Tutto è cominciato nel 1940 quando la zona, oggi occupata dal giardinetto, era ancora un caratteristico isolato comprendente la chiesa di San Michele, l'adiacente canonica che prospettava su Via Berenini e un'osteria con ingresso in Via Cornini Malpeli. Nessuno pensava che potesse essere stata diversa o che potesse diventarla. Pochi ricordavano che nel 1893 l'ingegnere fidentino Giovanni Musini si era preso lo sfizio di rifare la facciata della chiesa. A cambiare la situazione sul terreno ci pensarono le bombe che distrussero l'osteria ma lasciarono intatte chiesa e canonica. Passato il periodo bellico prima o poi si doveva pur far qualcosa e così la chiesa non fu più chiesa ma monumento ridotto allo stato laicale, la canonica fu poi abbattuta e ricostruita al posto della vecchia osteria ma con criteri all'avanguardia: basti pensare che aveva tre ingressi, uno per il parroco, uno per il curato uno per la perpetua anche se alla fine il solo funzionante era quello di servizio rivolto verso la Chiesa della Gran Madre di Dio, diventata nel frattempo chiesa parrocchiale. Alla fine quindi due costruzioni isolate e tuttora esistenti: la ex-chiesa di San Michele e la canonica che verrà poi anch'essa ridotta allo stato laicale, ed uno spazio da inventare. Il piano Regolatore decretò: area verde.
Il giardinetto di San Michele: genesi storico-urbanistica di una ordinanza.
Creato il 15 luglio 2010 da Ambrogio Ponzi @lucecoloreTutto è cominciato nel 1940 quando la zona, oggi occupata dal giardinetto, era ancora un caratteristico isolato comprendente la chiesa di San Michele, l'adiacente canonica che prospettava su Via Berenini e un'osteria con ingresso in Via Cornini Malpeli. Nessuno pensava che potesse essere stata diversa o che potesse diventarla. Pochi ricordavano che nel 1893 l'ingegnere fidentino Giovanni Musini si era preso lo sfizio di rifare la facciata della chiesa. A cambiare la situazione sul terreno ci pensarono le bombe che distrussero l'osteria ma lasciarono intatte chiesa e canonica. Passato il periodo bellico prima o poi si doveva pur far qualcosa e così la chiesa non fu più chiesa ma monumento ridotto allo stato laicale, la canonica fu poi abbattuta e ricostruita al posto della vecchia osteria ma con criteri all'avanguardia: basti pensare che aveva tre ingressi, uno per il parroco, uno per il curato uno per la perpetua anche se alla fine il solo funzionante era quello di servizio rivolto verso la Chiesa della Gran Madre di Dio, diventata nel frattempo chiesa parrocchiale. Alla fine quindi due costruzioni isolate e tuttora esistenti: la ex-chiesa di San Michele e la canonica che verrà poi anch'essa ridotta allo stato laicale, ed uno spazio da inventare. Il piano Regolatore decretò: area verde.
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