Il Giorno dell'Apocalisse - 13

Creato il 18 agosto 2013 da Marcar

IL GIORNO DELL’APOCALISSE – romanzo di Marco Caruso – Ogni diritto riservato

puntata numero 13

Sandro non sembra eccessivamente stupito di quanto ho appena narrato. Si tocca la testa, alza gli occhi verso il soffitto, come per cercare un’ispirazione, poi torna a guardare me, assorto, pensieroso.

- Allora – riprendo – ti rendi conto che ho bisogno di sapere tutta la verità per quanto riguarda il mio divorzio? Cos’è successo, esattamente, sette anni or sono? Perché Sara ha finto di tradirmi?

- Come potrei rispondere a queste domande? Ne so quanto te.

- Davvero? Io penso che tu sia a conoscenza di particolari che potrebbero aiutarmi a fare luce sulla mia situazione attuale… Chi sono i miei nemici, Sandro? Chi sta cercando di incastrarmi?

- Domande che dovresti rivolgere a tuo cugino. Fino a prova contraria, è lui che sta fuggendo dalle sue responsabilità!

- Vuoi dire che mi state prendendo per il culo in tanti, amico mio? E tu che ruolo hai in questa vicenda?

- Mi stai offendendo, Mario… Ti sono sempre stato vicino…

- E’ vero. Allora, parlerò di nuovo con la Clermont.

Sandro sorride – Fai come vuoi. Ma stai attento, soprattutto a tuo cugino… Dove si muove la CIA, il pericolo è reale ed incombente. Se il padre è davvero un famoso terrorista…

- Ti terrò informato. – concludo, seccamente. Ormai, non posso confidare neanche in lui.

La casa di madame Clermont è stranamente silenziosa anche di giorno. La giovane cameriera mi sorride, nell’annunciarmi la padrona.

La signora entra nella biblioteca, salutandomi con un certo calore… M’invita a sedermi accanto a lei, sul divano damascato, ed ordina alla cameriera di portarci tè e pasticcini; la ragazza s’inchina leggermente ed esce dalla stanza. Tutto molto carino. Manca solo la musica da camera.

- A cosa devo il piacere di questa visita?

- Alla mia rabbia ed alla mia paura! – Sembro un po’ freddino? – Non ho più voglia di giocare al vostro gioco! Anche perché c’è gente che non gioca affatto, ma fa dannatamente sul serio! Per poco, due giorni fa, ci rimettevo la pelle!

- Cos’è successo, signor Bersani?

-Diciamo che sono stato coinvolto, casualmente, nella caccia che CIA e Digos stanno dando ad un famoso terrorista internazionale…

- Dov’è, ora, suo cugino?

- Come fa a sapere di mio cugino… E cosa, esattamente, vorrebbe sapere?

La cartomante non risponde; anzi, attende risposte da me.

- Comunque – riprendo – non so davvero dove possa essere… So solo che gli stanno dando la caccia. Spero riesca a cavarsela.

Madame Clermont scuote la testa – Mi creda, suo cugino rappresenta una minaccia anche per lei! Si nasconda, signor Bersani, o sarà la fine! Anzi, se vuole evitare di tornare a casa, posso spedire un domestico a prendere la sua roba. In quanto a suo cugino, se lo prendono, sia che renda il Piano Apocalisse, sia che riesca a resistere alle loro pressioni, è un uomo morto.

- Piano Apocalisse?…

- Questo è il nome del documento che la CIA sta cercando di recuperare dalle mani di quello che lei ha appena definito come un terrorista.

- Madame, non posso nascondermi ora. Sto svolgendo una piccola indagine personale… E voglio scoprire cos’è successo sette anni fa, durante un periodo della mia vita che credevo di conoscere perfettamente. Allora, ne andò di mezzo il mio matrimonio; oggi, potrei perdere la vita! Sa, non posso permettermi di morire troppo presto: ho l’intenzione di vincere l’Oscar per la migliore sceneggiatura!

- E rivuole la sua ex moglie, scommetto!

Sento un brivido percorrere la mia spina dorsale fino ad incendiarmi il cervello: Sara!

