Il Giorno dell'Apocalisse - 14

Creato il 19 agosto 2013 da Marcar

IL GIORNO DELL’APOCALISSE – romanzo di Marco Caruso – Ogni diritto riservato

puntata numero 14

La notte è abbastanza fredda. Il buio è calato all’improvviso, trascinandosi dietro una coltre di gelo che preannuncia la durezza dell’inverno che si avvicina.

 Se riuscissi a trovare Sara, potrei sapere la verità almeno su madame Clermont e la sua cricca.

Ma è inutile pensarci. Com’è strana questa sensazione di non essere più padrone di vivere la mia vita! Qualcuno sta tirando i fili della mia esistenza quotidiana senza neanche degnarsi di mostrare il suo volto ghignante, burattinaio crudele oltre ogni dire, tiranno inavvicinabile ed invincibile proprio perché si cela dietro l’intangibilità più assoluta!

Ho deciso: chiamerò Nori e gli dirò che voglio accettare il suo patto d’alleanza. E’ senz’altro un disonesto, tuttavia, il suo aiuto può rivelarsi fondamentale almeno per rintracciare Sara. Se è veramente prigioniera della Clermont, lui la troverà…

Nori bussa alla mia porta troppo presto. Dalla frequenza dei colpi, sembra avere molta fretta. E’ mattina, o pomeriggio appena prima del crepuscolo, a giudicare dalla scarsa luce azzurrina che filtra dalle imposte.

Inizia un discorso che non capisco, fa un paio di battute sul fatto che sono semi-nudo, mi chiede se sono già sveglio…

- Ho avuto una nottata un po’ agitata… Che ore sono?

- Le sette. Di sera. Amico mio, sveglia che devo farle ascoltare qualcosa!

A questo punto mi precede nel mio soggiorno, accende la luce e mi chiede di sedermi. Poi, vedo un registratore nelle sue manone grasse. Cerco disperatamente di riprendere conoscenza: che diavolo vuole? Che sta facendo? Le domande prendono forma compiuta nella mia mente ma la bocca non riesce a far altro che farfugliare suoni che Nori neanche ascolta.

- Le micro-spie, oggi, fanno miracoli! Beh, non è il suono pulito di uno stereo professionale, ma si ascolta bene… Apra le orecchie, amico mio! – ripete.

Fisso lo sguardo sul registratore posato sul tavolino di vetro molato. Sento rumori di fondo indistinti, ora secchi, ora violenti come una porta che sbatte, più spesso soffici e ritmati come un gruppo di uomini che cammina. Finalmente, il vocìo di numerose persone, per qualche minuto. Infine, la voce di madame Clermont sovrasta nettamente le altre:

- Fratelli, un po’ di silenzio… La riunione è aperta! Vi prego di sedere ai vostri posti e di ascoltare con la massima attenzione la relazione di Fratello Animus. Siamo tutti impazienti di conoscere gli ultimi sviluppi di questa tragedia!

Le risponde la voce familiare del mio amico Sandro:

- Fratelli! Vi porto le ultime notizie del nostro tramite! I suoi guai con la giustizia terrena sembrano momentaneamente allentarsi. Purtroppo, la morte della sua giovane amante francese stava per mandare all’aria i nostri piani. Sapete come contavamo di impossessarci del Piano Apocalisse sfruttando la parentela con il cugino Armando Leoni. Come prevedevamo, Henkel è infatti tornato dal figlio naturale… Grazie alla sua astuzia, è sfuggito, sinora, alla caccia spietata della CIA e dei Servizi Italiani… A questo proposito, le informazioni e le indicazioni dei nostri fratelli di New York, si sono rivelate esatte e preziosissime. Il destino ha fatto in modo che Leoni e Bersani si trovassero a dover collaborare, in qualche modo. Attualmente, Leoni e suo padre sono scomparsi, braccati dai loro inseguitori, ed il nostro tramite non ha, dunque, più alcun contatto con loro.

- Lo sappiamo bene, fratello Animus! – un’altra voce, alquanto stridula, interrompe Sandro – E sappiamo anche che il nostro tramite rischia ritorsioni da parte dei cacciatori del Serpente. Hanno intuito che, bene o male, può essere implicato negli affari dell’ex nazista!

- Animus, ti prego di dirci – sento ora la voce di madame Clermont – se Mario Bersani rischia la sua vita!

Sandro-Animus risponde qualcosa che non riesco a comprendere a causa del vociare di altri confratelli. Mi viene in mente che la micro-spia possa trovarsi addosso ad uno dei partecipanti alla riunione, piuttosto che fissata nell’ambiente che la ospita.

