Il giustiziere sfida la città (aka: Rambo sfida la città) (aka: One just man)

Creato il 12 luglio 2011 da Robydick
1975, Umberto Lenzi.
Tomas Milian, uno dei divi vererati da 'ste parti e feticcio di Umberto Lenzi più che di altri registi, interpreta Rambo. Avete letto bene, lo stesso personaggio che poi Silvester Stallone 6 anni dopo renderà celebre. Pare l'idea fosse venuta allo stesso attore "cubano" dopo aver letto appunto "First Blood" di David Morrell, stesso libro ispiratore della saga stalloniana. Il titolo di lavorazione fu infatti "Rambo sfida la città", poi modificato. (fonte wiki)
Rambo, che appare subito come una specie di delinquente-non-praticante, torna a Milano dopo tanto tempo. Un cane sciolto senza fissa dimora, per cavallo una potente moto. Rincontrerà il suo vecchio boss Paternò, e molto più piacevolmente andrà dall'amico Pino e dalla sua famiglia. Pino lavora per un'agenzia privata di polizia e cercherà di portare Rambo con sé, solo che ben prima il progetto si potesse concretizzare il povero Pino resterà ucciso per una brutta faccenda sulla quale, di sua iniziativa, s'era messo ad indagare: il rapimento da parte della banda Conti, rivale dei Paternò, del figlio di un ricco industriale. Entra in azione Rambo, l'amico Pino va' vendicato e la famiglia che gli è sopravvissuta, moglie e figlio, ha bisogno di sostegno morale ed economico. Vuole anche realizzare un'idea che aveva Pino, quella di liberare il ragazzo rapito.
E' bravo a fare a botte e a sparare, ma anche molto furbo. Metterà le 2 famiglie contro, facendo quasi "il terzo che gode", fino a quando entrambe, capito il gioco, non coalizzeranno contro di lui...
Giudizio unanime nelle rece che ho letto in giro è che questo è un poliziottesco-western. Mi unisco al coro senza indugi. Dalla fonte citata si legge "Il film è anche un omaggio a Sergio Leone ed al suo "Per un pugno di dollari", del quale Il giustiziere sfida la città si può considerare una sorta di remake in chiave poliziesca.". Rambo/Tomas Milian come Joe lo straniero/Clint Eastwood? Sì.
Stranamente, sempre dalle rece suddette, leggo anche giudizi poco lusinghieri. Qua mi dissocio. A mio parere, dal punto di vista del genere poliziottesco, è un film perfetto, c'è tutto quello che t'aspetti in termini di trama, azione, inseguimenti, botte e sparatorie, pure di messaggi umani su amicizia ecc..., con l'aggiunta di questo personaggio disancorato dagli schemi, privo di casa, famiglia, legami se non quelli che per onore decide di coltivare, come la famiglia di Pino, o il gestore di un bar che lo aiuta senza tornaconto, o la prostituta Flora (la solita, "morbidissima", Femi Benussi che stavolta non si spoglierà purtroppo) che è la sua amante fedele. Amato dalle persone per-bene, odiato trasversalmente da quelle per-male con le quali pure ha condiviso il passato, Rambo è il personaggio-eroe che tutti possono apprezzare.
Mai una sbavatura, inquadrature sempre perfette, attori pure, se dovessi trovare un difetto a tutti i costi dovrei dire esagerando che è un film troppo perfetto, nel senso che noi tardivi appassionati del genere amiamo certi eccessi che a volte si son visti, qualche attore da fotoromanzo, qualche scena alla "buona la prima". Niente di tutto questo, nulla a cui appigliarsi per fare una bonaria risata, tutto è preciso e realistico. Non si può nemmeno fare il criticone-politicone perché qua è solo la malavita protagonista, s'ammazzano fra di loro e basta, polizia quasi non se ne vede se non marginalmente. Visione consigliatissima, lassate perde chi ne dice poco bene o persino male, gli è sfuggito di mano qualche pregiudizio e dubito persino si sia goduto il film dall'inizio alla fine.
Curiosità importante:
Per me entusiasmante vedere Rambo sempre a bordo della leggendaria (non esagero) Kawasaki Z 900 nel più tipico dei suoi colori, verde inglese. Bacerei la terra dove cammina Lenzi per questo! Il "KawaNove" fu forse la prima, vera maxy moto a potersi fregiare propriamente di tanto aggettivo, mostro per i tempi in termini di prestazioni e sogno di tutti i centauri o aspiranti tali dell'epoca. Ero bambino, manco il motorino potevo ancora guidare, e già me la sognavo, poi purtroppo mai posseduta. Chi ce l'aveva doveva dormirci ammanettato la notte: le rubavano che era un piacere, anche perché per rapinatori, terroristi e randa assortiti era un mezzo di gran pregio. Rambo, giustamente sempre per l'epoca, rigorosamente in giro senza casco, dalla moto saliva e scendeva come da un cavallo come facevamo tutti, così come si era vestiti, al massimo una sciarpa al collo e occhiali.
Truzzissimo (o Coattone direbbero i capitolini), Rambo/Milian è anche tra i personaggi di culto per i motociclisti con un minimo d'interesse per il cinema, tanto che "Il giustiziere sfida la città" è spesso segnalato tra i c.d. biker-movie e oggi inauguro la categoria. Ho cercato per curiosità chi fosse il pilota stuntman che la guidò con una maestria non comune ma non sono riuscito a trovarlo. Chissà, se passa Lenzi da 'ste parti, magari mi sazia di questa chicca. C'è un percorso fuoristradistico fatto "a cannone" e ripreso daddio, con tanto di salti, derapate e quant'altro, che da solo vale la visione. In una scena poi salta in terra direttamente dal cassone di un camion, insomma un manico de paura!
Anche se gran cazzaro della categoria, andare in giro in moto è una mia grandissima passione...
M'ha fatto sballare 'sto film, nei miei Cult, per forza!
Chiudo col la famosa frase che Rambo rivolge a Conti puntandogli la pistola in faccia: "Guarda Conti che la vita è un buco, si nasce da un buco, si mangia da un buco, si caca da un buco e si finisce in un buco. E da questo buco qua dipende se adesso finisci nell'ultimo buco." E poi aggiunge, riferendosi alle pallottole esplodenti con cui l'ha caricata: "Se ti prendo in faccia qua bisogna cambiare tutta la tappezzeria".
Robydick
Riguardo ai frame: chi ha occhi per intendere, intenda!

























E da bravo entusiasta qual sono e sarò, ci metto pure un pezzo della o.s.t. di Franco Micalizzi, dedicato alla facciazza di chi ha giudicato questo film non come merita.

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