Oggi ho ricognito il percorso della marathon del Durello. In settimana i borgovenessiani & Co si sono divisi e ognuno ha seguito il suo istinto nonostante tentativi degli uni di convincere gli altri a pedalare insieme. Nonostante avessi cambiato idea in settimana - ma con poca convinzione - causa le piogge ed il fango argilloso di quelle zone, nella giornata di venerdì mi sono detto che dovevo vederlo questo percorso in considerazione del fatto che dovrò farlo in gara domenica prossimo. E così mi sono ritrovato con Alessandro (Team Andreis ma oggi marchiato Team Olympia) e Paolo (Team Chesini ma oggi marchiato KM Sport) a San Giovanni Ilarione da dove alle 0800 circa siamo partiti. Giornata fresca alla partenza ma un bel cielo blu con poche nuvole.
Con l'acqua che è caduta e con il terreno tipicamente argilloso della zone tutto è amplificato in termini di difficoltà, sia in salita che in discesa. Al 10° km il fattaccio: discesa veloce e ripida su cementata infangata. A metà discesa perdo leggermente l'anteriore con rischio di caduta in avanti: la svango (alla grandissima a mio parere) con una pinzata violenta del posteriore che permette di scaricare l'anteriore e fa si che faccia una scivolata laterale. Nella manovra la leva del freno sx batte violentemente e si trancia la parte interna. Morale freno andato con 50 e spingi km da fare.
Con il terreno infangato e le discese tipiche della Durello non è una cosa semplice e mi devo dare una pacca sulla spalla per essere riuscito ad arrivare alla fine dosando il freno posteriore con la giusta...delicatezza. Dicevamo...; mi rialzo, qualche graffio e riparto. In un tratto della prima parte Paolo rompe la catena ma ripara il tutto e termina il giro grazie anche alla giusta accortezza nel cambiare i rapporti. Non stò qua a raccontarvi tutta l'uscita perchè sarebbe troppo lungo. Fino al 36°km il percorso è duro e difficile e buona parte del dislivello si accumula in questo tratto.
Dopo il percorso è più fattibile ma se si è andati fuori giri fino a lì allora potrebbe essere veramente stancante arrivare alla fine. Oggi congratulazioni a Paolo che per la prima volta ha affrontato un giro marathon e grande è stata la sua soddisfazione di essere arrivato. Non che non avesse i km sulle gambe piuttosto disconosceva il giusto approccio in termini di rapporti che ti permettono di salvare la gamba oltre alla necessità ed i tempi giusti per mangiare e bere, fattore importantissimo se si vuole arrivare, senza crampi, attacchi di fame e sopratutto non in modalità zombie. Al bar della pala eolica (poco meno di 40 km dalla partenza) sosta coca cola+ krapfen e quindi ripartiamo. Gli ultimi 20 km pur dando a volte delle brevi tregue, sono un susseguirsi di denti che alla lunga si fanno sentire ma se ci si è risparmiati nella prima parte allora diventa tutto più fattibile.
Il fango è presente in molti punti e alcuni tratti sia per l'acqua che scorre tra i sassi che per il fango appunto, mettono a dura prova i ns deragliatori e le nostre catene anche se la foto della mtb alla fine (notare i miei invidiati parafanghi, oggi veramente utili) mostra che alla fine il percorso era fattibile.
In un tratto nel bosco (noi in salita e loro in discesa) incrociamo 4 del team Strazzer di cui il primo mi saluta con un "ciao Cactus" ma non faccio in tempo a riconoscerlo (Marco Z.?), anche se chiaramente ricambio il saluto.
Chi è dentro fa il marathon altrimenti va sul classic. Ma dal bivio in poi la strada è ancora lunga e sopratutto molto dura...Un saluto ai bikers Alessandro e Paolo con i quali ho pedalato (e ciacolato) affrontando con lo spirito giusto questa ricognizione che tutto è stato tranne che semplice e con i quali ho passato una bella giornata in mtb.Al rientro ho lavato la mtb e l'ho portata dal mio fido meccanico. Vediamo se si recupera solo il comando sx altrimenti monterò degli Avid, meno cari della coppia Slx 2012 che dovrei nel caso mettere ma ugualmente affidabili.Lunedi' la sentenza. In settimana il video quindi...come back and stay tuned!Ci si vede domenica prossima alla partenza!