La vita delle genti, la nostra stessa esistenza, è fatta e di positività e di negatività, di momenti felici e di situazioni dolorose, di gioia di vivere e di accettazione della morte. E questo riguarda in particolare, e un po’ più da vicino, i tanti migranti che, da terre lontane, tra mille disagi e sofferenze, rischiano provando, un giorno sì e l’altro pure, ad attraversare il Mediterraneo per approdare sulle nostre coste alla ricerca di una maggiore dignità umana e di un maggiore rispetto, che non hanno per disparate motivazioni nei loro contesti d’origine.
Qualche volta abbiamo pianto con loro per le perdite ingiuste di vite umane, magari a un passo dalla salvezza, e abbiamo definito il Mediterraneo una grande tomba, rammaricandoci di non avere fatto abbastanza.
Ma, il giorno di Natale, su di una nave della nostra Marina militare,l’Etna, in mezzo a tanti profughi tratti in salvo e anche, purtroppo, qualche cadavere , nelle acque antistanti la città di Messina, c’è stato un lieto evento, che ha fatto subito il giro del mondo.
La buona notizia è che una mamma nigeriana, una donna di 28 anni, già madre, ma lontana dal marito e figli, ha dato alla luce serenamente un bel bimbo di circa tre chili di peso. E’ nato cioé Salvatore.
Anzi Testimony Salvatore.
Il personale medico che l’ha assistita ha detto testualmente che la donna ha dato una lezione di ginecologia agli stessi medici per come ha affrontato il momento delicato.
E si è congratulato con lei.
Ora madre e figlio sono al sicuro e affidati ai controlli medici indispensabili.
Noi non possiamo che essere felici del buon esito dell’operazione e augurare al piccolo e alla sua mamma che abbiano una vita il più possibile serena.
E, soprattutto, dire un grazie caloroso agli uomini della nostra Marina militare, che non si risparmiano mai quando c’è da dare il loro apporto per salvare vite umane in mare.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)