Il Gambero conservatore

Da Trentinowine


Dunque, il gran giorno, si fa per dire, è arrivato. La classifica trentina del Gambero Rosso è stata pubblicata.
Proviamo a riassumere.
1) I Tre Bicchieri quest’anno sono dieci (nella guida 2014 erano stati 11 e in quella 2013 erano ancora 10)
2) L’Alto Adige – metà dell’area vitata rispetto al Trentino – ha ottenuto 28 segnalazioni
3) Il Trentino del Gambero ormai è appiattito esclusivamente sull’immagine del Metodo Classico TRENTO e TRENTODOC: 7 segnalazioni su 10. Questo avviene mentre la produzione di MC trentino è quasi marginale rispetto alla produzione totale di vino trentino: circa 5 / 6 %.
4) I vini rossi prevalgono sui vini bianchi (fermi): due segnalazioni (San Leonardo 2008 e Teroldego Rotaliano Vigilius 2013 De Vescovi Ulzbach) contro una (Mueller Thurgau Forche 2013 di Cembra). E questo mentre in Consorzio Vini si ripete allo spasmo e allo spasimo che il Trentino è una terra di grandi vini bianchi.
5) Nella classifica del Gambero, vedo molte conferme e poche novità e qualche escluso che non capisco: esce di scena il Gral di Cavit ed esce di scena anche Cavit (a mio avviso immeritatamente: il suo Pas Dosé secondo me fa le scarpe alla maggior parte dei TRENTO di questa classifica); Ferrari, Abate Nero, Mezzacorona e Letrari si confermano. Le Forche di La-Vis e Cembra pure. Conferma anche per il marchese di San Leonardo (lo scorso anno con il Carmenère, quest’anno con la sua bottiglia classica). Per Balter e Methius è una gradito rientro. Insomma diciamo pure che le novità sono poche. Rispetto allo scorso anno mancano all’appello alcuni grandi produttori di rosso piuttosto noti: Pojer e Sandri, Foradori, Zeni e Pravis.

Considerazioni finali con un convinto inchino di ordinanza ai premiati senz’altro meritevoli. Ho la sensazione che il Gambero abbia un’idea piuttosto conservatrice e ripetitiva del Trentino. Che non sappia cogliere le novità, la ricerca e l’innovazione che pure in Trentino ci sono.
Il resto delle considerazioni le lascio ai gentili lettori.