Il gioco della vita nelle “Carte” di Francesco De Napoli

Creato il 19 settembre 2013 da Retroguardia

Francesco De Napoli, Carte da gioco. Trilogia dell’infanzia. Prefaz. di Mario Santoro. Testimonianze di Massimo Grillandi e Giorgio Bàrberi Squarotti. Osanna Edizioni, Venosa, 2011, pp. 72

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di Paolo Ruffilli

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Francesco De Napoli ha opportunamente riunito in un unico libro tre poemetti, usciti in tempi diversi: L’attesa (1987), La casa del porto (1994-2002) e Carte da gioco (2001). Ne risulta un’operetta compatta e coerente, di intonazione poematica, che ha preso il titolo complessivo di Carte da gioco (Osanna Edizioni, 2011, pp. 72), introdotta da un’ampia e circostanziata prefazione di Mario Santoro.

Carte da gioco raccoglie e sancisce poeticamente l’infanzia lucana di De Napoli, le memorie della vita in famiglia segnata drammaticamente dalla morte del padre ferroviere e caratterizzata dalla figura intensa della madre, insieme e accanto alle altre figure portanti e decisive nell’educazione sentimentale di Francesco, dal nonno alle sorelle Ketty e Titti.

La poesia di De Napoli è rastremata ed incisiva e la sua vena elegiaca imbriglia le emozioni costringendole nella direzione di una volontà di approfondimento e di conoscenza che usa la pelle senza rinunciare alla testa, e capace insomma di esercitare una regia sulla mobilità dei sentimenti che agiscono nei legami di sangue dentro i quali, non solo attraverso i ricordi, la mente si sforza di entrare per capire mettendo a fuoco la propria personale identità.

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