-… Comunque, di positivo c’è che l’attacco portato da quell’essere infernale che risponde al nome di Sirio è stato respinto dal Tramite! Del resto, lui, come noi, è votato a combattere affinché la Terra sia un giorno libera dal dominio del Principe Nero! Questa è la nostra missione e le nostre vite, in confronto, sono fattori personali del tutto transitori ed insignificanti!

- Molto giusto, fratello Animus – interviene un’anziana convitata – Ma, tornando all’attacco portato da Sirio, ti chiedo per quale motivo il nostro amico era in quel momento senza alcuna protezione…

- Sorella Celestia, le circostanze ci impediscono di sorvegliare con troppa insistenza Mario Bersani. Non possiamo intervenire sempre e comunque. Non dimentichiamo mai quanto sia terrificante la potenza dei nostri avversari! Dobbiamo essere prudenti oltre la misura, in quanto siamo consapevoli di rappresentare l’ultimo baluardo all’avanzata di Satana. E per agire nel momento giusto ed impossessarci del Piano Apocalisse, restare nell’ombra è addirittura indispensabile, pena la fine della nostra sacra impresa. In quanto a Bersani, sta svolgendo alla perfezione il compito che il fato gli ha conferito; io stesso, otto anni fa, fui designato da questo sacro consesso alla sua protezione ed alla sua istruzione.

Un mormorio di approvazione si alza nella sala.

- Ad ogni modo – ribatte sorella Celestia -  la situazione sta assumendo un carattere di pericolosa imprevedibilità… Senza contare che ancora non sappiamo chi sia in possesso del Piano! Il Serpente è troppo furbo per portarselo dietro; e se Leoni è con lui, è chiaro che il Piano è stato affidato a terzi; dobbiamo scoprire in fretta i complici romani di Henkel!

- Sappiamo che il Serpente è oltremodo astuto – interviene la Clermont – ed io penso che la chiave dell’enigma che ci affligge possa fornircela proprio il Tramite: è scritto che tutto debba passare per le sue mani, e quindi, probabilmente, egli già sa dove si trova il Piano!

- Questo è impossibile! – esclama Sandro-Animus – Io e fratello Lux abbiamo perquisito più volte l’abitazione e la vettura di Bersani; oltretutto, egli è oramai convinto che gli avvenimenti di otto anni fa sono stati provocati da un misterioso nemico, ma non ne conosce il motivo.

- Ma forse se lo mettessimo al corrente, se gli spiegassimo tutto… - Questa voce mi fa trasalire: giurerei che sia stata Sara a parlare!

- E cosa dovremmo spiegargli? – risponde madame Clermont – Del resto, se fosse stato possibile informarlo sulla natura del suo delicatissimo compito, lo avremmo fatto. Ma non si può parlare ad un sordo, non si deve istruire un folle… Bersani non è un iniziato ed ha rifiutato di bere l’Elisir della Vita. Sorella Sancta, devi ricordare che è solo il nostro tramite… E se un suo eventuale sacrificio fosse utile alla causa…

Un mormorio preoccupato copre le ultime parole della cartomante.

- Il Tramite dev’essere protetto! – dice uno.

- Sì, ad ogni costo! – sento dire ancora.

- Stabiliremo dei turni di guardia! – dichiara Sandro-Animus urlando – e vedrete che nessuno potrà nuocergli! Mi assumo, come sempre, ogni responsabilità!

- Te le eri già assunte, Animus – replica la donna chiamata Celestia – ma non hai saputo impedire che il Tramite deviasse dalla retta via che tu e fratello Lux avevate tracciato per lui. Se ora ci troviamo in questa situazione, è perché il vostro condizionamento non ha funzionato a dovere! Il Gran Consiglio dei Servi del Mondo è in grado di influenzare la politica di molti governi, e la nostra sezione non riesce a controllare la mente di un singolo uomo?! E per i crimini commessi, chi ne risponde?

- Mario è il Predestinato! – urla Sara – Va protetto ed aiutato! Proprio voi, Celestia, ed anche voi, fratello Ohm, mi avete suggerito di offrirgli l’Elisir…

- La Vitatrina non basta! – interviene ancora Celestia – E comunque, non l’ha bevuta. Forse, con lui dovremmo usare metodi meno ortodossi…

La registrazione s’interrompe bruscamente. Nori sorride:

- Allora, Bersani, che ne pensa?