- Sì… Desidero rivederla… - mi mancano le parole, ed un nodo chiude la mia gola – Ho… bisogno di lei! – I miei occhi sono pieni di lacrime, e me ne vergogno.

- Non sia così imbarazzato. Le lacrime non lavano via la dignità di nessuno. Rivedrà presto Sara perché la sua anima è sincera: lei può ritenersi molto più fortunato del suo amico, il dottor Lanza, che ha perso la sua Daniela per la vita intera e potrà rivederla solo nell’altra dimensione…

- Devo confessarle che, fino a qualche tempo fa, non avrei mai pensato di poter desiderare tanto la mia sposa…

- C’è solo Sara, ora, nel suo cuore, vero?

- Non posso negarlo, madame. Ma anche tanta paura. Credo d’aver incontrato il Demonio, l’altra notte!

L’anziana cartomante sorride – Stupefacente, vero? Ha capito cosa è riuscito a sottrarla dalle sue grinfie?

E’ difficile rispondere a questo quesito: la mia mente ancora rifiuta l’evidenza

- La Grazia Divina… Il pensiero di Sara… non saprei dirle di più.

Madame Clermont ride di gusto:

- La forza dell’amore, dunque!

Non ho niente da replicare, ormai. E’ un gioco davvero troppo grande, per me. Mi sento a disagio, e mi sta prendendo un gran senso di spossatezza. Mi alzo e saluto la signora.

Sulla porta d’ingresso al palazzo, mi raggiunge la domestica e mi consegna un pacchetto piuttosto pesante. Una volta in automobile, lo apro: contiene una rivoltella ed una scatola di munizioni calibro 22.

 ***

Rinchiuso da giorni in quel tugurio puzzolente, il Tedesco guardava stupefatto con quanto affetto il figlio naturale, quel mezzo ebreo nascosto al mondo intero, curava le gravi ferite riportate durante l’ultimo scontro con il nemico. I dolori alle gambe, dilaniate dall’esplosione che aveva semi-distrutto il villino circondato dalle Forze speciali del Ministero dell’Interno, si erano fatti insopportabili, ed Armando Leoni era ormai costretto ad iniettargli un po’ di morfina ad intervalli regolari. Del resto, la febbre alta dimostrava quanto Henkel avesse bisogno di un ricovero immediato in ospedale.

- Padre, hai bisogno delle cure di un buon ospedale… Non credi che le tue credenziali, così ben contraffatte…

- No! – ruggì Henkel per l’ennesima volta – Non puoi capire con quanto accanimento la CIA voglia prendermi… Anzi, lo capirai se solo riescono a prendere anche te! Ti avverto: non farti catturare vivo! Ti faranno a pezzi per farti dire il poco che t’ho raccontato… E continueranno per ore, giorni, per esser certi che non menti… Il guaio è che neanche loro possono lontanamente immaginare la verità, dunque la tua tortura si prolungherà indefinitamente, e tu conoscerai il significato della parola inferno.

Il Tedesco riprese fiato, poi, dominando il desiderio di implorare un’altra iniezione di morfina, aggiunse:

- Io sono un peso, ormai. Tu sei la mia speranza di vendetta, la mia unica speranza. E la mia vendetta sarà la tua ricchezza… Una ricchezza senza fine. Negli appunti che t’ho consegnato, troverai il recapito e-mail di alcuni amici fidati… Saranno i tuoi intermediari nella trattativa che ti opporrà all’Amministrazione USA. Ovviamente, non rivelerai mai né dove si trova il Piano Apocalisse né il metodo di criptazione dei dati.

Leoni ingoiò un singhiozzo. L’idea di perdere il padre che aveva aspettato per una vita, lo atterriva.

- La ricchezza… voglio dividerla con te! Sei sempre stato il mio idolo, il mito irraggiungibile… Io, piccolo ebreo, volevo essere come te…

Henkel avrebbe sorriso, se il dolore non avesse costretto il suo viso ad una smorfia scomposta.

Luisa mescola con infinita grazia la sua insalata mista, mentre le racconto gli ultimi avvenimenti. Ogni tanto manifesta la sua incredulità scuotendo la testa.

