La trama (con parole mie): spinto dal successo come spalla di Shrek, il Gatto con gli stivali guadagna una sua personale pellicola che ne esplora infanzia ed origini collocandole in un mondo che pare a metà tra l'Andalusia ed il Messico, preoccupandosi, più che della fiaba d'origine, di confezionare un prodotto che sfrutti le gags nate dalla collaborazione tra lo stesso Gatto e Humpty Dumpty, senza farsi mancare l'introduzione di un nuovo felino femminile, Kitty Zampe di velluto.L'insolito trio, cercando di mettere da parte vecchi rancori e rivalità, andrà alla conquista di un leggendario tesoro grazie ai fagioli magici sperando, al contempo, di risolvere tutti i sospesi con il passato.
E così, la Dreamworks ci è ricaduta.Neanche il tempo di farmi ricredere dopo quel gioiellino di Dragon trainer, ed ecco che la casa madre di Shrek e soci torna sui suoi passi certo meno aggraziati e felini confezionando uno dei film d'animazione più inutili dai tempi del pessimo Megamind di fine 2010, di fatto gettando alle ortiche un - l'unico? - personaggio potenzialmente interessante dell'ormai commercialissimo franchise dell'orco più famoso del mondo dei cartoons.Il gatto con gli stivali, infatti, mantiene la caratteristica peggiore dei peggiori prodotti del suo produttore, ovvero riuscire a condensare nel trailer gli unici momenti divertenti dell'intera pellicola che, a visione conclusa, risulta essere assolutamente meno convincente in un'ora e mezza rispetto piuttosto che in due rosicati minuti.
Le colpe principali vanno imputate, come di consueto, ad una cura praticamente nulla dello script, giocato tutto ed inesorabilmente sulle singole e pretestuosamente divertenti gag a scapito dalla logica dell'intera vicenda, così come allo spessore inesistente dei protagonisti, ridotti a macchiette senza alcun appeal, che il pubblico sia adulto oppure no: faranno pur vendere tonnellate di merchandising, eppure questo tipo di personaggi inesorabilmente monodimensionali ha ormai sul sottoscritto lo stesso effetto dei cinepanettoni, ovvero una voglia incontrovertibile di sfoderare le più violente bottigliate all'indirizzo dei responsabili della presenza di scempi cinematografici di questo tipo in sala.
Proprio rispetto ai nostri obbrobriosi film natalizi - nell'anno appena passato fortunatamente e per la prima volta castigati al botteghino - prodotti come Il gatto con gli stivali paiono rappresentare la controparte d'animazione della stessa inguardabile materia, forti di un'affluenza durante le Feste sempre piuttosto consistente di famiglie alla ricerca del titolo che possa soddisfare grandi e piccini: la speranza è che, prima o poi, anche per i buoni, vecchi cartoni animati giunga il momento di una sorta di selezione naturale operata da spettatori finalmente alla ricerca dei prodotti migliori, non soltanto delle peggio schifezze giusto per passare un'ora e mezza con i ragazzini seduti tranquilli ed anestetizzati da popcorn e caramelle.
Un 2011 che si chiude dunque malissimo per l'animazione, complici il deciso calo del prodotto Pixar e l'ennesima conferma negativa della Dreamworks, senza neppure considerare schifezze come Rio: rispetto alla grande distribuzione, pare sia rimasto soltanto lo Studio Ghibli a mantenere alte le speranze degli appassionati del genere - e non solo -.
Dunque il consiglio è quello di recuperare lo splendido Arrietty o l'ancora più incredibile Totoro, dimenticandoci di questo scialbo Gatto con gli stivali per lanciarci sul Gattobus della Fantasia.
Quella vera.
Lontana dalle battute di poco conto e dalle gag reiterate manco fossimo nel più banale dei cabaret televisivi.
MrFord
"Ooh you're a cool cat
coming on strong with all the chit chat
ooh you're alright
hanging out and stealing all the limelight
ooh messing with the beat of my heart yeah!"The Queen - "Cool cat" -