Finalmente, ieri sera, sono andata a vedere il film di Mario Martone dedicato a Giacomo Leopardi: "Il Giovane Favoloso"; film che mi è piaciuto, promosso a pieni voti, ottimo in tutto, dalla colonna sonora (assolutamente non scontata) alla scelta degli attori.Elio Germano, attore per cui non nutro particolari entusiasmi, ha smesso di essere Elio Germano molto presto per divenire Giacomo Leopardi; è quello che dovrebbe saper fare ogni attore, "lasciarsi dimenticare".Però... Non riesco a dire "Questo film mi ha conquistato" come a suo tempo ha saputo fare "Noi Credevamo" (film che ogni italiano, io compresa, dovrebbe vedere e rivedere); per me, manca un passaggio importante per capire (o far capire) il poeta ma anche la persona: la felicità; breve, effimera eppure completa e solare.A Pisa Leopardi compone "A Silvia" ma, soprattutto scopre la vita dolce e lieve vivendo quasi come uno studente in un piccolo appartamento in via delle Faggiola, affacciato su un orto e con vista fino all'orizzonte. Qui può uscire di casa da solo, può scaldarsi al sole dei lungarni, trova amicizia e spensieratezza in una bella pisana, Teresa, che gli riporterà alla memoria quella Teresa recanatese, che per condizione sociale non poteva essere sua amica, ma che permise a Giacomo di incontrare per la prima volta il volto della morte.A Pisa, dopo anni sterili, ritrova l'impeto creativo ma...
Sto dicendo troppo, (complice, forse, un anno di studio incentrato proprio su "Leopardi a Pisa" che portò alla splendida mostra di Palazzo Lanfranchi "Leopardi a Pisa" appunto), e non vorrei sembrare di parte, non voglio sembrare uno dei tanti cittadini italiani piangioni che hanno sempre in bocca qualche aneddoto della proprio città, certamente migliore di tutte le altre.Ecco perché, se siete arrivati a leggere fino qui, preferisco lasciare la parola al diretto interessato.
L'aspetto di Pisa mi piace assai più di quel di Firenze.Questo lung'Arno è uno spettacolo così ampio, così magnifico, così gaio, così ridente, che innamora: non ho veduto niente di simile né a Firenze, né a Milano, né a Roma; e veramente non so se in tutta Europa si trovino molte vedute di questa sorta. Vi si passeggia poi nell'inverno con gran piacere, perché vi è quasi sempre un'aria di primavera; sicché in certe ore del giorno quella contrada è piena di mondo, piena di carrozze e di pedoni: vi si sentono parlare dieci o venti lingue, vi brilla un sole bellissimo tra le dorature dei caffè, delle botteghe piene di galanterie, e nelle invetriate dei palazzi e delle case, tutte di bella architettura. Nel resto poi, Pisa è un misto di città grande e di città piccola, di cittadino e di villereccio, un misto così romantico, che non ho veduto mai altrettanto. A tutte le altre bellezze, si aggiunge la bella lingua.Giacomo Leopardi***Lettere, A Paolina 12 novembre 1827
"The appearance of Pisa I like much more than that of Florence.
Lung'Arno This is a show so large, so beautiful, so gay, so pleasant, that falls in love: I have not seen anything like it either in Florence or Milan or Rome; and really do not know if they are in Europe many views of this sort.
There is then a walk in the winter with great pleasure, because there is almost always an air of spring; so that at certain times of day that land is full of the world, full of cars and pedestrians: you will hear about ten or twenty languages, there shines a beautiful sun between the gilding of the cafes, the shops full of gallantry, and the glazed palaces and houses, all of the beautiful architecture.
In the rest later, Pisa is a mix of big city and small town, of urban and rustic, a mixture so romantic, that I have never seen the same.
All other beauties, plus the beautiful language."
Giacomo Leopardi
Recanati settembre 2014