- Non penso proprio niente. Quel che ho sentito non ha senso.

- Davvero? Avrei scommesso che un senso a questi discorsi sconclusionati, potesse darglielo solo lei!

Scuoto la testa. I Servi del Mondo! E Sara è d’accordo con loro, è una di loro!

- Uhm! Quanta confusione… - riprende Nori – Rifiuta ancora la mia proposta?

- Commissario, io non so niente di questo maledetto incartamento che interessa tanto lei che questi esaltati… Vuole perquisire casa mia? Faccia pure, se crede. Non ha bisogno neanche di farsi dare il mandato…

Nori se ne va senza aggiungere una sola parola. E’ ovvio che non mi crede. Come potrei dargli torto? Come potrei spiegargli quel che sto vivendo, se neanch’io sono in grado di capirlo?

La Casa in fiamme

Suono il campanello della casa di madame Clermont. Nessuno apre; torno in macchina, intenzionato ad aspettare anche tutto il giorno. Nori s’è portato via la sua registrazione, ma credo proprio che stavolta riuscirò ad avere qualche spiegazione.

Passano un paio d’ore – è quasi mezzogiorno – ma non demordo. Male che vada, più tardi tornerò alla Notte dei Maghi…

Scendo per procurarmi un panino ed una birra, e vedo arrivare una vecchia robusta vestita come una zingara. E’ Zaira.

La saluto:

- Zaira! Sono felice di vederti! Dimmi dov’è madame Clermont.

La vecchia ridacchia sfacciatamente; appare ancor più sgangherata del solito: sembra una straccivendola.

- Così vennero, così andarono… - risponde, cantilenando – Qualche ficcanaso è andato a disturbare le loro riunioni… Anche il ristorante ha chiuso i battenti!

- Devo trovarli! Mia moglie è con loro… Tu ne sai niente?

- Nessuno sa niente! I Servi volano con il vento! Tu sai che non sono gente normale… Io penso, se ci tieni a saperlo, che siano spettri! – e ride ancora. Mi sta allegramente prendendo per il naso.

- C’è forse da risolvere un altro indovinello?

- Non insistere, figliolo: davvero non so dove siano andati a cacciarsi! Forse, sono spariti anche per proteggere te.

Sto per replicare che non ho alcun bisogno di protezione ulteriore, quando la mia attenzione è attirata da una lunga colonna di fumo che pare innalzarsi dietro la palazzina che ospita la magione di madame Clermont.

- Sta andando a fuoco! – urlo. Un gruppo di passanti si ferma ad osservare. Qualcuno usa il cellulare, probabilmente per chiamare i vigili del fuoco.

- Non arriveranno in tempo… - commenta la vecchia – La Casa deve andare in fiamme. I Tarocchi, capisci, l’hanno predetto!

Faccio per fermare Zaira, che ha voltato i tacchi e sta per andarsene, ma l’istinto mi fa alzare di nuovo lo sguardo verso l’alto: il fuoco è arrivato al secondo piano della palazzina ed un grosso pezzo di cornicione sta per piombare al suolo. Mi sposto lateralmente per precauzione, ed intanto Zaira è scomparsa.

Un capannello di passanti osserva lo spettacolare incendio, mentre cerco Zaira guardando in tutte le direzioni: non può essere sparita in questo modo!

Salgo in macchina, diretto verso La Notte dei Maghi.

Arrivo sul posto dopo aver beccato un paio di multe per eccesso di velocità, ma il locale è chiuso: tutto sbarrato e silente.

Ci sarà pure un ingresso dalla parte delle cucine! Infatti, girando sul retro dello stabile, vedo il portone di un rispettabile palazzo residenziale ed un portiere che spazza l’ingresso con una vecchia scopa. Scendo dall’auto e gli chiedo dov’è l’ingresso per i fornitori del ristorante.

L’uomo si toglie la sigaretta di bocca e risponde:

- Il locale ha chiuso l’altro ieri… Sono scappati in tutta fretta. Ma cos’è lei, un loro creditore?

- Non mi faccia perdere tempo. Dov’è l’ingresso di servizio?

- Accanto la mia portineria, nel cortiletto interno… Ma è chiuso anche quello! – mi urla dietro.

In effetti, la porta è sbarrata. Sto ancora ragionando sul da farsi, quando si avvicina una donnetta mal vestita, con una chiave in mano.

- Lavora nel ristorante? – le chiedo, mentre apre la porta.

