Il giorno prima degli esami

Creato il 16 giugno 2015 da Marvigar4

https://www.youtube.com/watch?v=QEVGYSMu23Q

Domenica 16 giugno 1985 giunsi a Roma per sostenere il mio esame di maturità tanto sospirato, dopo anni di patimenti al Liceo Classico Nicolò Machiavelli di Lucca. Di fatto fui costretto a finire il mio corso liceale da privatista, non senza ingenti sacrifici, e la sede scelta per la mia prova finale era il Liceo Ginnasio “Dante Alighieri”, in Via Ennio Quirino Visconti. In quel fatidico giorno che precedeva la prima prova scritta di Italiano scesi alla Stazione Termini e trovai il mio amico Stefano, caro fraterno amico che mi accolse e mi ospitò a casa sua per tutto il tempo dell’esame. Fu un’esperienza che ancora oggi custodisco gelosamente nel mio cuore. Devo a Stefano, alla sua famiglia, la serenità che mi accompagnò per tutto quel periodo romano, splendido, irripetibile, e mi consentì di affrontare nel migliore dei modi una tappa cruciale della mia vita. A differenza di altri, ancora oggi insofferenti nel ricordare la Maturità liceale, io mi commuovo ripercorrendo quei lunghi giorni romani scanditi da molti avvenimenti (tra cui, il 24 giugno 1985, l’elezione del Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, l’ex Ministro dell’Interno nei giorni del rapimento di Aldo Moro che risiedeva in Via Ennio Quirino Visconti a due passi dal mio Liceo e che incontrai per ben due volte prima delle mie prove orali).

Lunedì 17 giugno 1985 più di 430.000 studenti italiani affrontarono la prima prova, il tema d’Italiano. La sera prima, sempre con Stefano, mi recai a Piazza della Rotonda, davanti al Pantheon, dove, secondo voci che correvano, un tipo conosceva in anticipo le tracce del tema… Non ne azzeccò una, me ne accorsi soltanto sentendolo parlare. Delle “sue” tracce non ho memoria, le ho rimosse. Dentro di me si fece largo invece un’idea, la certezza che quanto avvenuto il 29 maggio precedente, la strage dell’Heysel, non poteva non suggerire ai redattori ministeriali una traccia comune a tutti gli studenti… Così fu e così mi trovai preparato ad affrontare la prova. Ecco il titolo del tema che scelsi: «La violenza lacera quotidianamente la società, circonda la nostra vita, coinvolge la nostra coscienza, sollecita la nostra riflessione morale, culturale, politica. Nella tua esperienza giovanile non avrai mancato di interrogarti su questo aspetto drammatico del nostro tempo e di maturare personali considerazioni».

Martedì 18 giugno 1985 la versione di latino, un brano delle Epistole (4. 25) di Plinio presentato con il titolo Inconvenienti delle votazioni segrete:

«Scripseram tibi verendum esse, ne ex tacitis suffragiis vitium aliquod exsisteret. Factum est. Proximis comitiis in quibusdam tabellis multa iocularia atque etiam foeda dictu, in una vero pro candidatorum nominibus suffragatorum nomina inventa sunt. Excanduit senatus magnoque clamore ei qui scripsisset iratum principem est comprecatus. Ille tamen fefellit et latuit, fortasse etiam inter indignantes fuit. Quid hunc putamus domi facere, qui in tanta re tam serio tempore tam scurriliter ludat, qui denique omnino in senatu dicax et urbanus et bellus est? Tantum licentiae pravis ingeniis adicit illa fiducia: “Quis enim sciet?” Poposcit tabellas, stilum accepit, demisit caput, neminem veretur, se contemnit. Inde ista ludibria scaena et pulpito digna. Quo te vertas? Quae remedia conquiras? Ubique vitia remediis fortiora.»[1]

Le due prove scritte le superai brillantemente, non feci compagnia ai molti che inciamparono nella versione di latino, considerata piuttosto semplice. Essendo privatista, prima della prova orale, all’epoca limitata a due materie, avrei dovuto dare un precolloquio che comprendeva tutte le materie. Me la cavai egregiamente. Nel mio caso, oltre all’italiano, fu scelta filosofia come seconda materia orale… Ironia della sorte, in commissione un’insegnante di Tivoli mi sconsigliò di proseguire gli studi all’Università in filosofia, dato che le mie risposte non eccelse su Kant e Hegel l’avevano convinta che quella non poteva essere la mia strada. Sette anni dopo mi sarei laureato in filosofia…

Oggi, a trent’anni di distanza, ricordo quei momenti, soprattutto il giorno che precedette l’esame. Non sapevo che sarebbe stata la svolta della mia carriera da studente. Per me stava finendo un incubo.

mvg


[1] http://www.progettovidio.it/matura_classico/maturaview.asp?key=37


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