Oggi, 27 gennaio, è la Giornata della Memoria, istituita undici anni fa dal Governo Italiano in corrispondenza con la data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz nel 1945.
Obiettivo della Giornata della Memoria è quello di non dimenticare lo sterminio di migliaia di persone nei campi di concentramento solo perché ebrei, omosessuali, oppositori politici, zingari, testimoni di Geova, malati di mente, portatori di handicap, ecc. Per non dimenticare che “il primo seme avvelenato, il primo germe distruttivo è quello dell’intolleranza, del nazionalismo e del populismo che si traducono in demonizzazione e odio del diverso e dello straniero” (parole di Giorgio Napolitano, durante il discorso pronunciato al Quirinale in occasione della Giornata della memoria).
L’olocausto ci ha insegnato come l’odio e il pregiudizio possano spingere verso abissi di orrore inesprimibile, che abbiamo il dovere di ricordare, per non riviverli. Ma a quanto pare, nonostante siano passati più di 60 anni dall’olocausto, e nonostante l’attenzione posta dai governi e dai media sull’importanza di non dimenticare…in realtà non è ancora cambiato niente, e l’umanità è ancora capace di macchiarsi di crimini assurdi: in Sudafrica sta diventando una vera emergenza la pratica dello stupro correttivo, ossia lo stupro di donne lesbiche finalizzato a curarle dalla loro omosessualità.
Millicent Gaika, una donna africana di 30 anni, è stata legata, strangolata, torturata e stuprata ripetutamente per cinque ore di seguito da un uomo che sosteneva di volerla curare dalla sua omosessualità, ed è sopravvissuta per miracolo. Una ragazza che nasce in Sud Africa oggi ha più possibilità di essere stuprata che d’imparare a leggere e le lesbiche sudafricane convivono con il terrore di essere attaccate e sottoposte a questa pratica brutale e inumana.
Per fermare questo orrore è stata proposta una petizione con l’obiettivo di diffondere il più possibile la notizia costringere il ministro di giustizia e il presidente Zuma a prendere provvedimenti.
E lui chi è? Qui sotto la foto di David Kato, attivista gay ugandese ucciso oggi 27 gennaio 2011, verso le 13 in casa sua da un sicario che gli ha sparato in testa.
Perchè? Perchè in quanto gay il suo nome era finito insieme ad altri 99 nella lista nera del giornale omofobo Rolling Stone.
Non basta non dimenticare…e’ arrivato il momento di cambiare sin da oggi il nostro futuro!
A cura delle dott.sse Paola Biondi e Valeria Natali