Il Giappone animal-killer che non ti aspetti!

Creato il 29 giugno 2011 da Chit @chit67

Poco meno di quattro mesi or sono, l’11 marzo per l’esattezza, il Giappone fu colpito da quello che una grande-mente italiana qualche tempo dopo definì “un castigo di Dio”. In realtà si trattò molto semplicemente ed altrettanto drammaticamente di una reazione a catena causata da un terremoto, che provocò uno tsunami che arrivò a colpire le coste giapponesi radendo al suolo gran parte di ciò che il terremoto aveva risparmiato, centrali nucleari comprese.

Immediatamente ci fu una grande partecipazione collettiva ed una mobilitazione internazionale per aiutare quelle popolazioni così duramente colpite, un po’ ovunque venne riconosciuto e lodato il loro altissimo senso civico (eccezion fatta per i tecnici della Tepco), la loro compostezza, il loro silenzioso dolore e la loro operosità. Per settimane i riflettori dei media restarono puntati sui reattori delle centrali danneggiate e sul monitoraggio dei livelli di radiazioni nel Paese.

Migliaia sono state le vittime (sul colpo), altre ahinoi presumibilmente verranno negli anni a venire per le radiazioni (Chernobyl insegna), l’intera zona della prefettura di Fukushima prima popolata da 70mila abitanti e destinata al pascolo ed alla coltura agricola, evacuata nel raggio di 20 chilometri dalla sua centrale per il rischio di radiazioni (alla faccia del nucleare sicuro).

Tutto a posto quindi verrebbe da pensare, vero?


Ci sono un Paese ed un popolo che hanno reagito alla disgrazia rimboccandosi le maniche, circoscrivendo i possibili danni e ponendo le basi per la ricostruzione e per un futuro più sicuro.

Questo ci hanno fatto credere i media e questo, mea culpa, ho creduto anche io fino alla scorsa settimana quando m’è capitato di vedere un documentario su una tv satellitare in cui si raccontava senza troppi fronzoli e censure (tipici dei media nostrani) della situazione attuale in quella regione.
Le radiazioni nella zona continuano ad essere ben al di sopra del limite umano tollerato (tant’è che c’è chi spinge per aumentare a 30 il raggio di evacuazione dell’area) ma, soprattutto, la zona è attualmente interdetta all’accesso delle persone.
Costoro sono state evacuate nottetempo ed hanno dovuto abbandonare tutti i loro averi tra i quali però le autorità giapponesi sembrano essersi “dimenticate” che c’erano anche centinaia di migliaia di animali. Per loro è stato si predisposto dal governo un piano di eutanasia-forzata salvo poi non poter metterlo in atto perchè sono alte le radiazioni nella zona, risultano pochi ed in altre faccende affaccendati i veterinari incaricati (e forse non hanno neanche tanta voglia di prendersi una bella dose di microsievert) e così una buona parte di questi animali è attualmente morta ed in stato di decomposizione e la parte rimanente sta morendo o morirà di fame e sete nelle prossime settimane.

Posto qui di seguito un frammento di un servizio di Pio d’Emilia sul tema trasmesso da SkyTg24 la scorsa settimana:


 

Chiunque avesse tempo, voglia e soprattutto stomaco può cercare altri video sul tema su youtube o sul web anche se credo questo sia sufficientemente esplicativo di una vicenda .

Ora, capisco che non si possa salvare tutto, che spesso in fase di emergenza si debbano giocoforza fare delle scelte e che non tutte siano facili e condivise, ma questo atteggiamento ponziopilatesco delle autorità giapponesi, vi confesso, mi ha stupito ed amareggiato ed è il motivo che mi ha fatto rivedere in parte la mia opinione su quel Paese e su quel popolo. E se è vero che qualche giorno fa il governo giapponese in vista del nuovo piano di risparmio energetico (in attesa di ripristinare le fonti di produzione) ha invitato i suoi cittadini ad una pennichella io invece, al contrario, li invito a svegliarsi e… anche in fretta possibilmente, perchè mi dispiace ma stavolta mi avete proprio deluso o come dite Voi

私は失望している


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