- Faccio le pulizie – bofonchia, scortese – Insieme a quella che sta arrivando… -

Riconosco la donnona già conosciuta all’interno del ristorante qualche giorno fa. Mi saluta.

- Sto cercando i vostri datori di lavoro – spiego – Possibile che siano spariti nel nulla?

- Credo siano partiti… Oggi è il nostro ultimo giorno di lavoro. Abbiamo solo il compito di chiudere il gas, staccare la corrente elettrica e preparare il locale ad una lunga chiusura!

Entriamo. Ovviamente, il buio e l’odore di chiuso la fanno da padroni. Le due donne spariscono all’interno delle cucine, ed io comincio a frugare in giro, alla ricerca di qualche minima traccia che possa condurmi dai Servi e soprattutto da Sara.

I mobili pregiati e le argenterie sono stati portati via. La grande sala – ristorante è vuota. Mancano persino i tendaggi e gli arredi del palcoscenico.

Quando entro nelle cucine, le due donne devono esser andate via. Ho l’impressione che stiano saccheggiando quanto di commestibile è rimasto nelle dispense. Del resto, staccando la corrente elettrica, le provviste surgelate sarebbero da buttare.

Sconsolato, mi siedo sul pavimento. Sento l’esigenza di riflettere. Le tessere di questo mosaico infernale sono tutte al loro posto, ma il disegno ricomposto ha un significato del tutto misterioso.

Otto anni fa, per ragioni che posso soltanto intuire, i Servi del Mondo contattarono mia moglie ed il mio migliore amico e li convinsero della necessità di coinvolgermi in una trama stranissima che tendeva, essenzialmente, ad allontanare Sara da me. Nel frattempo, anche Sandro perde sua moglie, in uno stranissimo incidente. Viene redatto persino un certificato di morte, ma il corpo non si trova. Viene diffusa la storia che la signora Lanza, in gita aziendale sulle Alpi, cade in un profondo crepaccio e lì finisce la sua giovane vita… Che sia stata rapita per costringere Sandro a collaborare fino in fondo e senza reticenze? Magari con l’incentivo di offrirgli la commercializzazione di un efficacissimo prodotto contro l’invecchiamento noto con il nome di Vitatrina… Comunque sia, mia moglie è ufficialmente impegnata nella parte della povera squilibrata ninfomane che mi cornifica a ripetizione e fa di tutto per spingermi a divorziare. Mi aiuta, in quest’impresa, mio cugino Armando Leoni, investigatore privato che accetta il compito di reperire le prove che dovrò presentare in tribunale. Ma Leoni scopre che qualcosa, nella condotta di Sara, non quadra davvero, e qualcuno compra il suo silenzio, convincendolo a presentarmi proprio le prove che mi aspetto, ovviamente fasulle. Ottenuto il divorzio, Sara scompare dalla mia vita, rinunciando ad ogni forma di sostentamento ed aiuto da parte mia. Comunque, accuso il colpo, ed il fedele amico d’infanzia, il dottor Sandro Lanza comincia a propinarmi degli antidepressivi… ed altri psicofarmaci piuttosto forti. Attualmente, ho dei veri e propri vuoti di memoria relativi a quel periodo. Nella riunione registrata grazie alle microspie di Nori, alcuni Servi hanno parlato di condizionamento; Sandro, ormai diventato uno di loro, deve aver manipolato la mia coscienza, forse grazie anche all’ipnosi: doveva prepararmi ad agire, anni dopo, esattamente come i Servi desideravano. Il tempo sembra fermarsi per sette, lunghi anni. Il giorno del mio trentatreesimo compleanno, scrivo un soggetto per un film dell’orrore, sfruttando un ciclo di sogni alquanto sconvolgenti che forse posso attribuire al condizionamento psichico operato dai Servi del Mondo. Entro in contatto, tramite il mondo onirico, con un perfido personaggio vissuto nel passato, che si rivelerà come il mio alter-ego, ovvero il ricordo di una vita passata. Frequento da pochi giorni Claudine, un’attricetta in cerca del letto giusto per fare carriera; quando la ragazza muore, ricevo un telegramma che potrebbe esser interpretato come un oscuro, minaccioso avvertimento. Da quel momento, cominciano i miei veri guai. Sara rientra nella mia vita, con la collaborazione del fedele Sandro Lanza; la polizia inizia a tormentarmi a causa della morte di Claudine e, più tardi, dei delitti che riguardano gli altri due amanti della ragazza; ci si mette anche la Digos che sospetta la mia complicità negli sporchi affari del cuginastro Leoni. Ma chi è il vero autore di questi crimini? Magari Sirio, il degno rappresentante delle forze del male, che vorrebbe costringermi a collaborare con i piani di conquista del suo tenebroso signore… Potrei escludere dall’elenco dei probabili assassini proprio i Servi, che nella riunione registrata da Nori, si sono lamentati dell’ostacolo imprevisto rappresentato dalla morte di Claudine e quindi del mio coinvolgimento nelle indagini ufficiali. Chissà che non abbiano dovutamente comprato la collaborazione del magistrato incaricato per permettermi di operare senza l’assillo di eccessivi guai con la giustizia. Capisco solo ora a cosa miravano: dovevo, in qualche modo, richiedere l’aiuto di Armando Leoni, figlio naturale di un ex collaboratore della CIA: Henkel. Quest’ultimo, sottrae un importantissimo dossier segreto e fugge in Italia, dal figlio. Ecco che i Servi si trovano nella possibilità di controllare le mosse di Henkel tramite me e Leoni. Perché anche i Servi, come Sirio, la CIA e persino Nori, bramano quel dannato dossier!

