Il futuro di Nokia

Creato il 20 settembre 2010 da Malcommac

La missione di Stephen Elop, ex presidente divisione businness di Microsoft e ora a capo di Nokia è quella di mettere ordine nel grande caos post 2004 e risvegliare il gigante finlandese da un torpore che inizia a costarle leadership e profitti.
Se è vero che per il momento Nokia rimane leader nel market share dei cellulari è altrettanto significativo il fatto che della fascia alta (quella che realmente conta per i profitti) sembrano essersi un pò perse le tracce.

Ci sono enormi quantità di cellulari venduti ma pochi, davvero troppo pochi sono gli smartphone.
Il grosso della cifra è rappresentato da tutti quegli apparecchi poco costosi e poco influenti per profitti sul bilancio.
Al ritmo di uno all’anno, negli ultimi 4 anni Nokia ha cercato inutilmente di rinascere e creare il cosidetta iPhone killer, ma senza mai riuscirci.
L’arrivo di Android e prossimamente di Windows Phone 7 fanno ancora più paura: si tratta per Nokia di una sfida nello stesso campo da gioco, quello che ormai quasi dieci anni fa conquistò scalzando Motorola.

Ma quali sono i problemi che dovrà affrontare il nuovo CEO?

Innanzitutto, come dicevo all’inizio, è necessario fare ordine e convergere verso un unico sistema operativo: se le opzioni sono un Symbian qualsiasi e MeeGo, probabilmente la scelta migliore è proprio quest’ultimo.

Non è neanche lontanamente possibile fare tabula rasa e creare qualcosa da zero, sia per questioni di tempo (Nokia è fortemente in ritardo e rischia di perdere nel giro di qualche anno la parte più profittevole del mercato telefonico) che per capacità di sviluppo.

Una alternativa disperata potrebbe essere una scelta esterna, che la relegherebbe però a semplice produttore hardware: si tratta di scegliere se supportare Android o Windows Phone 7 (il fatto che Elop provenga da una lunga carriera a Microsoft potrebbe certamente fare da traino su questa strada, che però come avrò modo di dire più avanti, è deleteria nel lungo periodo).

Ma il problema certamente più grande di Nokia affonda nelle sue radici e nella sua cultura: si tratta fondamentalmente di un produttore hardware.
In Nokia, come è stato già riferito da diversi impiegati, tutto ruota intorno all’hardware; nella costruzione di un nuovo dispositivo sono coinvolti e decisivi tutti i membri del team hardware. La parte software è relegata in secondo piano e non c’è nessuna coesione tra i due mondi.

Un ingegnere Nokia ha scritto qualche tempo fa a DaringFireball:

“[..] Il fatto è che a Nokia è l’hardware che guida ogni scelta. Il software è scritto da una piccola parte del team e una volta completato viene fatto approvare dagli ingegneri dell’hardware: loro decidono cosa ci va e cosa è da escludere.
Non è raro che del codice scritto e testato sotto determinate condizioni venga messo sotto processo perchè nel corso del tempo magari si è deciso di ridurre la RAM a disposizione.

[...]

In più mi è capitato di leggere la loro “analisi competitiva” su iPhone. Si tratta di qualche slide PowerPoint dove vengono elencate tutte le ragioni sul perchè la strategia che la società sta seguendo è quella giusta e non dovrebbe essere cambiata. Tra tutti i punti c’era anche una previsione sul fallimento di iPhone e riguardava il laborioso processo di approvazione delle app su AppStore. Si trattava di un documento dell’epoca di iPhone 3G… non credo ci siano molte scuse per questo [...]“

Il fatto è che a Nokia odiano il software: si ha invece completa fiducia sul fatto che soltanto un buon hardware sia in grado di attirare i consumatori.

In questo senso l’ingresso di Elop (proveniente da una società così software-centrica come Microsoft) non può far certo che bene. Non si tratta di rinnegare un buon hardware, ma è indubbio che una buona piattaforma è una amalgama di hw e sw e che inizia sopratutto attraverso quest’ultimo.
L’errore più grande di Nokia ora potrebbe essere quello di scegliere la via più rapida, Android o Windows Phone 7; la società finlandese non ha bisogno di fare “telefoni Android” o “telefoni Windows”, ma “telefoni Nokia”. Essere spedito a creare componentistica, per quanto di alto livello, impoverirebbe molto la società e farebbe da apripista ad un futuro da anonimo spettatore.


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