Il giuramento degli Orazi, rivoluzione linguistica

Creato il 23 settembre 2013 da Artesplorando @artesplorando

Jacques-Louis David, il giuramento degli Orazi

Cominciamo la settimana in bellezza, con un dipinto enorme, una tela dalla dimensione retorica, ma che si merita tutta! il giuramento degli Orazi, di Jacques-Louis David.Il soggetto è tratto da una leggenda romana, secondo cui, durante il regno di Tullio Ostilio, per decidere l'esito della guerra tra Roma e Alba Longa, tre fratelli romani (gli Orazi) si dovettero scontrare contro tre fratelli di Alba (i Curiazi). Dei Curiazi non sopravvisse nessuno mentre dei tre Orazi uno riuscì a ritornare sancendo la vittoria di Roma, perché questo, dopo che i suoi due fratelli vennero uccisi dai nemici, incominciò a correre, inseguito dai Curiazi: correndo, riuscì a fare sì che i tre si distanziassero, così che lui, aspettatone uno, lo uccideva e riprendeva a correre inseguito da un altro, lo aspettava e lo uccideva e così via fino ad ucciderli tutti e tre.

Jacques-Louis David, Antioco e Stratonice

La tela fu dipinta a Roma nel 1784 circa, durante un soggiorno dell'artista allora trentacinquenne e già noto. Aveva tentato varie volte e sin dall'inizio di carriera di vincere il Prix de Rome, il prestigioso premio che l'Academie Royale bandiva ogni anno in relazione al Salon offrendo al vincitore un soggiorno romano a Villa Medici e l'opportunità della formazione attraverso il viaggio in Italia, il Grand Tour versione artista di regime. Ce la fa finalmente nel '74 con Antioco e Stratonice, un grande dipinto che rompe con la tradizione settecentesca di Fragonard e Watteau, celebrando già l'antichità e le posizioni figurative dei profili da sarcofago. Rimane a Roma per più di cinque anni e cade in depressione. Se ne torna a casa, si sposa, ma non riesce a evitare di tornare nella città eterna. Nel secondo giro coagula ansie e conoscenze e redige questo capolavoro. Manifesto mondiale del neoclassicismo? Molto di più: manifesto della modernità, dove per la prima volta gli insegnamenti di Winckelmann prendono corpo . L'antichità non è più tema da citare, è realtà autentica che si può vivere mantenedo le medesime caratteristiche etiche. Il dipinto è un manifesto della Virtus Repubblicana. Fu esposto dinnanzi a Luigi XVI a Parigi nel 1785 e se il sovrano avesse avuto con se un buon critico d'arte, avrebbe capito che di li a poco avrebbe perso la poltrona reale e sei anni dopo la testa!!!
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