Un rumore sospetto interrompe il corso dei miei pensieri. La paura mi costringe ad impugnare la rivoltella dono di madame Clermont. Sento i passi di una persona sola, ben distinguibili nell’assoluto silenzio che regna in questi locali abbandonati. Non so perché, ma qualcosa mi dice che non può trattarsi di una delle signore incaricate di fare le pulizie e gli ultimi controlli prima della lunga chiusura… Meglio ripararmi, prudentemente, dietro il palcoscenico.

- Vieni fuori! – sento urlare un uomo – Non ho intenzione di giocare a nascondino!

La voce proviene dall’entrata della sala – ristorante, immersa nella penombra. Mi sembra Alfonsi, il funzionario della Digos.

- E’ lei Alfonsi? Sono Bersani! Che diavolo ci fa qui?

- E’ quello che vorrei sapere da te! Vieni fuori, non hai nulla da temere!

Mi tolgo la giacca e la sistemo sullo schienale di una sedia, che alzo sulla mia testa: nella penombra, Alfonsi dovrebbe scambiarla per la mia sagoma.

Sento un paio di colpi secchi sul muro, alle mie spalle. Ritiro la giacca e noto due grossi buchi. Alfonsi ha un’arma dotata di silenziatore.

- Bersani?!

Non rispondo: deve credere d’avermi colpito.

- Non fare finta d’essere morto… so benissimo di non averti centrato. E penso pure che tu non sia per nulla armato!

- Perché vuole uccidermi? Non le interessa più il Piano Apocalisse?

- Certo che sì! Scommetto che l’hai addosso. Vieni fuori con le mani in alto, e controlliamo!

Devo valutare in fretta la situazione. Probabilmente, non può vedermi, qui dietro; ma se mi muovo, entro nella zona di penombra che gli ha permesso di centrare la mia giacca.

Con uno scatto, vado ad appiattirmi contro il muro. Le imposte del finestrone, sopra la mia testa, sono serrate con cura e non lasciano filtrare luce.

- Bersani! Mi hai sentito?

Comincio a correre lungo il muro, mentre Alfonsi spara ancora: sento un altro colpo secco infrangersi contro il muro, mentre frammenti d’intonaco mi finiscono contro le caviglie. Vuole il Piano o la certezza che non finisca in altre mani!

Mi appiattisco sul pavimento. Non posso rischiare di facilitargli la mira con il rumore dei miei passi. Poi, sento uno strano rantolo, seguito da un tonfo contro il pavimento.

Mi alzo in piedi, istintivamente, puntando la pistola contro la semi-oscurità davanti a me.

Alfonsi emette strani gorgoglii… Non credo stia fingendo. Mi avvicino lentamente.

- Ber…sani! Aiuto!… - implora, con un filo di voce.

Retrocedo fino alla finestra. Puntando la pistola nella direzione della voce del mio assalitore, apro con l’altra mano le imposte. Ora vedo Alfonsi: è pancia a terra. La sua giacca è macchiata dal sangue che esce copioso da un paio di ferite sulla schiena.

- Mi… hanno colpito alle… spalle!

Alfonsi è pallidissimo, e l’arma che impugnava giace ad un metro buono dalla sua mano distesa.

- Chiamerò un’ambulanza con il cellulare, appena uscito da qui.

- Ho due figli…

Sono le sue ultime parole. Tocco il suo polso: è proprio morto.

