Pronti per l’ultimo capitolo sul gioco
Il discorso è talmente ampio che ne parlerò ancora, posso dire che per ora ho terminato l’attività del gioco simbolico e dei travestimenti per i bambini grandi.
Ampio spazio merita, durante la descrizione dell’attività di gioco simbolico, il gioco dei travestimenti.
Attraverso questo gioco i bambini imitano e fanno propri i gesti quotidiani degli adulti. Usano la fantasia e l’immaginazione, elaborano il loro vissuto, le emozioni che vivono nel rapporto con i loro genitori e con il mondo esterno.
Attraverso i travestimenti i bambini imparano ad esprimere i sentimenti, a verbalizzare le loro emozioni dandogli un nome e un significato, per acquistare nuova consapevolezza di sé. E’ un occasione speciale per superare le paure identificandosi con i personaggi interpretati.
Può essere interpretato come preludio della drammatizzazione.
Durante l’attività i bambini interpretano ruoli differenti e questo può suggerire all’educatrice che è giunto il momento di introdurre la lettura delle fiabe finalizzata alla drammatizzazione.
Allora perché leggere le fiabe ai bambini?
Le fiabe, come sappiamo, sono antichissime, ne abbiamo parlato nei post dello scorso anno su come e quali raccontare e come inventarle.
Il bambino si immedesima con le figure che compongono la favola, non chiederà perché un animale parla, ma crede in quello che sente e la facoltà di rivivere la storia appena sentita come reale gli permette di esternare le sue paure e le angosce che vive nella sua quotidianità.
La favola di Cappuccetto Rosso, la prima che si legge ai bambini, fa si che il lupo, figura negativa della storia, impersoni le prime paure dei bambini, il cacciatore che alla fine uccide il lupo fa capire che il bene vince sempre.
Nel post sulle favole dicevo che devono sempre finire bene, che per essere scorrevole una storia deve avere un inizio con la presentazione dei personaggi, una parte centrale dove il protagonista ha un conflitto con il cattivo e una fine dove il protagonista, aiutato dagli altri personaggi della favola riesce a vincere e a trionfare.
Un ricordo legato alla favola di Cappuccetto Rosso, mi fa pensare a quella volta che…
Alla fine della favola, una bambina mi ha chiesto se il lupo moriva davvero, sapendo che a quell’età i bambini non sanno cos’è la morte, ma pensando che se me lo chiedeva voleva dire che lei ci pensava al lupo e al fatto che in fondo potesse essere buono le risposi che il lupo tornava nel bosco perché era diventato buono, infatti durante la lettura non dicevo mai che il lupo mangiava la nonna e Cappuccetto, ma che le nascondeva nel ripostiglio e che il cacciatore non lo uccideva, ma che lo addormentava per liberare Cappuccetto e la nonna.