La storia è piuttosto scorrevole per una lettura non impegnativa. Mi verrebbe da dire che si tratta di un libro da leggere sotto l'ombrellone, di quelli che propongono storie leggere, romantiche seppur con qualche complicazione. E' un libro che parla di amore, di rapporti famigliari più o meno convenzionali, che introduce temi delicati come l'aborto e l'omosessualità, che parla di donne, di madri, di figlie e di storie più o meno complicate.
La prima cosa che mi ha colpito è l'effetto che mi ha fatto leggere di protagonisti italiani, con nomi italiani e luoghi italiani. Ultimamente mi è capitato di leggere parecchi autori stranieri con personaggi e location internazionali. Mi ha fatto un certo effetto... Roberta è la protagonista, una bibliotecaria che vive una vita apparentemente normale ma che, all'improvviso, vede vacillare pericolosamente tutte le sue sicurezze. Attorno a lei ruotano una serie di personaggi che si raccontano un capitolo dopo l'altro e svelano le loro singolari storie.Lo fa sua madre, Malvina che racconta a sua volta di sua madre.Lo fa Oscar, il marito di Roberta. Lo fa lei, Roberta, che cerca un nuovo equilibrio personale prima che familiare.La sua presa di coscienza, nei confronti di un equilibrio che le comincia a stare stretto, mi è apparso un po’ repentino ma la situazione più assurda in assoluto è quella di Oscar e del rapporto con la sua ex moglie. Una donna che è entrata nella sua vita senza nulla pretendere (a partire dall’amore) e che non ha mai significato nulla per lui ma alla quale si è legato in modo secondo me assurdo. Questa cosa mi ha fatto un po’ storcere il naso. Per il resto mi è sembrato interessante leggere le storie delle donne della famiglia, il loro passato che ha poi segnato il loro presente.L’ho letto in fretta, non mi è sembrato un romanzo indimenticabile ma, nonostante le perplessità di cui sopra, come lettura di svago credo che ci possa stare.Si parla anche di libri grazie al mestiere di Roberta e ad una figura che emerge verso la fine del libro, un bibliotecario a cui ho rubato un’affermazione che mi è molto piaciuta:
E poi ci sono i libri. Te lo ricordi Paperon de' Paperoni che sognava di tuffarsi in una piscina piena di monete d'oro? Io, invece, sognavo di gettarmi in una piscina piena di libri. Quando penso a tutte le emozioni, le avventure, le sorprese che sono contenute in un buon libro, sono catturato da una frenesia incontenibile, da maniaco...Non avendo letto altro di questa autrice non posso fare paragoni. Qualcuno mi può aiutare a capire se posso aspettarmi qualche cosa di meglio da Sveva?