Impugnando la pistola dentro la tasca della mia povera giacca bucata, esco dalla porta di servizio. Vedo Colgani: è in macchina, e fuma, pacifico.La sua espressione cambia di colpo, quando sente la canna della mia pistola premuta contro la sua tempia.

- Facciamo un bel giretto! – ringhio – E se non fai il bravo bambino, ti mando a raggiungere il tuo amichetto!

- Dov’è Alfonsi?

   - All’altro mondo, e non per colpa mia. – rispondo, sedendomi accanto a lui; gli ordino di mettere in moto, mostrandogli la mia pistola.

- Chi l’ha ucciso? – chiede Colgani, dopo un attimo d’esitazione.

- Vai verso via Merulana, e non fare scherzi… Penso che il tuo amico sia stato eliminato da un adepto della setta esoterica chiamata I Servi del Mondo… Ne sai nulla?

- Lavori per loro?

- No, ma almeno non cercano d’ammazzarmi!

Ordino all’agente DIGOS di guidare fino ad una strada senza uscita, poco distante dal Colosseo. Lo faccio scendere dal posto di guida e lo costringo ad accomodarsi vicino a me, sul sedile posteriore. Appena si siede, lo colpisco con il calcio della pistola sul setto nasale.

Lancia un urlo soffocato, si porta le mani sul naso e mugola:

- Me l’hai spaccato…

- E’ solo l’inizio. Come vedi, so fare il duro anch’io. Mettiamola così: se fai il bravo, ringrazierai il Cielo di aver incontrato me piuttosto che l’assassino di Alfonsi.

- Chi mi dice che non l’hai ammazzato tu?

- Pensa quel che vuoi. Di certo, lui voleva far fuori me. E questo non è carino… - Gli piazzo l’arma sulla tempia sinistra; ovviamente, s’irrigidisce tutto – Voglio sapere, esattamente, in cosa consiste il Piano Apocalisse. Perché è così maledettamente importante?

- Davvero non lo sai?… Stento a crederlo!

- Voglio sapere la tua verità! Ed in fretta!

Colgani lancia una bestemmia, e prosegue:

- E’ un affare maledettamente importante soprattutto per gli Americani, che si sono decisi a vuotare il sacco dopo la venuta di Henkel in Italia. Il Piano fu ideato nel 1965, dall’Amministrazione Johnson. Era inserito in un quadro più vasto per la ricerca bellica: volevano utilizzare le armi biologiche e chimiche in alternativa al nucleare, ovviamente nel caso di un conflitto mondiale contro l’URSS. Si trattava, in definitiva, di ideare un tipo d’arma che lasciasse intatte le risorse economiche dell’avversario, ma che uccidesse senza pietà gli effettivi militari. Niente di meglio, dunque, di una bomba biologica. Fu costruito in laboratorio un virus capace di aggredire il sistema immunitario degli esseri umani. Questo virus doveva agire come precursore agli attacchi chimici e biologici successivi, anche perché i nemici contagiati non avrebbero potuto usufruire di vaccini o sieri per la protezione da altri virus killer…

- Dunque, per scopi bellici, hanno inventato la peste moderna…

- Mettendo le mani sulle carte trafugate dal padre di tuo cugino, dovremmo trovare la soluzione a questa tragedia.

- Vuoi dire che nel Piano Apocalisse è compreso un vaccino contro il virus dell’HIV?

Colgani annuisce – Così hanno lasciato intendere gli Americani. Ora, l’importante è recuperare quelle carte. Per due motivi: gli Americani vogliono far sparire la prova dei loro intenti criminosi ed inoltre, una volta eliminata la possibilità di uno scandalo, possono fare affari d’oro commercializzando il brevetto del vaccino.

- Ma perché tutti pensano che sia io a possedere questo dannato Piano?

Colgani trova il coraggio di farsi una risata:

- E chi, altrimenti? Tu e Leoni vi siete incontrati varie volte, e siamo in possesso di registrazioni telefoniche che non lasciano dubbi sui vostri accordi… Siamo certi che, una volta rifugiatosi nel villino che sai, Henkel non avesse più con se il Piano. Tu sei l’unico parente vivente di Armando Leoni; vi siete visti più volte negli ultimi giorni. E’ chiaro che solo tu puoi avere il piano, nascosto chissà dove. Ma se anche non riuscissimo a recuperarlo, l’importante è che tu non vada a consegnarlo ad altri: chi riuscisse ad impossessarsene, avrebbe in mano un potere assoluto…

FINE DELLA QUATTORDICESIMA PUNTATA


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