è di questa sera (ieri per chi legge) la notizia che in qualità di assessore alla cultura della regione Piemonte lei ha revocato il patrocinio della Regione Piemonte al Torino Gay & Lesbian Film Festival, una manifestazione che è alla sua 26° edizione.
Ventiseianni, Coppola. Quando è nato il Festival lei aveva 11 anni. Lei è quasi un mio coetaneo.
E’, dovrebbe essere, uno di quelli che noi chiamiamo contemporanei. Di destra, ma contemporaneo.
Non solo.
Se ha ereditato il dicastero regionale della cultura dovrebbe avere i dati di partecipazione del festival e sapere molte cose. Sapere che la cultura costa, ma ha un impatto forte sulle città e su chi ne fruisce.
Sapere che la cultura unisce, incolla pezzi della società. Fa discutere e quindi fa crescere. Occupa spazi, illumina le notti, impedisce le spaccature, gli abbandoni.
Lei si sta candidando a sindaco in una città che, oltre ad essere rinata sotto il profilo culturale ed industriale, ha una fortissima comunità omosessuale. Se ne è accorto?
Dirà, lei, che ci sono omosessuali dappertutto.
E’ vero.
Ma la comunità torinese ha una particolarità che forse solo Bologna le può contendere. E’ più organizzata. Si muove. Si sposta più in massa che altrove. Insomma pesa.
Con questa mossa incauta – della quale in fondo da militante del PD dovrei essere felice – lei ha perso un bel pezzo di voti. Anche di parte della comunità che ricorda certe posizioni di Fassino non proprio felici e che ora, finalmente tornato in città, si è accorto di cosa è diventata Torino negli ultimi otto anni, complice un sindaco che invece se ne è accorto, ha amato quella comunità come ha amato tutto il resto della città e non l’ha fatta sentire esclusa.
Eppure, c’è una cosa che mi fa disperare. Ed è la bassezza a cui sta riducendo, anche lei mio coetaneo, questa campagna elettorale.
Lei farà come tutti i suoi colleghi. Sposterà il problema. Parleremo di chi è più dalla parte della famiglia non su quanti asili nido aprirà, ma misurando la contrarietà agli omosessuali. Non parleremo di strade, di sicurezza, di riqualificazione, di fabbrica. Ma di valori e morale.
Che tristezza, mio caro Coppola. Che tristezza per la politica italiana che anche un 37enne si pieghi a questo gioco perverso che inganna gli elettori.
Faccia una cosa.
Ridia il patrocinio, chieda scusa e consenta agli elettori di giudicare lei e Fassino su altri temi. Mi creda. Patrocinare una delle più importanti manifestazioni della città di Torino non dovrebbe essere terreno di scontro politico.
Piuttosto di competizione e se non lo capisce lei che ha 37 anni, lei è già vecchio e da rottamare.
Filed under: GLBT, IMPOLITICO, Torino