Il Gattopardo

Creato il 12 settembre 2015 da Luna

Mi è piaciuto fortemente il senso di curiosità che ti ispira la lettura di questo romanzo storico.
Mentre le pagine scivolavano via dalle mie dita, piccole  pause distoglievano la mia attenzione dal principe Fabrizio per ripassare mentalmente la storia di quei tempi. Il 1860. Periodo storico interessante e rivoluzionario. I Mille avanzano con a capo Garibaldi e i nobili prevedono una nuova ascesa al trono. Un nuovo Re.
Tutto fa paura. Il cambiamento.
In un clima di moti e ideologie faremo insieme ai Salina un pezzetto di strada soffermandoci soprattutto sulla vita dello zione Fabrizio. Che personalità felina e imponente. Che pensieri preziosi, pregni di grandi verità.
Ricordo bene il discorso che fece a Chevalley rifiutando di diventare Senatore  del Regno.
Parlò della Sicilia. Di questa terra di fuoco e speranze.
Dell’orgoglio siciliano, della sua presunzione.
Dell’illusione di una perfezione mancata. Dei mille popoli dominatori.
Dei tanti colori e pensieri.
Di un popolo che dorme e che aspetta che gli altri cambino le cose.
Mi ha colpita come non credevo e portata a riflettere sul cambiamento.
Venti che hanno soffiato e che invadono ancora.
Uomini dittatori che hanno fatto la storia.
Una terra che forse dorme ancora. Uomini che credono che non c’è nulla da cambiare.
E mentre la bellezza di secoli corre dietro agli sbagli e ai ripensamenti, la stanza si riempie di musica e all’improvviso inizia un valzer.
Ed eccoli insieme, Angelica e il suo bel Tancredi.
Forse l’amore è sfuggito in un attimo. Forse nascosto dalla passione giovanile.
Ma tutti noi ci abbiamo creduto fermamente.
E mentre l’ultimo Gattopardo muore ricordando la propria vita, io mi riempio di amarezza nostalgica.
Ancora la musica suona. 
E con lei lo scrosciare di fresche risate.
Luna



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