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Il golpe di Bersani – il nostro romanzo fantapolitico

Da Claudiober

Inizia il nostro romanzo fantapolitico Alba dorata a Milano.

Cap. 1. Quel golpe di tenebra

Il golpe di Bersani – il nostro romanzo fantapolitico
Il Parlamento era  stato convocato per  le 27 di quell’aprile piovoso per votare sul prelievo forzoso sui depositi bancari proposto dal Govermo Bersani-Scilipoti-Grillo  in cambio della concessione di aiuti per 10 miliardi di euro per il salvataggio dell’economia concessi dalle banche di Teheran. Lo aveva  annunciato il ministro per l’economia Capitan Findus.
“Non c’é nessuna preoccupazione per le banche : l’Italia non corre alcun pericolo”. Lo aveva ribadito  un’ora prima del voto  il presidente della Repubblica ,Mario Monti . “L’Italia è un Paese risparmiatore – spiegò Monti a Repubblica – e siamo abituati a  tenere i soldi sotto il materasso e  non metterli più in banca. Peggio per chi c’è cascato: non era certamente un bocconiano”.
Le sue parole furono  inutili. Una ressa di risparmiatori affollò ogni banca della penisola, tanto che la Camusso, per mascherare la serrata, fu costretta a proclamare in differita uno sciopero dei bancari ìCgil.
Teoricamente dunque le banche erano state chiuse per mancanza di personale precario .Ma l’indomani? Era lunedì…

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Mediobanca era stata subita  sospesa in asta di volatilità e poi riammessa, ma  cedeva il 4,3%, Unicredit cedeva il 4,9% e Intesa Sanpaolo il 3,49 per cento. Riduceva il calo la Fiat (-2,2%) .
“L’introduzione di un prelievo sui depositi bancari italiani  sembra aver dato il via al collasso ” scriveva il direttore Ferruccio de Bortoli sul Corriere  dei Piccoli ,  in un suo report in cui sottolineava che “questo va al di là del mercato e delle nostre aspettative, sollevando timori di un possibile errore politico e che potrebbe causare un rischio sostanziale di golpe “.
Poi l’account di De Bortoli era stato annullato: il Direttore era stato sostituito nella sua carica di direttore del Corriere dei Piccoli da Bersani e al suo posto era arrivato Jacopo  Fo.
“Anche domani le banche in Italia  saranno chiuse per lo sciopero dei bancari GCIL” tuonò la Camusso, Fu organizzato in fretta e furia un reading  di Roberto Saviano  per i bancari in lotta per il rinnovo del contratto.Gli istituti di credito italiani erano sbarrati.
“Non drammatizzerei: i conti correnti bancari  devono essere solidali “ affermò il presidente del Consiglio Bersani, rilasciando una dichiarazione a Famiglia Islamico-Cristiana.
Era  vero, come  tuonava Berlusconi dagli arresti domiciliari, che l’Italia era già quasi fuori dall’euro? “Ma per piacere, l’euro c’é, è stabile e ci sarà: ci mancherete…”,  aveva ribattuto il ministro dell’esteri  Beppe Grillo in Senato.
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L’indomani era martedì, le banche erano chiuse per sciopero fino a sabato: e  domenica nella trasmissione in Mezz’ora venne preparata la trappola ad Alfano.
“Ingiusta, non professionale e pericolosa”. Così Alfano aveva definito  la condizione di una tassa forzosa sui conti correnti bancari in Italia, nella intervista  nella trasmissione televisiva dalla Annunziata. A fine trasmissione Alfano veniva arrestato su mandato di cattura di Ingroia,  giudice in Nicaragua,. Il golpe era ormai in atto..
Ma quel che davvero preoccupava Alfano, rinchiuso fino a sera in un convento sull’Aventino, era  il cortocircuito tra magistratura , politica e banche iraniane.  Il rischio era che la Unicredit, nelle mani degli ayatollah iraniani e il banco di Roma, nelle mani di Hamas  condonassero il prelievo ai loro correntisti.. Bersani ì non aveva la maggioranza nè alla Camera nè al Senato. Ma la Corte Costituzione aveva deliberato che  il Governo poteva restare in carica . Che non bastassero più nemmeno i voti di Scilipoti non era un mistero, come pure non lo era il fatto che la richiesta di inpichment contro il presidente della Repubblica Monti stava facendo il suo corso . e Monti vedeva come fumo negli occhi  le nuove elezioni. Meglio eliminare per sempre Berlusconi e rinchiuderlo in cella come Totò Riina.
Il golpe di Bersani – il nostro romanzo fantapolitico

L’assalto alle banche? Una distrazione utile affinchè il piano B venisse attuato fino in fondo.
Già, perché non c’erano più  solo i processi (Ruby e diritti tv Mediaset)ma  le nuove inchieste in arrivo, a preoccupare Alfano: Berlusconi veniva accusato di aver truccato le elezioni del 94, di aver presentato firme false, di aver preteso la jus prima noctis alle candidate da precisi tabulati telefonici pubblicati da Repubblica. Ecco perché Pier Luigi Bersani tentava di tassare i risparmi degli italiani. Berlusconi era ormai fuori gioco.
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Come avrebbe pagato quei  mille euro al mese che Grillo aveva preteso per appoggiare il Governo ?  Migliaia di bamboccioni No Tav, di punkabbestia, di fannulloni dei centri sociali, di precari della ex telefonia mobile, di immigrati clandestini, di rifugiati politici dall’Africa aspettavano  il promesso emolumento mensile.Mille euro al mese, pagati con il prelievo forzoso nei conti correnti degli Italiani.
Alfano, rinchiuso  senza nessun mandato di arresto  dalla Guardia Forestale Pugliese, controllata da Vendola, meditava sul da farsi.
Il golpe di Bersani – il nostro romanzo fantapolitico

 

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Il passo successivo sarebbe stato per Bersani quello di presentare al Parlamento la richiesta di «decadenza» di Berlusconi da senatore,basandosi sulle intercettazioni pubblicate da Repubblica:sarebbe seguita la carcerazione a Rebibbia, la confisca della Mondadori  e di Mediaset da assegnare al rivale De Benedetti. Grillo, Monti ,Bindi, Vendola, e Casini  non avrebbero avuto  alcun problema a votare «sì» all’arresto di Berlusconi .

Il Banco di Roma e Unicredit avrebbero ìcondonato il prelievo ai correntisti che si fossero convertiti all’Islam. Le loro banche erano etiche e praticavano la finanza islamica.
Il secondo passosarebbe stato la islamizzazione forzata dell’intero paese, mentre Bersani avrebbe condotto a buon termine il golpe.Attraverso l’Hamas libanese, erano giunti finanziamenti alla CGIL bancari affinchè proseguissero a oltranza lo sciopero . Le banche dovevano rimanere chiuse fino alla conclusione del Golpe.

Il caos davanti agli sportelli avrebbe distratto gli italiani dal colpo di stato.

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