- Cosa ti sei fumato, Mario? Alludo alla notte del tuo incontro con il Maligno…

- Purtroppo, ero anche sobrio… Bevo pochissimo. Era una presenza maestosa e terrificante. Impossibile da descrivere compiutamente.

- Quel Sirio: direi di evitarlo!

- Mi cercherà lui, immagino…

- E cosa pensi di quella vecchia strega?

- La cartomante? Forse, mi fa persino più paura del demonio!

Luisa si siede davanti a me. La sua figura si staglia contro la finestra illuminata dal tramonto. Devo distogliere lo sguardo dalla luce sulfurea.

- Sono sicura che se non fosse per Sara, troveresti il modo per sganciarti da questa storia.

Non so cosa risponderle. Eppure, merita una risposta. Nei suoi occhi leggo l’amore che prova, lo stesso amore che non ho mai potuto darle.

- E’ vero – ammetto – Amo ancora la mia ex moglie. Lo trovi strano?

La ragazza interrompe il mio imbarazzato discorso con un sorriso:

- Io non ho alcun diritto su di te – mormora, non senza tristezza – Se vuoi Sara, prenditela pure… Ma cerca di non rischiare la tua vita. Quella gente… La Clermont, il tuo amico Sandro… Sirio… Tuo cugino! Troppi falsi alleati, troppi pericoli!

Mangiamo in silenzio. Un’idea pazzesca mi frulla in testa: e se cercassi di sfruttare Sirio per sapere qualcosa sulla Clermont?

Lascio Luisa a casa sua, salutandola con un bacio sulla guancia. Le ho fatto vedere la rivoltella, e s’è preoccupata ancor di più: strano atteggiamento che hanno le donne, davanti alle armi!

Sto per infilarmi in macchina, e sento la vociaccia del commissario Nori:

- Buonasera! E’ un po’ che stavo aspettando!

- Anche qui! Cosa vuole?

Nori ridacchia – Come, anche qui?! Guardi che i piantoni sotto casa sua non li ho messi io!

- E il mio telefono, chi lo controlla?

- Ha idea di quanto ci voglia per ottenere il permesso di sottoporre a controllo il telefono d’un privato cittadino? Eppoi, tutti, oggigiorno, hanno almeno un paio di cellulari!

- Mi arrendo. Cosa vuole stavolta?

- Fare quattro chiacchiere con lei. La seguo con la mia vettura: andiamo a casa sua!

- Potrebbero esserci microfoni, lo sa?

- Quelli arriverebbero a metterne anche nel mio ufficio. No problem! Andiamo. Tra l’altro, ho con me una buona bottiglia: ci farà compagnia.

Appena entrati in casa mia, Nori va ad accomodarsi sul divano, con la sua bottiglia in mano.  Sembra un vecchio amico in visita di cortesia: che diavolo avrà in mente?

- Accenda lo stereo, per favore!

- Vuole sentire un po’ di musica?

- Mi va di ballare… Su, lo accenda!

Metto un disco dance … Basterà a confondere i microfoni della Digos? O della CIA?

- Bene! – Nori attende che io mi sieda, dopo aver posato sul tavolino bicchieri e bottiglie.

- Faremo quattro chiacchiere! – annuncia, nell’accendersi un sigaro – Spero cordiali e produttive!

- Produttive per chi?

- Per entrambi! I nostri interessi convergono, amico mio!

- Vado a prendere ghiaccio e bicchieri, e qualcosa da masticare.

- Cognac con ghiaccio? Che pessimi gusti!

- Non per il cognac, commissario. Il ghiaccio è per un bicchiere di rhum e coca. Vuole assaggiare?

- Per carità: sono un bevitore rispettabile!

Porto il vassoio dalla cucina, e lui è già attaccato alla sua bottiglia.

- Che sete…

- Si scandalizza per così poco? Non conosce ancora gli altri miei vizi…

- Non ho alcuna intenzione di conoscerli – ribatto – Allora, vogliamo iniziare la nostra trattativa, se di questo si tratta?

- Ah, già. Vuole collaborare con me, signor Bersani?

- Le ho già detto tutto quel che so… - rispondo, meccanicamente.

Nori sbuffa una nuvoletta di fumo ed inizia a guardare la sua bottiglia di cognac come fosse la sfera di cristallo d’un veggente.

