e registrato a sua insaputa. Senonché Favia che si è presentato al pubblico di La7 come un onesto ingenuotto messo in trappola da un volpone di giornalista ( ed era appunto questa l’immagine di Favia che si voleva dare nell’ intervista della Gruber ) in realtà aveva già rilasciato altre interviste in precedenza ed è anche un tecnico abbastanza esperto tanto di telecamere che di microfoni, quindi è quantomeno opinabile che davvero non si accorgesse di essere ripreso mentre parlava in fuori onda. Favia si lamentava della scarsa democrazia all’interno del movimento in cui tutto verrebbe sempre ricondotto a decisioni finali spettanti solo a Grillo e a Casaleggio. Ora avendo sentito anche parecchie altre fonti a riguardo a me non risulta che le cose all’interno del 5 stelle vadano esattamente come le ha descritte lui perché se così fosse penso che oltretutto le diserzioni sarebbero state molto più consistenti e all’ordine del giorno e che quindi a quest’ora il Movimento a 5 Stelle sarebbe estinto da un pezzo. Che Grillo e Casaleggio che ci stanno mettendo la faccia nel portare avanti questo movimento esercitino dei controlli per evitare che i militanti perseguano scopi diversi da quelli dichiarati nel ” non statuto ” è verosimile ma è anche logico, e che questo venga interpretato come mancanza di democrazia e strumentalizzato come tale dai partiti consociati sotto l’egida del governo Monti ( PDL, PD, UDC, FLI ) e che si auspicano lo scioglimento del Movimento a 5 Stelle è altrettanto verosimile e altrettanto logico dal momento che se ne sentono fortemente minacciati per le sue proposte alternative che stanno avendo molta più presa sulla gente di quanto loro non avessero preventivato.
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