Mentre adesso è lì, nella casa della sua infanzia, davanti alla madre morente, Stephen pensa che ha avuto diverse occasioni di ripetere agli altri la solita omelia secondo cui Dio opera in modo misterioso, che spesso non c’è modo di comprendere il suo operato. Pensa, ma non ne è convinto. Rivede allora suo padre e suo nonno e li pensa come se fossero delle creature divine. Non divinità in senso religioso, ma figure simili agli dèi che secondo gli indiani abitano questi boschi del Nord. In questo senso, si dice Stephen, suo padre e suo nonno sono degli dèi: hanno sottomesso la foresta, portato la civiltà a Sawgamet e nelle storie tramandate fino a lui è impossibile distinguere il mito dalla realtà.
Pensa, Stephen, che gli rimangono solo queste ultime, poche settimane per restare accanto a sua madre e per cercare di separare la verità dalla leggenda…
Ambientato nelle gelide terre selvagge del Canada occidentale, Il ghiaccio fra le mani di Alexi Zentner evoca fortemente la crudezza della frontiera del 19° secolo riuscendo a integrare una rilevante gamma di stili nella sua trama forte, complessa.
Un romanzo d’esordio prezioso, di valore. Una scrittura travolgente, tumultuosa, furibonda, piena di fantasmi, di spiriti e di misteri. Ricorda Galore, tentacolare romanzo di Michael Crummey, per come Zentner esplora il significato del mito e della religione ricordandoci in modo spesso veemente quanto l’essere umano sia legato in modo così profondo alle forze più oscure e recondite della natura.
Alexi Zentner
Il ghiaccio fra le mani
(traduzione di Federica Oddera)
Einaudi
2012