- Il dottor Romano ha tutta l’intenzione di chiudere l’istruttoria sul caso Jouber-Deschi; ritiene che il suicidio di Max Jaguar sia sufficiente a spiegare gli altri due delitti. Una confessione in piena regola!

- Il che vorrebbe dire che io ne sono fuori!

- Già… Ma, vede, io potrei provare che non è stato il giovane americanino a far fuori la Jouber…

Tossisco: la coca-cola mi va di traverso.

- … Perché Claudine Jouber è stata strangolata da un paio di mani molto forti! E si dà il caso che le mani di Deschi, Jaguar, e le sue, siano abbastanza diverse… Strangolando una donna, avreste lasciato impronte molto differenti. Deschi aveva dita corte; lei, Bersani, ha dita lunghe ed affusolate, mentre Jaguar aveva due manone da pugile. Mi segue?

- La seguo…

- Ebbene, avendo a disposizione i cadaveri di Jaguar e Deschi, ho fatto confrontare le loro impronte con quelle lasciate dall’assassino sul collo della ragazza. E sa una cosa strana? Non collimano affatto!

- Neanche quelle di Deschi?

- Non collimano!

- Ed allora?!

- Mah! Forse è stato un altro… Se le chiedessi di fornirmi le impronte delle sue dita, al di fuori di un controllo ordinato dal magistrato, si presterebbe?

- Io non sono un assassino! E non credo che si possa identificare l’assassino di Claudine dalle impronte digitali!

- In parte, è vero; anche perché il cadavere è stato in acqua per varie ore. Comunque, una comparazione è sempre possibile, con i sistemi d’oggi. Potrei convincere Romano a fare ulteriori accertamenti, no?

- Nori, faccia quel che vuole. Può continuare a tormentarmi, se crede. Comunque, l’avverto che non ho denaro!

- Ora, non mi offenda! Non ho intenzione di ricattarla. Sarebbe anche pericoloso. Ho accertato che lei è un violento…

   - Ma che dice?

- Una farfallina della cancelleria del tribunale, m’ha cortesemente riassunto i verbali della sua causa di divorzio. Risulta che lei picchiò più d’una volta sua moglie, vero?

- No! Dichiarò il falso per screditarmi davanti al giudice!

- Comunque, nei verbali è scritto così. Dov’è, ora, la sua ex moglie?

- E che ne so?

- Peccato… Avrebbe potuto chiarirci le idee, in proposito.

- Nori, quali sono le sue intenzioni?

- A me sembra strano, dopotutto, che il dottor Romano non si sia scomodato neanche per convocarla… Un interrogatorio non si nega neanche al più scalcinato ed improbabile dei testimoni riguardo ben due casi d’omicidio! Certamente, Bersani, qualcuno molto in alto la protegge!

Nori sorseggia il suo liquore per un minuto buono. Pensa di tenermi in pugno.

- Io vorrei evitarle, insomma, fastidi peggiori di quelli che ha già sopportato… Basta che lei decida di collaborare. Le sta bene il cinquanta per cento netto dei proventi?

- Di quali proventi sta vaneggiando?!

- Sto parlando di quanto ricaveremo dalla vendita agli Americani del famoso documento che il padre di suo cugino ha portato in Italia!

- Ma io non ho quel documento; e non so dove diavolo è andato a cacciarsi mio cugino! Mi vuole credere o no?!

Nori scuote il capoccione.

- Questa è la versione ufficiale, certo, è comprensibile… Ma non mi convince, caro amico. Studiando le sue vicissitudini, credo d’aver capito quanto lei sia importante per alcuni personaggi che hanno un grande interesse nel recuperare quel documento… Apparentemente, non la minaccia nessuno, ma lei è al centro di grandi interessi contrapposti. Se io la sbattessi in camera di sicurezza, tanto per approfondire le indagini, forse le farei un favore… Ha ancora compreso che non può continuare a reggere la pressione da solo? Ha bisogno d’un alleato, d’un amico fidato! Si ricordi la mia proposta.

Detto ciò, il commissario afferra la sua preziosa bottiglia, e se ne va.

FINE DELLA TREDICESIMA PUNTATA


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