E’ vero, la mia generazione e quelle precedenti non hanno studiato i tremendi fatti delle Foibe, ma credo nessuno possa non avere un moto di orrore di fronte a questa ignobile pagina di storia, a prescindere dal proprio credo politico. Ma non mi sogno di valutare se essa sia più o meno grave dei campi di sterminio dei nazisti. Non ha senso il confronto, ha senso solo la presa di coscienza dell’orrore. Comparare le stragi è imperdonabile mancanza di rispetto verso le vittime e prova del fatto che non si è capita la lezione della storia.
Oggi, grazie a quasi vent’anni di governo delle destre, abbiamo una generazione di giovanissimi nati e cresciuti in ambienti in cui professarsi fascista non è più vergognoso come dovrebbe essere. In questi ambienti si studia una storia unilaterale il cui scopo è soltanto quello di sovvertire la cultura storica precedente e non di correggerla ed integrarla con nuove informazioni. .
Il risultato è una nuova ondata di antisemitismo strisciante, subdolo, nascosto ma non meno preoccupante di quello che portò alle teorie sulla razza di Hitler ed un razzismo generalizzato e violento che porta a conseguenze estreme come gli attacchi ai campi Rom e alle stragi di extracomunitari per mano di persone troppo frettolosamente definite pazze. E la reazione a questa nuova cultura, ancora minoritaria ma prepotentemente visibile sui media, tarda a venire. Non viene dalla Chiesa e non viene dagli ambienti di sinistra. Il silenzio fu complice allora e rischia di esserlo anche in futuro. Bisogna che le persone di cultura, di quella cultura laica aperta e sensibile, trovino o si impegnino a trovare la verità storica, senza ipocrisie e tornaconti politici ma, soprattutto, senza comparazioni. Il male è assoluto e prescinde dalle ideologie. Che il Giorno della Memoria ci dia questo insegnamento.
Luca Craia