Quest’anno sono state realizzate anche trasmissioni anti-negazioniste. Forse perchè i testimoni dell’epoca iniziano ad essere realmente pochi… sono trascorsi troppi anni e con gli uomini anche le ferite spariscono e vengono reinterpretate.
O forse perchè i folli che reinterpretano la storia si divertono a farsi beffa dei più creduloni, con il rischio di riproporla…
Eppure a questo giorno della memoria qualcosa manca. Al di là della solita ricostruzione storica, che continuerà a tediare tutti, vittime e carnefici, mancano proposte reali di pacificazione. Manca, e questo è grave, lo spunto per un reale superamento di quelle criminose premesse che hanno portato alla carneficina.
Dov’è il rispetto dell’uomo se si continua a chiamarlo “ebreo”, “nazista”, ecc.? Non c’è. Quello che prevale è il garantismo di un modello culturale che vuole nell’affermazione per diversità il rispetto della coesistenza di tutti. E’ già qualcosa, ma non può essere tutto o solo questo.
In fondo, quel massacro, non è che il migliore mai compiuto nella storia dell’umanità. Ma molti altri ce ne sono stati prima e molti altri ancora ce ne sono stati dopo. E’ il meglio del lato nero dell’uomo che pretende di giocare a Dio, senza conoscere il rispetto di Dio e dell’uomo stesso. Assurge agli orrori della storia il miglior progetto criminale, affinchè tutti lo possano ricordare.
Non trovo il nesso tra la volontà di costruire una società garantista dell’uomo e capace di produrre forme di coesistenza ed il ricordare vittime e carnefici di un modello culturale inadeguato al rispetto dell’uomo stesso, senza farne alternativa di civiltà. Modello, tra l’altro non superato.
Eppure basterebbe comprendere che la diversità di ogni singolo uomo è valore per l’umanità intera. Così da non avere più bisogno di connotarlo come ebreo, musulmano, cinese, italiano, ecc.
Così propongo una chiave alternativa di ricordo che non è nostalgica retrospettiva di ciò che non avrebbe mai dovuto accadere, ma di ciò che nel presente, può portare a far si che in futuro non ci siano le premesse perchè ciò riaccada e affinchè nessun uomo decida di agire “prima di Dio” e in “nome di Dio” (qualunque sia il Dio): “Camminando sull’acqua”.